delirio

…Eppure…non solo a tutti i “Giuseppe” del mondo che alla carta d’altezze laureate e di prospettive pretenziose, rosate, d’un oro zecchino - o solo placcate – hanno preferito dire un sì ai vegetali fuori dalle righe astratte, sposandosi ai campi, nell’animo pungolano aguzzi cardi. Non solo per loro macinano sempre le stesse spighe, povere di chicche. Ben poche squisitezze o raffinatezze preziose - d’intelletto o di manualità – il destino, con malanimo e benevolenza amara, somministra ai suoi sostanti in questo viziato mondo, e nelle proporzioni le porzioni di bile e fiele sembrano sempre maggiori dei sapori più graditi. Apparentemente privi d’un destino, si trovano – o si vedono – acciecati da turbe di neri corvi controvento in ogni loro attesa, modesta o cupida, tanto i Giuseppe dei campi, come quelli decretati per testimoniare sogni di realizzati di gloria. E qualsiasi cosa, Giuseppe, veda nella corsa di nubi in cielo, rubare un raggio al sole, per scriverci rossori di papaveri o narcisi colorati nell’indaco ed ornare ogni stria recisa dallo stesso paradiso, sembra essere la mossa più cospicua per piegare un brano curvato al peggio poggiandolo tra l’erba smeralda e viva…