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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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« Concerto per tre 11Ma allora davvero sbagli... »

Concerto per tre 12

Post n°1115 pubblicato il 18 Gennaio 2016 da lascrivana

-Stai dicendo un mucchio di stronzate!-

Simon aveva quasi la bava alla bocca, e l'apparente calma di Marisol non fece altro che aumentare la propria ira.

-Vorrei ricordarti che sei stato tu ad offrirti, ma era altresì ben chiaro, sin da subito, che avrei gestita io l'intera situazione-

L'uomo scosse la testa, quindi le si portò davanti con fare minaccioso.

-E stai facendo un mucchio di cazzate! La prima è stata quella di portarlo qua, in casa tua. E la seconda è che di certo lo stanno già cercando, quanto tempo credi impiegheranno per risalire a noi?-

Schiacciando la cicca nel portacenere Marisol si alzò e lo fronteggiò, gli occhi ridotti a due fessure. Era decisamente più bassa di lui ma, nonostante questo, la determinazione che mise in quel gesto lo fece indietreggiare.

-Anzitutto non si tratta di una cantina, si chiama taverna, te lo sei scordato? Inoltre, si trova isolata rispetto alle cantine vere e proprie, e tu stesso mi hai aiutato a insonorizzarla. In secondo luogo, non credo lo stiano già cercando. Perché ciò avvenga, bisognerebbe che qualcuno sporgesse denuncia, e l'unica che potrebbe farlo è Luciana. Ma anche in questo caso, se hai tanta paura, una soluzione ci sarebbe-

Simon la fissò a bocca aperta. La perfidia, e il totale sangue freddo che stava dimostrando, erano davvero sbalorditive.

-Vorresti dire che...che...-

-Si, voglio proprio dire quello che hai ben capito. E poi quello stronzo non resisterà ancora a lungo, e nel frattempo, tu, potresti ancora divertirti con lei, prima di...- senza bisogno di terminare la frase, afferrò il pacchetto di sigarette e si accese un'altra sigaretta, quindi sogghignò soddisfatta.

-E adesso vattene, devo andare a visitare il mio paziente, non posso farlo attendere oltre-

Detto questo, lo lasciò solo nel grande salone.

 

Non appena giunse davanti alla questura, Luciana ebbe un altro ripensamento. Stava davvero facendo la cosa giusta? Avrebbe rischiato veramente, una volta entrata, di fare la figura della donna ansiosa e gelosa? Sempre più indecisa, osservò i poliziotti entrare e uscire dal grande portone centrale. E fu in quel istante che, improvvisa, l'idea le attraversò la mente: Simon.

Il solo pensiero di rivolgersi a quel verme la disgustava, ma forse era l'unica persona che sarebbe stata in grado di aiutarla, ammesso che avesse voluto farlo. Dalla borsa, prese il cellulare e lo chiamò.

 

 

Simon lasciò l'appartamento a grandi falcate. Entrato con l'intento d'imporre le proprie scelte, ne era uscito scornato e ancora più agitato. La situazione si stava facendo sempre più pericolosa, ma agire d'impulso sarebbe potuto risultare controproducente. Avviandosi verso la macchina, si chiese sino a che punto avrebbe osato spingersi Marisol, e se le sue parole riguardo Luciana fossero state pronunciate con convinzione, oppure fosse stato solo un modo per metterlo alla prova. La suoneria del cellulare, lo sorprese nel momento stesso che richiuse la portiera. Incredulo, fissò il nome che apparve sul display, indeciso se rispondere o meno. Lo fece dopo una decina di squilli.

-Che vuoi, provi forse nostalgia per me?- disse in maniera spiccia e sgarbata.

 

Luciana s'era già pentita d'averlo chiamato. Già da quella risposta, avrebbe voluto riempirlo di insulti e vomitargli addosso tutto il proprio disprezzo, ma in quel momento la priorità era Luke, doveva tenerlo bene a mente. Avrebbe dovuto fingere certo, fargli credere che in parte fosse vero, ma se voleva un minimo d'aiuto doveva farlo.

-Non è stato poi così male, nonostante tu abbia voluto farmi credere il contrario- disse cercando di essere il più naturale possibile.

-Perché non ci rivediamo, potrei magari farti cambiare idea, adesso per esempio sono libera, che ne dici?- proseguì prima che lui avesse la possibilità di ribattere.

 

Dopo averlo allontanato dall'orecchio, Simon fissò il cellulare come fosse un oggetto sconosciuto. Luciana gli aveva appena confessato che in fondo le era piaciuto, come se il fatto d'averla violentata potesse passare in secondo piano. Naturalmente non le credeva, anzi. Probabilmente sospettava che, dietro la sparizione di Luke, ci fosse lui, ma allora perché non era corsa a denunciarlo? No, decisamente c'era qualcosa che non quadrava, ma se voleva scoprire di cosa si trattava, avrebbe dovuto accettare quell'invito.

Le parole di Marisol, simile a campane a morto, risuonarono nell'abitacolo.

 

... ma anche in questo caso, se hai tanta paura, una soluzione ci sarebbe...”

 

-Va bene...- si decise infine a rispondere.

-Tra un quarto d'ora, al Mokambo- quindi riattaccò.

Luciana rimase qualche secondo col cellulare sospeso a mezz'aria, poi ingranò la marcia allontanandosi dalla questura.

Danio e Laura

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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