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Piccolo Teatro di Bari, Meg per gli amici con Nietta Tempesta

Post n°7384 pubblicato il 10 Febbraio 2017 da romolor
 
Foto di romolor

In scena al Piccolo Teatro di Bari la commedia di Sergio Velitti "MEG PER GLI AMICI", con Nietta Tempesta nel ruolo principale , diretta dalla stessa attrice. La Tempesta si era già esibita con un testo di Velitti tramite il monologo"A proposito di una signora". Qui trattasi invece di una storia a tre. La pièce inizia con l'attrice che entra lentamente dal fondo della sala del teatro per approdare infine sul palcoscenico, accompagnata da un anziano e servizievole domestico. La misteriosa donna, con grande solennità e un pizzico di compiaciuta vanità, è in abito da sera rosa, avvolto da un drappo nero e calza dei sandali dorati. Sul palcoscenico ecco un interno borghese con un pianoforte, uno scrittoio, un divano e un quadro di Modigliani appoggiato su un cavalletto. Il fragore di un aeroplano sovrastante il cielo rompe l'incanto, mentre la Signora, incontrando l'inquilino dall'appartamento, un uomo sui 40, si informa sul telefono che squillava poco prima : il chiamante era forse una certa Elisabetta? Con fare insinuante, comico e irriverente, Madame appare sempre più curiosa e ci illumina sul fatto che tale Elisabetta ha come soprannome quello lezioso di Sciò Sciò. Mister Anthony, l'inquilino, si mostra prima stupito, poi irritato per l'insolito comportamento della sua ospite, la quale afferma di essere a conoscenza di molte cose del suo privato. Nonostante il desiderio dell'uomo di rimanere da solo, la Signora implacabilmente fa leggere dal suo domestico le generalità di Anthony, detto Tony, di cognome Burt, musicista ed ex Ufficiale della Marina, , nato a Londra nel 1929. Il ruolo della misteriosa indagatrice si fa sempre più ambiguo, nel declamare ad Anthony vicende della sua infanzia che sembra conoscere soltanto lei: ad esempio l'infatuazione del musicista per la Cina, paese del quale si era fatalmente invaghito dopo avere comprato casualmente un atlante in una vecchia libreria. Una musica cinese invade il teatro: essa è l'incanto che ci svela come quella lontana terra , mai visitata nei fatti, rimanga una sorta di struggente rimpianto per colui che ne vagheggiava le straordinarie meraviglie. L'atteggiamento di Anthony è afflitto: egli, si rivela incapace di fronteggiare quella che è ormai una forma di velato stalking da parte della Signora . Ma nello stesso tempo, con la sua passività, l'uomo dà modo a Madame di continuare a sciorinare fatti, date, sentimenti da attribuire. L'ex ufficiale estrae da un cassetto una pistola: stava infatti per compiere una sciocchezza, uccidersi. L'intervento della Signora è quello di una Salvatrice? Madame, che si presenta come Meg, è una sorta di Coscienza, Grillo Parlante o qualcosa di più.... Nietta Tempesta con la sua dizione chiara, è a tratti spietata, altre volte accomodante, dominando la scena e seducendo la platea con la sua arte scenica. Ella appare a volte un'aguzzina, mettendo Anthony davanti alla realtà di una vita vissuta, ma in realtà mai davvero assaporata. Il tutto è una metafora di quanto avviene col suicidio nella mente umana: colui che attua questo estremo gesto lo fa nella convinzione di assistere al dopo-dipartita, come se si trovasse in un teatro. Ma è pura illusione: dopo la morte, esistono soltanto il buio e il nulla. La sapienza anche registica di Nietta Tempesta è frutto di anni intensi di impegno sul palcoscenico. Ella, osservando il lavoro svolto precedentemente dal marito, Eugenio D'Attoma, regista e commediografo, ne ha rubato i "segreti", insieme mischiandoli con la sua sensibilità femminile . Ecco perché la rappresentazione di Meg per gli Amici è particolarmente riuscita e suscita la profonda attenzione del pubblico. Con la sua ambiguità, questa originale pièce coinvolge e fa riflettere. Il contenuto, affine alla saga horror cinematografica Final Destination ( nella sua "filosofia" di base) può interessare un pubblico di giovani, affascinati dai cupi temi proposti più del pubblico maturo che è insieme deliziato, ma anche molto turbato dalle cupe metafore di questa pièce. Alla base, la commedia noir vorrebbe illuminare sull'inutilità del suicidio : occorre accettare il proprio destino, senza forzare la mano. Il divertimento dello spettacolo diretto da Nietta sta tutto nell'uso della parola, dominata nei suoi tanti sottotesti e implicazioni profonde .Questo crea una magica empatia col pubblico.. Bravo l'altro interprete, Lorenzo D'Armento, nel ruolo dell'ufficiale, mentre il maggiordomo è un attento Luciano Montrone. La Signora,ossia Meg, si rivelerà una compagnia piacevole, ma anche affascinante, per gentilezza e umanità . E alla fine, quasi una madre pietosa per Anthony, il quale nasconde un segreto della sfera sessuale che, non elaborato a causa dalla sua esagerata sensibilità,, gli ha impedito per sempre di essere libero e felice. Il ballo del minuetto tra i due interpreti principali rappresenta la loro nuova intesa. Ma la Signora è anche un personaggio stanco, dolente: il suo ruolo...fatale, metafora del senso della vita, che sarebbe priva di senso senza il suo finale di partita (la morte), le va stretto. Ella vuole soltanto accompagnare il personaggio dell'ex ufficiale ad affrontare il suo destino. Nietta Tempesta dopo la rappresentazione è comparsa nel foyer del teatro per ringraziare il pubblico, quasi ansiosa e preoccupata di averlo turbato con la drammaticità del suo ruolo, ma la risposta è stata eccellente.
Romolo Ricapito

 
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