delirio

Tu hai perfettamente ragione a parlare in questi termini del movimento ed io non riesco a darti torto senza avvertire un senso di vertigine ma sono aperta ad ogni paradosso filosofico e scientifico possibile. D’altro canto i grandi progressi della scienza sono segnati proprio dalla scoperta che un aspetto della natura che si riteneva fondamentalmente certo fosse in realtà un'illusione da imputare agli errori o alle parziali capacità delle nostre percezioni sensoriali, come l'aria e l'acqua che ai sensi appaiono come fluidi continui, ma ad un esame più approfondito scopriamo essere composte di atomi. Non ho letto La rinascita del tempo di Lee Smolin, fisico e fondatore della facoltà presso il Perimeter Institute for Theoretical Physics a Waterloo, in Ontario ma contavo di provare a farlo e poi ti dirò. Riguardo al movimento, si sa, gli eternalisti, come anche Einstein, pensano al tempo come ad un’autostrada e che noi tutti siamo solo passeggeri di un’auto che viaggia su quell’autostrada. Potremmo anche avere un volante, ma l’auto si guiderebbe comunque e sempre da sola. Se volessimo viaggiare indietro nel tempo, quindi, dovremmo uscire dall’autostrada e ritornare indietro ad un punto precedente nel tempo, ma le nostre azioni sarebbero comunque tutte predeterminate e quindi non potremmo mai cambiare il passato. I presentisti, al contrario, credono che il tempo non sia affatto come un’autostrada; e la similitudine per loro potrebbe essere quella del guidare un’auto in un simulatore, laddove il simulatore rimane fermo e crea solo l’illusione del movimento nel tempo. Il passato, quindi, verrebbe cancellato dalla memoria del simulatore proprio mentre viene calcolato il futuro. Questo solo per dirti che, per quanto assurdi, anche un paradossi come quello argomentato da Zenone di Achille e la tartaruga sono stati utili per sviluppare concetti base nella matematica e nella fisica moderne – pensiamo al Quantum Zeno effect, l’effetto Zenone quantistico - che, riprendendo metaforicamente il paradosso della freccia, afferma che un sistema che decadrebbe spontaneamente, viene inibito o addirittura non decadrebbe affatto se sottoposto ad una serie infinita di osservazioni e/o di misure. Poi, di fatto, woood, lo sappiamo che, illusione o meno, Achille ha già compiuto 100 giri di pista prima che la tartaruga si sia resa conto di dov’è…ma, concedimelo, questa comunque è tutta un’altra storia…;-p