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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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« La curiosità di Rosalinda.Barnaby e Flavia, »

La curiosità di Rosalinda.

Post n°967 pubblicato il 20 Marzo 2015 da lascrivana

Una volta rimasta sola, con la calma e la precisione professionale che mi avevano sempre contraddistinto, analizzai tutto quello che era accaduto negli ultimi giorni.

Le assurde e farneticanti accuse di Lidia verso Igor, facevano acqua da tutte le parti. Se solo fosse stato vero quello che aveva detto nei suoi confronti, riguardo ai tempi del liceo e dell'aggressione a Livio, di certo la scuola avrebbe aperto un inchiesta. Invece, il silenzio assoluto aveva regnato sovrano, facendo si che le credenziali di Igor non venissero nemmeno scalfite.

E poi, basta pensare alla fine della povera moglie di Livio. Anche in quell'occasione, la buona fede di Igor non era mai stata messa in discussione. A lui premeva solo la mia incolumità, punto e basta. No, Igor non era il bastardo che voleva farmi credere Lidia. Come psicologa, non era la prima volta che mi trovavo di fronte un soggetto oppresso da un'assurda e inspiegabile gelosia.

Il più delle volte, ero consultata dallo psichiatra quando ormai era troppo tardi, e il dramma era già avvenuto. In alcuni casi infatti, dopo aver ucciso il compagno o la compagna, decidevano di suicidarsi.

In un attimo, mille supposizioni mi balenarono per la mente. Non era il caso di perdere altro tempo, dovevo raggiungere Igor prima che fosse troppo tardi. Sicuramente, conoscendo le azioni di soggetti folli come Lidia, pensai che si fosse già procurata un arma, o qualsiasi oggetto che potesse usare come tale. In ogni caso era meglio munirsi di una dose massiccia di calmante istantaneo. Scartai la siringa monouso, e con l'ago aspirai tutto il contenuto di una fiala. Riposi l'ago nell'apposito astuccio e la conservai accuratamente nella borsa. Presi le chiavi della macchina, e partii alla ricerca di Igor, volevo raggiungerlo prima che arrivasse a casa.

Fortunatamente, riuscì a intravederlo prima che s’inoltrasse in uno stretto vicolo.

Poiché in quella strettoia era impossibile passare con un’automobile, la parcheggiai nelle vicinanze. Dovevo convincerlo a tutti costi a ritornare da me. Ragion per cui, scesi immediatamente dalla macchina, non dimenticando di portarmi dietro la borsetta. Iniziai a correre il più velocemente possibile, tanto che dovetti appoggiarmi a un muretto per riposare. E fu proprio da quella distanza che riuscii, a malapena, a scorgere l'ombra di due figure che discutevano animatamente.

Mi avvicinai di soppiatto per poter vedere meglio.

Eccoli.

Come volevasi dimostrare, Lidia l'aveva seguito fino a casa mia. Era molto più astuta di quanto pensassi, e questo la rendeva ancora più pericolosa. Improvvisamente la discussione sembrò degenerare, vidi Igor arretrare, gli occhi fissi sulla borsetta della donna. Lei sembrava non volesse starlo a sentire. Di colpo, mi resi conto che, se non avessi agito subito, gli avrebbe sicuramente fatto del male.

Facendo attenzione a non fare il benché minimo rumore, presi la siringa, mi tolsi le scarpe e raggiunsi Lidia alle spalle. Alla mia vista, Igor spalancò gli occhi ma, afferrando al volo la situazione, cercò di distrarre Lidia dicendole qualcosa. Agii velocemente. Infilandole l'ago in un braccio, con l'altra mano afferrai la pistola che, nel frattempo, aveva estratto dalla borsetta. 

Lo sparo partì improvviso, ma il proiettile andò a conficcarsi nel muro. Fu abbastanza però, per attirare l'attenzione dei pochi passanti sulla strada principale.

Lidia, stordita dall'effetto del calmante, si accasciò lentamente a terra. Avrebbe dormito per almeno tre ore.

Cosi, ormai al riparo da quella minaccia, mi avvicinai a Igor. Tremanti e angosciati, ci abbracciammo piangendo.

-E' finita – mi sussurrò dolcemente Igor.

Non riuscivo ancora a credere che, ancora una volta, ero riuscita a neutralizzare un folle. La prima volta l'aveva fatto Igor difendendomi da Livio. A distanza di anni gli avevo reso il favore, salvandolo dalla pazzia della moglie.

Col senno di poi, pensai che se avessimo dato retta ai nostri cuori, avremmo potuto evitare tutto questo dolore.

Ma il perché di come vadano le cose in un modo, anziché in un altro, rimarrà per sempre un mistero, almeno per me. Da piccola, pensavo che gli adulti avessero sempre una risposta pronta ad ogni domanda, da grande mi sono resa conto che non è affatto così. Come si può dire di amare una persona e rendergli la vita un inferno? E addirittura arrivare anche solo a pensare di ucciderlo?

Prima che provassi a darmi una risposta, arrivò la polizia. Avevamo già sentito le sirene avvicinarsi e parcheggiare le macchine davanti all'ingresso del vicolo. Gli agenti ci raggiunsero trafelati. Avevano corso all'impazzata per arrivare in tempo. Io e Igor ci prendemmo per mano e guardammo uno di loro chinarsi e tastare il polso di Lidia. Gli altri, all'oscuro della situazione, ci puntarono contro le armi.

- E' viva- disse il poliziotto chino su Lidia. Indicandogli la siringa ancora era infilata nel braccio, gli dissi che le avevo somministrato una dose massiccia di calmante. Diedi loro le mie credenziali, specificando che Lidia era una mia paziente.

Quello che sembrava il capo, ci disse che dovevamo seguirli al commissariato. Avremmo dovuto rilasciare la nostra deposizione e consultare i nostri avvocati.

Intanto Lidia, con un'ambulanza, si allontanò dalle nostre vite...forse.

 

Laura

 

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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