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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Fedora (Quindicesimo Capitolo)

Post n°1233 pubblicato il 03 Agosto 2016 da contastorie1961

Il quartiere in cui abitava Maria si trovava all'estrema periferia della città, oltre vi erano solo campi. Si trattava di una villetta isolata a un solo piano, con un giardinetto ben tenuto sul davanti chiuso da un basso muro di cinta.

-Che tu sappia, vive sola?- chiese Alan a Fedora. L'uomo sembrava aver ripreso il controllo dei nervi mentre la donna, al contrario, continuava a voltarsi.

-Stai tranquilla, quei due non riusciranno a liberarsi, abbiamo tutto il tempo-

Fedora si fermò qualche metro prima dell'abitazione.

-Credo di si, è vedova e non ha figli. Alan...perché l'hai fatto?-

Cingendole le spalle, l'uomo l'attirò a se.

-Si è trattato di un gesto istintivo. Mi sono ritrovato il tagliacarte in mano, e quel prete era maledettamente forte, non ho neppure guardato dove colpivo, non volevo ucciderlo, credimi- disse con voce pacata.

Fedora scosse la testa, mentre le lacrime iniziarono a rigarle il volto.

-Ti credo, ma hai ugualmente ucciso un uomo, io...io...-

Alan la strinse più forte, impedendole di proseguire.

-Dobbiamo solo recuperare quella chiave, e con essa quei soldi, poi fuggiremo all'estero- le sussurrò in un orecchio. Pian piano, il respiro della donna tornò a farsi regolare, alzò lo sguardo e lo fissò intensamente.

-E se Maria si rifiuta?-

Alan scosse la testa.

-E quale motivo avrebbe per farlo? A noi interessa la chiave, il portagioie può pure tenerselo-

-Anche con la baronessa sarebbe dovuta essere una cosa semplice- replicò Fedora.

-Ascolta, Alan, lascia fare a me. Entrerò da sola e cercherò di convincere Maria, sono certa che non farà storie- Non era per nulla convinta di ciò che aveva appena detto. Ricordava ancora bene quando, poco tempo prima, aveva chiesto informazioni all'edicolante su dove abitasse Alan. Maria l'aveva osservata per tutto il tempo con un malcelato disprezzo, e solo la buona educazione l'aveva convinta a fornirgliele. D'altra parte però, temeva che Alan potesse nuovamente perdere la testa di fronte a un altro rifiuto.

-D'accordo.Resterò nascosto dietro l'angolo ma, se tra dieci minuti non sei fuori con la chiave...- rispose lui senza terminare la frase.



Bruno fissò la baronessa con uno sguardo impotente. Nonostante gli sforzi infatti, quella donna aveva stretto i nodi maledettamente bene.

-Se solo riuscissi a trascinarmi sino al telefono- disse il maggiordomo con un moto di rabbia.

-Dovresti strisciare per molti metri...- rispose la nobildonna -Dubito che ce la potresti fare-

-Avete ragione, baronessa, ma è l'unica modo per chiedere aiu...- non riuscì a terminare la frase. Con loro immenso stupore, un gemito li fece voltare entrambi.

-E' vivo...è vivo!- gridò quasi la donna.

Lentamente,il braccio destro di don Sergio si mosse, quindi fu la volta di una gamba. Mettendosi sul dorso, si tastò il punto in cui era stato colpito e, quando la ritrasse, la mano era sporca di sangue.

-Don Sergio...don Sergio!- esclamò la baronessa -Riesce ad arrivare sin qui?-

Con uno sforzo che parve disumano, il prete riuscì ad alzare la testa. Il suo volto era pallido e fradicio di sudore, ciononostante ebbe la forza di annuire.

-Ci...ci provo- disse con un filo di voce.

Reprimendo una smorfia di dolore si girò sulla pancia e, con l'aiuto dei gomiti, cercò di avanzare nella loro direzione.



Maria aprì la porta, serrata da una robusta catenella, quel tanto che bastava per vedere chi avesse suonato. Quando vide chi l'aveva fatto,il suo volto assunse un'espressione di autentica sorpresa.

-Lei? Cosa vuole a quest'ora, stavo già per coricarmi!- disse chiaramente stizzita.

Fedora cercò di sfoderare il suo miglior sorriso.

-Le chiedo scusa, Maria, ma si tratta di una cosa importante, posso entrare?- rispose civettuola.

La donna rimase a lungo in silenzio, quindi sorrise ironicamente.

-Certo che ha proprio una bella faccia tosta! Cosa ci sarebbe di così importante che non possa aspettare domani mattina?-

Cercando di mantenere una calma che non possedeva affatto, Fedora prese un bel respiro.

-Vengo adesso dalla casa della baronessa Favalli, la conosce vero?- azzardò.

Maria si fece di colpo attenta.

-Certo che la conosco, è mia cliente da sempre-

-Siamo molto amiche...- continuò a mentire Fedora -...e mi ha pregato di farle un favore-

Maria sembrava sempre meno convinta.

-Strano,si ferma spesso a chiacchierare con me, le poche volte che esce. Ma il suo nome non è mai saltato fuori, come lo spiega?-

Fedora, si rese conto che quella donna non l'avrebbe mai fatta entrare. E le parole che seguirono gliene diedero conferma.

-Ad ogni modo, lei mi sta dicendo che viene da casa sua, quindi significa che è ancora sveglia. Proverò a darle un colpo di telefono e, se conferma la sua versione, domattina sarò lieta di farla entrare, buonanotte- quindi fece per richiudere la porta.

Non fece in tempo.

Piombando alle spalle di Fedora, Alan la abbatté con una violenta spallata. La catenella si spezzò, mentre la donna andò a finire lunga distesa sul pavimento.

 

 

 

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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