delirio

E che la tregua giunga e sia, caro wood... Capita, ed in tutte le stagioni, di sentirsi un cadavere vivente in un incubo insonne, intento a vagabondare intossicato tra i veleni di un freddo mortale...Si chiama angoscia questo stretto desiderare un calore assente, laddove esiste solo il suo fantasma dalla ghiacciata e livida forma di aghi algidi...Ma ci sarà tregua - una primavera stagionale o psichica, del cuore - perchè ciclicamente, arriva, anche senza seguire il ritmo di un lunario... P.S.Ti assicuro che quando ho lasciato il mio commento, poco, fa sotto l'altro tuo post (quello precedente a questo, che mi ero persa a causa della mia assenza la scorsa settimana) non avevo ancora letto questo...ma per una strana coincidenza neuronale (?) l'ho come introdotto...Vai a vedere perché ;-p P.S. concludo la canzone dell'altro commento, allora: Una volta ho colto la rosa più rara che si sia mai degnata di sbocciare. Il crudele inverno ha gelato il bocciolo e ha portato via il mio fiore troppo presto. Oh solitudine – oh disperazione, nel cercare i limiti del tempo perché non c’è nel mondo un amore più grande del mio...