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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Una Nuova Vita (Nono Capitolo)

Post n°1286 pubblicato il 29 Ottobre 2016 da contastorie1961

Recuperata la chiave dal nascondiglio, Paolo entrò e si richiuse la porta alle spalle. Era stata una lunga camminata, tanto che Simone si era addormentato sulla sua spalla. Dopo che l’ebbe portato in camera da letto, tornò in soggiorno e si versò un’abbondante dose di whisky. Il liquore ebbe il potere di rivitalizzarlo, si sentiva stanco e demoralizzato, ma non avrebbe mollato proprio adesso. C’era solo un’incognita, e di questo se ne rendeva perfettamente conto; Elena avrebbe acconsentito ad aiutarlo? Del resto non aveva alternative, si trattava dell’unica persona che conosceva bene in quella cittadina e, cosa più importante, possedeva un’auto. Se avesse avuto un mezzo per spostarsi infatti,  in quel momento si sarebbe trovato già molto lontano. L’altro che avrebbe potuto farlo era Michele, ma quel bastardo l’aveva abbandonato nel momento del bisogno.

Poco male. Negli ultimi tempi, la prospettiva di fuggire col denaro del riscatto l’aveva fatto uscire di senno, e il suo atteggiamento ne era stato la dimostrazione. Era stato un pazzo a fidarsi di lui, ma si trattava di acqua passata, inutile fasciarsi la testa.

Voltandosi verso l’angolo più lontano, vide che il telefono fisso si trovava sempre al solito posto, appoggiato sopra un mobiletto. Elena non aveva mai amato i cellulari, e si era sempre rifiutata di disfarsene, al contrario di molti. Avrebbe potuto chiamarla e, con una scusa, convincerla a tornare; ma già s’immaginava la risposta

“scusami, ma non potevi dirlo subito? Non sarei neppure andata!”

In verità ci aveva pensato, ma non aveva voluto insospettirla troppo con quell’improvvisata, e poi c’era Simone, cosa le avrebbe raccontato così, su due piedi? In quel modo invece, avrebbe avuto tutto il tempo per preparare una strategia e cercare di convincerla. In caso contrario, non avrebbe esitato a rubarle la macchina e scappare.

Fissando il telefono però, si rese conto del rischio che stava realmente correndo. All’ospedale, qualche collega avrebbe potuto parlarne, in fondo i media avevano dato grande risalto all’accaduto; come avrebbe reagito? Senza pensarci oltre, si alzò e si avvicinò al mobiletto. Frugando nelle tasche, il cuore gli mancò di un battito, dove diavolo l’aveva messo? In quello stesso istante il primo squillo lo fece sobbalzare, che fosse lei? Probabilmente l’aveva chiamato sul cellulare, quello che aveva buttato, e voleva solo accertarsi che fosse arrivato. E se invece si trattava di qualcun altro?

****

-Avete trovato qualcosa?-

Masone, il giovane carabiniere che l’aveva accompagnato, lo fissò con curiosità.

-Potrebbe non significare nulla, ma tentar non nuoce, o sbaglio?- rispose Molinaro sventolando il biglietto da visita.

Elena Ghisoni, infermiera professionale”- diceva la scritta sul consunto e spiegazzato cartoncino. Seguiva un numero di telefono fisso, niente cellulare, davvero strano.

Digitandolo sul proprio, rimase quindi in attesa.

Dopo una decina di squilli e mille ripensamenti, Paolo afferrò la cornetta.

-Pronto?-

-Si, buongiorno. Dovrei parlare urgentemente con la signora Ghisoni, è in casa?-

-Ehm…no…in questo momento non c’è…richiami più tardi-

-Ascolti, si tratta di una cosa importante, lei è il marito?-

-Le ho appena detto che non è in casa, richiami più tardi!-

-Paolo,mi ascolti, non faccia pazzie e si consegni alle autorità, non ha più alcuna possibilità ormai- 

Paolo strinse la cornetta sino a sbiancarsi le nocche, il respiro si fece sempre più affannato.

-Chi…chi…- riuscì appena a biascicare.

-Questo non ha importanza, ma probabilmente i carabinieri sono già fuori dalla porta. Si arrenda e lasci libero il bambino, la madre ha già sofferto troppo-  

Aveva fatto centro!

Nel contempo, Masone rispose al proprio cellulare.

-Si, è qui, maresciallo. Sembra stia parlando al telefono con il ricercato, ha trovato qualcosa e ha chiamato, sinceramente non ci capisco più nulla-

Il giovane carabiniere ascoltò per qualche istante, quindi chiuse la chiamata. Anche Molinaro aveva finito di parlare, e fissava il cellulare con aria preoccupata.

-Ha riattaccato… era il maresciallo Capuano, vero?- disse pensieroso.

-Si signore, mi ha detto di richiamarlo immediatamente, ci sono sviluppi-

Mentre faceva il numero, si augurò con tutto il cuore che arrivassero in tempo.

-Capuà? Sono io, e credo di aver combinato un guaio-

In breve, lo informò della sua scoperta e della telefonata appena fatta.

-Lo so, avrei dovuto avvisare te per primo, ma come potevo sapere che questa Elena avrebbe chiamato? E poi la curiosità era troppo forte, non ho resistito-

Nonostante la situazione non fosse proprio delle più semplici, Capuano non poté fare a meno di sorridere. Molinaro non era affatto cambiato, e la smania di cercare indizi e verificare che fossero quelli giusti non l’aveva abbandonato.

-Non vi preoccupate, c’è già una pattuglia davanti all’abitazione della donna, e io sarò sul posto tra meno di cinque minuti, è in trappola ormai-

Molinaro chiuse gli occhi.

-Il bambino, mi raccomando il bambino- quindi riattaccò.

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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