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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Fedora (Secondo Capitolo)

Post n°1191 pubblicato il 12 Giugno 2016 da contastorie1961

Guardandosi allo specchio, Fedora non riuscì a nascondere una smorfia. Dopo secoli che non lo metteva, il vestito blu le andava visibilmente stretto, segno inequivocabile dell'aver preso qualche chilo. Lo aveva acquistato per presenziare a un'udienza in tribunale, qualche anno prima, e giusto solo in quell'occasione l'aveva indossato. Doveva testimoniare a favore di un amico cui volevano sequestrare il bar per dubbia moralità. Se si fosse presentata agghindata com'era solita fare, probabilmente al suo amico avrebbero dato l'ergastolo! Quando finalmente riuscì nell'impresa, tornò a guardarsi allo specchio. A dire il vero, così conciata sembrava più attraente di prima. La gonna di gabardine, in particolare, le stringeva sui fianchi risalendo fin sopra il ginocchio e mostrando così le gambe ben tornite.

Appena uscì di casa, le occhiate ammirate degli uomini e gli sguardi invidiosi delle donne le fecero capire che, nonostante tutto, rimaneva ancora una donna appariscente. Ma il disagio rimaneva e così, di punto in bianco, decise di recarsi da don Sergio. Sapeva bene di esercitare ancora un certo fascino nei suoi confronti, ma non le interessava sedurlo e portarselo a letto nuovamente. Contrariamente a ciò che pensava la maggior parte della gente, Fedora era sempre stata molto religiosa, e non avrebbe mai commesso un peccato simile. No, voleva semplicemente la sua approvazione, ci teneva molto. Camminando a testa alta, percorse a passo deciso la via principale del paese. Giunta a un centinaio di metri dalla chiesa però, nel momento stesso che stava per attraversare la strada, qualcosa attirò la propria attenzione. Non si trattava di una persona, in quel momento il marciapiede era deserto, ma di un particolare che subito non riuscì a cogliere. Le ci volle qualche minuto per mettere a fuoco la cosa ma, alla fine, capì di cosa si trattava.

Portandosi verso la vicina edicola, si sporse in avanti e prese il portafoglio dalla borsetta. -Buongiorno, Maria. La mia solita rivista, grazie- disse in tono civettuolo. L'edicolante, una donna bassa e tarchiata, la guardò con un'espressione che avrebbe incenerito chiunque. -Il nuovo numero arriva il giovedì, e oggi è martedì, cos'è, se l'è forse scordato?- rispose in maniera esageratamente maleducata. Abituata ormai a quelle risposte, Fedora si batté una mano sulla fronte. -Ah, è vero. Mi scusi- disse con un gran sorriso. Poi fece per andarsene ma, fatti pochi passi, tornò indietro. -Mi scusi ancora, ma le vorrei chiedere un'altra cosa- Intenta a sistemare alcuni giornali, Maria tornò a fissarla in maniera ancora più truce. -Il negozio d'antiquariato del Anselmo, ho visto che ha riaperto- La donna rimase qualche istante in silenzio, sembrava combattuta se risponderle o meno, optò per la prima. -L'ha rilevato il nipote, arriva dalla città ed è sposato- L'enfasi con cui pronunciò l'ultima parola era un chiaro messaggio per Fedora: stai alla larga. Naturalmente, quelle parole non poterono che stuzzicarla. -Grazie, Maria, è stata davvero molto gentile. Credo proprio che andrò a dare un'occhiata- Senza darle la possibilità di replicare, girò sui tacchi e riattraversò la strada.

Il negozietto era piccolo ma ben tenuto. L'Anselmo, deceduto qualche mese prima, l'aveva tenuto per una trentina d'anni. Per quanto potesse ricordare, Fedora l'aveva visto sempre deserto, e ancora adesso si chiedeva come potesse essere sopravvissuto per così tanto tempo. Fermandosi davanti alla vetrina, diede una rapida occhiata e sorrise. Il nipote di Anselmo, l'aveva rifatta proprio come la ricordavano tutti in paese. Al centro, una bambola di porcellana troneggiava su tutto. Alta circa mezzo metro, era fasciata da un abito lungo tutto pizzi e merletti. Sulla testa, un bizzarro cappellino messo di sghimbescio le dava un'aria sbarazzina e furbetta: sembrava viva. Alla destra della bambola, faceva bella mostra di se una carrozzina per neonati d'altri tempi. Tutta in legno, era stata costruita a mano e costava una fortuna, almeno così diceva il cartellino affisso a una ruota. Dall'altra parte, appesa a uno speciale rialzo, una splendida collana luccicava ai raggi del sole. Probabilmente si trattava di bigiotteria, ma la pietra finale era di una bellezza infinita. Di un blu accecante, rappresentava un cuore spezzato in due parti. Fedora la desiderò subito.

Senza pensarci due volte, spinse la porta ed entrò. Un campanellino, attaccato alla sommità della stessa, risuonò nel angusto spazio. -Arrivo subito- disse una voce da un punto imprecisato del retro. Nell'attesa, Fedora diede un'occhiata ai numerosi oggetti presenti nel negozio. Erano davvero tanti e di ogni forgia e dimensione, ebbe quasi l'impressione di sentirsi soffocare. -Buongiorno- Colta di sorpresa, si voltò di colpo e rimase a bocca aperta. Dinanzi a se, aveva l'uomo più bello che avesse mai visto in vita sua.

 
 
 
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INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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