delirio

Per entrare in questa tua composizione, si dovrebbe partire dalla "etichettatura" fondamentale. Cioè: "Chi sono i leoni di tastiera?". Bella domanda a saper rispondere immediatamente; in realtà sarei un po' prudente, non fosse altro che io, te, altri amici presenti tra i commentatori, potremmo essere "leoni da tstiera" se per tastiera si intendesse quella di cui io mi stia servendo per scrivere il mio commento. Potrebbe essere una tastiera musicale? Potrebbe essere una tastira telecomando dove basta pigiare in tasto e...la vita cambia? Mi piace pensare alla prima "arma", la tstiera per scrivere e quindi, i leoni potremmo essere noi che più di altri ne abusiamo con un uso indiscriminato? Ecco, tutti in un recinto aspettando che qualcuno ci lanci un osso? Potrebbe essere, ma almeno non mi sarei aspettato un recinto unico: tutti dentro accomunati da un solo perfido destino. No, se così fosse non ci sto: quell'osso ci serve è vero, dobbiamo pur nutrirci di qualcosa per alimentarci e spesso dobbiamo servirci dell'unico asso lanciatoci per comodo, divertimento e/o per vedere l'effetto che fa. Ecco, in realtà, in questa società di recinti ve ne sono a bizzeffe, siamo raccolti in gruppi per affinità elettive o per altri pregi maligni. Sono tanti i recinti e ognuno di noi ci capitia dentro per caso o per libera scelta. E quando si è con altri da soli in quello spazio recintato, non sempre si va d'amore a d'accordo. Ognuno con le sue esigenze, con le sue preorgative, con le sue pretese, con le sue follie, deve prima soddisfare i suoi egoismi e poi forse, se è in grado, di difendersi dagli altri che sono peggiori di lui e con ben altri patemi e aspettative. Quanti cadaveri dovrebbe trasportare il fiume per sentirci cmpletamente appagati e sereni? Tanti, troppi secondo me. Anzi così tanti che noi stessi, seduti e fermi là da tempo indefinito, rischiamo di diventare senza accorgerci, cadaveri mummificati. Buona sera Sal.