delirio

Eh già...perché in fondo è sempre soltanto questo: "Giusto qualche attimo fa". Giusto un attimo fa era il tuono in minaccia di sfratto, con  le nuvole che si accalcano oscure, e solo qualche attimo fa era un eterno battito luminoso di sole a parlarci di un amore sempre stato e nuovo; giusto un attimo fa eravamo seduti a scarabocchiare alberi sopra un banco di scuola ma solo un attimo fa eravamo anche al nostro primo colloquio di lavoro...E al tuono si sono aggiunte piogge, sorrisi, baci e imprecanti deliri contro il cielo e gli uomini per un mondo frantumi dentro al cuore, ma poiun attimo fa era arte, era stupore ed era genio, ed era orrore, paura e alienazione ma anche lettura e conoscenza e incontro; ed un attimo fa ho letto il tuo squarcio in versi  "spiovente spezzoni d'azzurri taglienti" pronti a conficcarsi nelle pozzanghere come nell'anima di chi ti legge, e non soltanto a cordoglio di un'anima ferita. Ché bello il tuo  corteo che, fulmineo, s'invola tra scrosci a raffiche e scoppio di risa e che bello il tuo attento ricordare, descrivendo  il tempo delle foglie che erano smeraldi appena ieri... Perché seppure io creda che esista un piano laddove ogni tempo è contemporaneamente presente all'altro, per ora noi non sappiamo raggiungerlo e viviamo in fotogrammi spezzati tutta la dolcezza del trovarci sull'altalena rapiti da un su e giù in cui, immersi nella gioia, tanto con la pioggia o con il cielo ridente, mai si sarebbe detto tempesta...Ed è questa, in fondo, la condizione per poter fare poesia...Vivere la paradossale condizione  in cui in un diluvio la nostra felicità non s'accorga della poggia ed esistere in un mondo dove fintanto che si è in una stagione, ci sembra ogni volta di essere in una stagione eterna...