delirio

Ci manca sempre qualcosa, è vero…quando siamo incorniciati in pose a mimare cani in caccia di lepri fuggitive, irraggiungibili come lo sono i nostri desideri, obbligati ad essere per noi ombre cinesi sopra i muri, per poter restare necessari… Per interstizi e intercapedini, inafferrabili come conigli di Alice in paesi di poche meraviglie, è vero, che ci manca sempre qualche cosa… Ma a qualcosa sembra non mancare niente, come a questa tua filastrocca, figlia di una “Vita Nuova e di stili dolcemente Cavalcanti memorie”. Ci faccio caso: tanto agli stili architettonicamente sferzati dalle correnti, quanto alla bizzaria di questo tuo stregonesco rococò in parole. Nell’equilibrio efficiente sembra anch’esso celare intenti: non assassini; ma barocchi, nel condurre a ripiegare il collo su se stesso l'incauto che provasse a sfuggire con lo sguardo verso l'alto, accompagnando alla gioiosa grazia dei giardini che ci mostri, anche le grotte oscure di un buio specchio chiamato inconscio. Come le antenne lampeggianti in cima di una foto, s’arcignano nelle parole volontà pungenti…E non solo per le mucose d'orizzonte arrossate ma anche la nostra ignava gravità in una realtà fattasi tempio del culto del nontempo, dove si fa dramma non capire cosa manchi…