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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Post n°1399 pubblicato il 23 Maggio 2017 da lascrivana

Il giorno tanto temuto e anelato della verità, arrivò una grigia domenica di ottobre. Quella mattina, quando Samuel suonò alla porta di casa mia, un pallido sole autunnale faceva capolino da dietro le coltri nubi.  Senza nemmeno varcare la soglia, Samuel mi salutò frettolosamente con un bacio, esortandomi subito dopo a seguirlo con una certa premura; trattandosi di una visita all’aperto, aveva paura che un temporale improvviso scombinasse i suoi piani. Sbigottita per l’insolita richiesta, indossai l’impermeabile che si trovava sull’attaccapanni dietro la porta, e ubbidì di malavoglia; sembrava così desideroso di farmi conoscere una persona importante della sua vita, che non mi andò di deluderlo smorzando il suo entusiasmo.

l tragitto in macchina fu piuttosto silenzioso, nonostante mi premesse sulla lingua di domandargli dove mi stesse portando. Samuel quella mattina era piuttosto taciturno; e nemmeno io avevo tanta voglia di fare conversazione, poiché quel giorno ricorreva l’anniversario della mia morte precedente.

Fu solo quando imboccammo il viale dei cipressi che conduceva al cimitero della contea, che capii con mio rammarico dove mi stesse conducendo: Samuel aveva davvero scelto il giorno sbagliato per farmi conoscere i suoi parenti defunti.

 Arrivati a destinazione, parcheggiò la macchina nell’area destinata ai visitatori del cimitero. Una volta scesi, mi afferrò per mano e mi condusse silenziosamente verso il maestoso cancello d’ingresso.  Come entrai fui assalita da una diversa gradazione di odori: dalla forte fragranza dei fiori, al sentore umido esalato dagli steli infraciditi unito a quello intenso dei ceri che illuminavano le nicchie.  Le foto dei defunti affisse sul variegato marmo, mi gelarono il sangue. Inorridita dal pensiero che il mio vecchio corpo giacesse murato in quelle grigie lapidi, fui colta da un tremito convulso. Seguì Samuel con le gambe molleggianti, fino a che giunti davanti a una lapide si fermò, e dopo aver tirato fuori il fazzoletto dalla tasca dei pantaloni, si chinò per ripulire il vetro che proteggeva la foto di un giovane uomo dai lunghi capelli castani. Prima che Samuel mi rivelasse la sua identità, ne intuì la familiarità: la somiglianza con il padre era davvero sorprendente. Leggendo la data della sua morte capì anche perché aveva scelto quel giorno per farmelo conoscere; guarda caso, per uno strano scherzo del destino coincideva con il giorno, il mese e l’anno della mia morte precedente. Pallida come un cencio, la voce di Samuel sembrava arrivarmi dall’oltre tomba:

 -Questo è mio padre Tom Brade morto in un incidente stradale mentre rientrava da una festa di raduno di vecchi amici.  Apparivano le prime luci dell’alba, quando ubriaco fradicio si mise alla guida della macchina per rientrare a casa; finendo poi per schiantarsi contro un muro dopo aver preso una curva a folle velocità-.

Samuel pronunciò le parole con stizza, e con gli occhi lucidi dalla commozione.   Un pensiero atroce si stava insinuando nella mia testa, mentre attirata da una forza sconosciuta, rivolsi lo sguardo alla lapide affiancata a quella di Tom. Un vaso di bronzo contenenti un mazzo di fiori freschi e colorati, copriva il nome e la data sotto la foto. Samuel stupito dalla mia reazione scioccata, seguì la direzione del mio sguardo, e inginocchiandosi davanti alla lapide, scostò i fiori per mettere in mostra la scritta, proseguendo con tono mesto:

 -Questa, invece è Olivia Gonzales, la donna che ha avuto la sfortunata, di trovarsi sulla strada di mio padre quella mattina presto - .

All’improvviso mi sentii mancare la terra sotto i piedi, sbiancando in volto. Con lo sguardo offuscato, e un fastidioso sibilo in testa, fissai la foto finché l’immagine scomparve totalmente dalla mia vista.

Non so per quanto tempo rimasi priva di sensi; so solo che quando mi svegliai, mi trovai distesa su un lettino del pronto soccorso.

Laura

 

 

 

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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