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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Fedora (Quarto Capitolo)

Post n°1199 pubblicato il 20 Giugno 2016 da contastorie1961

Rigirandosi il cartoncino tra le mani, Fedora si chiese quale fosse la cosa migliore da fare. Se da una parte era inequivocabilmente attratta da Alan, dall'altra una sorta di sesto senso le sussurrava che c'era qualcosa di stonato in tutta quella storia.

Il fatto che l'antiquario sapesse della collana, il sotterfugio con cui aveva nascosto la pietra nella bambola, senza scordare l'improvviso interesse per lei, nonostante non si fossero mai visti. La ragione,le diceva che avrebbe fatto meglio a tenersi lontana dal negozio edal suo proprietario. Ma, alla fine, l'innata curiosità e la morbosa attrazione verso Alan ebbero la meglio.

Dopo essersi concessa una rapida doccia, indossò una minigonna decisamente audace e una maglietta aderente e scollata. Sistemata la bambola al centro del tavolo, mise il cartoncino e la pietra nella borsetta e uscì.


Disteso sulla branda nel retro del negozio, Alan ripensò all'incontro avuto con Fedora. Non nutriva alcun dubbio che sarebbe tornata, restava solo da vedere quando ciò sarebbe avvenuto. Guardando ancora una volta la fotografia in suo possesso, dovette ammettere che non le rendeva affatto giustizia. Quella donna era veramente uno schianto,sapeva di esserlo e le piaceva farsi ammirare. In quel momento, il telefono posto su un tavolinetto basso iniziò a squillare.

-Tutto bene, tesoro. Il paese è un vero mortorio, non vedo l'ora di trovare chi gestisca il negozio e tornare in città-

Rimase in ascolto per qualche istante, quindi proseguì.

-Non lo so'. Potrebbe trattarsi di domani così come della settimana prossima, porta pazienza-

Terminata la telefonata, tornò in negozio e alla vetrina. L'edicola aveva chiuso per la pausa pomeridiana e, tranne un cane randagio in cerca di cibo, la strada era deserta.

Poi la vide.

Era appena sbucata dall'angolo della piazza e, anche se fosse stata in mezzo a una folla, non avrebbe avuto dubbi a riconoscerla. Il portamento, il modo d'incedere, gli abiti succinti ma perfetti su quel corpo da favola.

Distogliendo lo sguardo, Alan tornò verso il bancone e rimase in attesa,concentrandosi unicamente sul proprio scopo.



Fedora aveva il cuore in gola. Uscita di casa con una certa spavalderia, man mano che si avvicinava alla meta tutte le sue certezze sembravano perdere di consistenza. Come avrebbe reagito Alan al suo improvviso ritorno? Ma sopratutto, quale scusa avrebbe accampato per giustificarlo?

Certo,la pietra nascosta nella bambola e il biglietto potevano essere un buon argomento, tuttavia l'ombra del dubbio sembrò non volerla abbandonare.

Giunta a pochi passi dal negozio, si fermò davanti a una vetrina specchiandosi per l'ennesima volta. Gli uomini a cui si era accompagnata, sarebbero andati in estasi vedendola agghindata a quella maniera, eppure il sospetto che ad Alan non importasse la turbò più di qualsiasi altra cosa.

Prendendo un bel respiro, percorse gli ultimi metri che la separavano dal negozio e aprì la porta d'ingresso.


Lui era li, sembrava aspettare solo lei. Le braccia appoggiate sul bancone, le rivolse un sorriso che la fece fremere in ogni parte del corpo. Avvertì chiaramente le gote arrossarsi, e si maledì per quello. D'improvviso, tornò con la mente a molti anni prima quando,appena quindicenne, si era presa una cotta per il più bel ragazzo della scuola. All'epoca però, era ancora una ragazzina acerba e inesperta, tutto il contrario di adesso.

-Buongiorno,non mi aspettavo di trovare ancora aperto, ma passavo da queste parti e allora...-

Il sorriso di Alan si allargò ancor di più, come se la menzogna appena detta l'avesse divertito oltre misura.

-Ha letto il mio messaggio allora- rispose lui inclinando la testa di lato.

Colta di sorpresa da quella risposta diretta, Fedora non trovò di meglio che infilare la mano nella borsetta.

-Esatto,ho letto il tuo messaggio e vorrei aggiungere il pezzo mancante-disse passando con disinvoltura al tu.

Aggirando il bancone, Alan la raggiunse in un attimo.

-Era quello che desideravo ma, se non ti dispiace, vorrei farlo in privato-

Detto ciò, raggiunse rapidamente la porta d'ingresso e la chiuse a chiave,quindi tornò sui suoi passi.

Senza aggiungere altro, la cinse per la vita e l'accompagnò nel retro. Il piccolo spazio odorava di tabacco e d'incenso, tanto che Fedora si sentì quasi stordita da quel effluvio di odori. Con gesti studiati e armoniosi, Alan l'aiutò a distendersi sulla branda, quindi fece altrettanto.

Fedora avrebbe voluto reagire, era sempre stata abituata a comandare sotto le lenzuola. Ma una strana forza, un'alchimia che non sarebbe stata in grado di spiegare, sembrava volerla soggiogare alle voglie di Alan. Senza opporre resistenza, si lasciò togliere gonna e maglietta, quindi si ritrovò il corpo muscoloso di lui addosso e chiuse gli occhi.

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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