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GIOVANNA E LA MUCCA TONTOLONA (prima parte)

Post n°7072 pubblicato il 01 Novembre 2015 da romolor
 
Tag: CULTURA
Foto di romolor

GIOVANNA E LA MUCCA TONTOLONA
Giovanna guardava le vetrine di un quartiere periferico di Milano in una giornata di metà aprile fredda e ventosa, caratterizzata anche da una pioggerellina insistente e fastidiosa.
La temperatura tendeva a scendere, ma Giovanna non ci faceva caso. Addosso aveva un vecchio impermeabile verde bottiglia, che aveva il merito di sottolineare la sua figura dalla linea affusolata, a dispetto del resto.
Giovanna infatti, nata nel 1957, era un po' che non si curava.
Spesso trascurava la ricrescita e i suoi capelli erano di un colore imprecisato tra il castano, l'arancione e il brizzolato.
La vecchia tintura per capelli, scadente ed eseguita da parrucchiere cinesi a basso costo, rivelava tutta la sua fallibilità.
Andava rinnovata al più presto. Ma adesso Giovanna voleva godersi la passeggiata . In via Cadreghieri le vetrine sapevano di antico e le ricordavano i sapori della sua infanzia.
A un certo punto davanti a un negozio di giocattoli, l'attenzione di Giovanna fu catturata da una collezione di nuovi peluches.
Alcuni erano topi dall'aria intelligente, con occhiali da vista. Altri scoiattollini. Poi c'erano pesci colorati e coccodrilli psichedelici.
I figli di Giovanna erano ormai grandi e i peluche li avevano buttati via da un pezzo.
La primogenita, Lavinia, conviveva ormai da quattro anni con un professore di storia dell'arte, a Lecce.
Era alla sua ennesima relazione e non aveva figli. Il secondogenito, Mario Felice, si trovava a Londra col suo compagno, Stephen, che faceva parte di una teen band.
Giovanna vedeva raramente i suoi figli, con scadenza biennale. Con loro si sentiva però tutti i giorni anche con Skype.
Giovanna si riebbe dai ricordi e prima di concentrare la sua attenzione sul suo ritorno a casa, un appartamento subaffittatole dalla moglie di un industriale a un prezzo di favore, ammobiliato con pezzi comprati a buon prezzo alle aste giudiziarie, si concentrò ancora sulla vetrina.
Il peluche più bello ritraeva una mucca...
Tale mucca dallo sguardo ingenuo e ammiccante le ricordò il personaggio che giaceva nel suo subconscio e che era il suo preferito.
Si trattava della mucca Tontolona.
La mucca Tontolona era la beniamina di grandi e piccini. Era l'idolo e la protagonista incontrastata dei Caroselli anni Settanta.
Reclamizzava un formaggio gradito a tutta la famiglia dal gusto delicato e saporito. Esso poteva essere utilizzato per la merenda dei più piccini, per condire ogni pietanza e l'estate come dolce, mischiato al gelato fatto in casa.
La mucca Tontolona era grigia, con gli occhi blu e dei ciuffi marroni tra i radi capelli.
Nei Caroselli il cartoon animato della Tontolona ballava una specie di valzer che faceva così:
Tontolona, Tontolona è una bella guagliona
Tontolona Tontolona è la mucca più buona
I bambini dai 0 ai tredici anni seguivano le avventure di Tontolona incantati, sdraiati nei loro salotti.
I più piccolini dall'aspetto roseo e paffuto, compresi i neonati,adagiati sulle gambe di mamma o papà alla vista di Tontolona strillavano di gioia e sembravano felici.
Con i pugnetti chiusi a riccio, accompagnavano la musichetta della pubblicità ondeggiando le manine a ritmo di
Tontolona, Tontolona, è la mucca più buona....
A Tontolona era legata un'iniziativa di enorme successo.
Si trattava di una raccolta punti; su ogni confezione di formaggio Tontolone era stampato un mezzo punto.
Esso andava ritagliato e incollato su un'enorme scheda da ritirare dal proprio negoziante.
Ogni seimila punti si inviava la scheda alla ditta e si aveva diritto alla spedizione del mitico peluche della mucca Tontolona.
Inutile dire che tale peluche era il giocattolo più bramato. Ma era anche irraggiungibile. Infatti occorrevano tantissimi acquisti del formaggio Tontolone per ottenere la Tontolona.
 E' certo che   la Tontolona costituiva uno status symbol ante litteram.
I figli degli industriali vantavano a scuola il possesso di una sfilza di pupazzi della celebre mucca, mentre gli impiegati e gli operai facevano un mucchio di sacrifici per regalare al proprio pargolo la desiderata, magica mucca.
I bambini volano mangiare sempre il formaggio Tontolone: non perché a loro piacesse, per la verità, ma perché intendevano completare l'album della raccolta punti.
In estate, nelle pensioni familiari, il formaggio Tontolone regnava incontrastato tra gli antipasti, surclassando il parmigiano e il grana.
Gli industriali degli altri formaggi protestavano, sostendendo che il formaggio Tontolone era privo di veri valori nutrizionali.
Ma l'avanzata del formaggio più richiesto era inarrestabile, proprio a causa del suo sponsor, frutto di un'idea geniale del proprietario della ditta casearia, il ragionier Silvio Capuavetere. (fine prima puntata)
ROMOLO RICAPITO

 
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