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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Una Nuova Vita (Quinto Capitolo)

Post n°1269 pubblicato il 01 Ottobre 2016 da contastorie1961

-E questo è quello che ricordo, non è molto, lo so- concluse Laura. 

 Molinaro annuì. 

-Invece potrebbe essere molto importante, se solo ti fosse venuto in mente prima…- 

-Avete ragione, ma ero talmente sconvolta che non riuscivo a pensare razionalmente-  

-Tutti lo siamo, ma lo troveremo, è una promessa- 

Dopo due giorni di lacrime ininterrotte, sul volto di Laura apparve un fioco sorriso.  

-Mi fido, maresciallo, ma quest’attesa mi sta uccidendo- 

-Vai a farti un giro, distraiti, io devo fare alcune telefonate- 

Rimasto solo, Molinaro digitò un numero. 

-Ciao, Sandro, sono Molinaro, dovrei chiederti un paio di cose- 

 Terminata la telefonata, fece il numero di Capuano. 

-Guagliò, muovi il culo e vieni a prendermi, dobbiamo andare in un posto-  

Dall’altra parte, il giovane maresciallo esitò. 

-Con tutto il rispetto, signore, ma ora dirigo una caserma, e sapete cosa significa- 

 Molinaro andò al sodo. 

-Ho una pista, ma non voglio che ci mandi il primo sbarbatello che hai a disposizione, dobbiamo andarci noi. Tra dieci minuti sotto casa mia- e chiuse la chiamata. 

Con il cellulare ancora attaccato all’orecchio, Capuano sbuffò. Se era pur vero che era stato egli stesso a incoraggiare l’ex maresciallo, il modo che aveva a volte di porsi continuava a infastidirlo. “Carabinieri per sempre!” disse alla stanza vuota, quindi afferrò il berretto e uscì. 


Disteso sul letto, Simone piangeva disperato invocando la madre. Cercando di calmarlo, Michele si maledisse per aver dato corda a quel pazzo di Paolo. Lo amava, di questo ne era certo, ma coinvolgerlo in un rapimento era stato davvero troppo. Anche se, doveva ammetterlo, era stato molto abile a fargli credere che non lo fosse. 

“è un mio diritto…se non vuole farmelo vedere, andrò io a prenderlo” 

gli aveva detto qualche giorno prima, omettendo però il fatto che si sarebbero poi nascosti nella sua, di casa. Era letteralmente terrorizzato al solo pensiero di finire in galera, doveva fare qualcosa fintanto che era ancora in tempo. 

Nel medesimo istante, in salotto, Paolo aveva appena mandato un messaggio a Laura. Per non correre rischi, aveva usato un cellulare da pochi soldi acquistato mesi prima in un’altra città, non sarebbero mai risaliti a lui. 

“Domani mattina, alle sei, nel parcheggio del centro commerciale che si trova uscendo dalla città. Una volta arrivata, riceverai altre istruzioni. Naturalmente dovrai essere sola, pensa a Simone” inviò e sorrise, soddisfatto. 

Dopo averci pensato a lungo, aveva scelto quel luogo perché si trattava di uno spazio aperto e deserto, a quell’ora. Se si fosse presentata con i carabinieri, o con qualsiasi altra persona, se ne sarebbe subito accorto. La notte precedente infatti, e con le dovute cautele, aveva fatto un sopralluogo. Adiacenti il parcheggio, vi erano alcune abitazioni popolari, un vero labirinto di portici fatiscenti e colonne scrostate, il luogo ideale per osservare senza essere notati. Solo in quel momento, talmente preso da quei pensieri, si rese conto che il bambino aveva ricominciato a piangere. Spazientito, si alzò e si diresse a grandi passi verso la camera da letto.  

-Mi sono stancato di…- disse dopo aver spalancato la porta, ma si bloccò subito. 

Solo, al centro del letto, Simone lo stava osservando con gli occhi gonfi e lucidi. 

 -Michele!- sbraitò. 

Poi capì. Girandosi verso la propria destra, notò la porta di comunicazione con il corridoio semi aperta. Fuggito. Quel bastardo se n’era andato mentre lui si trovava in salotto! Come una furia, l’aprì del tutto e corse verso l’ingresso. Le chiavi della macchina, appoggiate sino a poco prima sul mobiletto li accanto, erano sparite. E dove poteva essere andato se non a denunciarlo? L’avrebbe pagata cara ma, ora, doveva prendere il bambino e andarsene al più presto. Dove, non ne aveva idea, ma ci avrebbe pensato strada facendo.  

-E così sarebbe uno che va sia con le donne, che con gli uomini-  

Fermandosi a un semaforo, Capuano rivolse una breve occhiata a Molinaro, seduto al suo fianco. 

-Laura non ne è sicura ma, una volta, mi ha raccontato di averlo sorpreso in atteggiamento intimo con un ragazzo, anch’egli studente universitario, un certo Michele- 

-Ed è da lui che stiamo andando?-  

-Certamente, Capuà, e dove altrimenti?- 

-Scusate la domanda, ma come avete fatto, nel giro di poco tempo, a sapere chi fosse questo tizio e dove abita?- Molinaro sogghignò.  

-Se tu avessi i miei anni, e avessi incontrato le persone che ho incrociato sul mio cammino, ti saresti già risposto da solo- rispose sardonico.  

Ripartendo, Capuano scosse la testa. 

-Il caso vuole, che il rettore di quell’università sia un mio carissimo amico, e che l’abbia chiamato- proseguì l’ex maresciallo.  

-Si ricorda benissimo, sia di Paolo che di Michele. Erano tra i più turbolenti a suo dire, oltre che consumatori abituali di droga e alcool. Il primo sparì improvvisamente, e di questo ne siamo al corrente, mentre il secondo deve sostenere ancora alcuni esami- 

-E voi pensate che questo Michele sia il complice di Paolo?- -Lo penso, e lo scopriremo molto presto-

 
 
 
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INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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