Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: psicologiaforense
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 62
Prov: PD
 

umorismo e satira

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

 

 
« ESSERE E BENESSERE, SALU...LA SEGNALAZIONE: CURIOSI... »

IL CASO DEL GIORNO, ISTANZA CHOC , SEPARAZIONE, DIVORZIO, AFFIDAMENTO DELLA PROLE, DIRITTO, DIRITTI, FIGLIA, PADRE,

Post n°3787 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da psicologiaforense

IL CASO di Marina Corradi

SIGNOR GIUDICE, NASCONDA A MIA FIGLIA QUEL NONNO MUTO... 



 
«Che mia figlia non viva nella casa del nonno, paralizzato e muto per una sindrome neurologica. È troppo triste, troppo afflittivo per un bambino, assiste­re a certe situazioni».
È, in sostanza, la ri­chiesta di un padre separato al tribunale. E non è un caso isolato.
Dunque in quel laboratorio di diritti e af­fetti che sono le divisioni fra coniugi, in cui vengono alla luce prima che altrove que­stioni che altrimenti si discutono fra le mu­ra di casa, emerge una nuova domanda che pretende di essere affermata giuridica­mente: il diritto a non vedere la malattia e la sofferenza. Qualcosa di ulteriore rispet­to al «diritto a morire» teorizzato nella bat­taglia per l’eutanasia: la pretesa di non far vedere quegli stati di vita, che ai sani pos­sono apparire inaccettabili. O almeno que­sta pretesa comincia con i bambini, ve­stendosi di premura paterna: che la bam­bina non entri in quella casa dove il non­no, cui pure vuole bene, ora non risponde, non parla. Benché privo di una sofferenza fisica evidente, il silenzio degli stati vege­tativi o delle sindromi analoghe è giudica­to insopportabile; si va dal giudice, perché non sia mostrato ai figli e ai nipoti. Questa premura di genitori è singolare. Vuole na­scondere la sofferen­za di un vecchio, ren­derla come inesisten­te. Invisibile, come se quell’uomo fosse già morto.
Ma davvero, censu­rando una parte fon­damentale della vita, gli adulti proteggono i figli, o invece non proteggono se stessi da ciò che agli occhi loro, e non del figlio, è intollerabile? Sembra paradossale: in un tempo in cui tutto è visibile anche ai bam­bini, dalla pornografia alla violenza, pren­de forma un ultimo tabù: la malattia, l’in­validità, e quell’area grigia dell’assenza da sé, che a molti sembra una morte da vivi. L’ultimo tabù, l’inguardabile, l’osceno, è la malattia, e tanto più quella che paralizza, allontana – ineludibile primizia della mor­te.
  Eppure, chiunque non sia più un ragazzo ricorda di essere stato portato al capezza­le dei nonni, di averli visti magari in ago­nia; di avere avuto in casa un vecchio reso assente e bisognoso di tutto dalla demen­za. Veramente quel vedere ci ha danneg­giato? No: ci ha mostrato che esistono an­che la sofferenza e la fine, dunque ci ha spiegato qualcosa, della vita, di fonda­mentale. Certo, accanto ai bambini una volta c’erano adulti che sapevano stare di fronte alla sofferenza. Che, pure nella pau­ra e nel dolore, avevano la memoria di un senso; che rendeva la fine dei vecchi, e non solo quella dei vecchi, non assurda. La spe­ranza cristiana, magari neanche piena­mente confessata ma respirata da sempre, in una naturale osmosi, alleviava e faceva umanamente tollerabili le invalidità e le a­gonie. Dolore, ma non insensato e cieco: e dunque le stanze dei malati potevano ben essere aperte ai bambini. Che proprio da quei momenti erano, e sono ancora pro­vocati a farsi delle domande: per che cosa si vive e si muore, e cosa ne è di un nonno amato, quando sembra addormentato per sempre, e non riconosce più chi gli è caro. Domande che ne generano altre, che bru­ciano, che sfidano. Che fanno diventare grandi.
  Ma forse oggi si preferiscono figli inebeti­ti dal rumore, storditi dai consumi. e il più a lungo possibile ignari della sofferenza, del limite che, in quanto uomini, hanno scritto addosso. O forse sono i padri che, a­vendo perso la memoria di un senso, stan­no atterriti davanti a certe stanze di mala­ti. Lì dentro si è insediato, tenace, assurdo, il dolore: una faccenda che, senza speran­za, è atroce. Per questo vogliono che i loro figli non entrino, che i loro figli non veda­no. Porte chiuse. Tabù. Signor giudice, che mia figlia non veda quel nonno assente, lontano, muto. A cui io, signor giudice, non tollero di stare davanti.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenti al Post:
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 28/02/10 alle 17:10 via WEB
sarà certo un escamotage da parte del padre, una delle tante cattiverie e false scuse che si accampano in caso di separazione. ma è certo sintomatica di una società disumana e folle, che crea delle future generazioni ancora peggiori di quelle che camminano oggi sulla terra
(Rispondi)
 
 
agostino88
agostino88 il 28/02/10 alle 18:13 via WEB
odio-via-col-vento la penso come te
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 28/02/10 alle 20:50 via WEB
eh sì
(Rispondi)
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 28/02/10 alle 21:03 via WEB
così è la vita disperata o disperante
(Rispondi)
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 28/02/10 alle 17:26 via WEB
Quanto è scritto nel ricorso che chiede di non fare vedere alla nipotina il nonno disabile è gravemente lesivo di principi fondamentali dell’intero ordinamento giuridico
(Rispondi)
 
 
agostino88
agostino88 il 28/02/10 alle 18:13 via WEB
in amore e in guerra tutto è ammesso, qui siamo in guerra quindi...
(Rispondi)
 
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 28/02/10 alle 21:04 via WEB
in questo caso c'è un team prestigioso di avvocati che sostengono queste ragioni del padre, e questo fa pensare...
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 28/02/10 alle 20:51 via WEB
molto lesivo, direi
(Rispondi)
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 28/02/10 alle 17:28 via WEB
Non soltanto, ma è anche lesivo dei principii tutelati dalla «Carta Costituzionale e dalle nostre leggi, dalle norme comunitarie, dai Trattati della Comunità europea, dalle Convenzioni e dalle Carte internazionali», cioè da tutte le regole che «sanciscono chiaramente come le persone disabili abbiano gli stessi diritti fondamentali degli altri cittadini». Dunque, la disabilità non può certo «essere intesa come sinonimo di emarginazione, segregazione, allontanamento e fonte di afflizione».
(Rispondi)
 
 
agostino88
agostino88 il 28/02/10 alle 18:14 via WEB
belle argomentazioni adolfo
(Rispondi)
 
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 28/02/10 alle 20:52 via WEB
sono i principi fondanti
(Rispondi)
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 28/02/10 alle 17:28 via WEB
Tanto più che il principio di solidarietà «è obbligo giuridico di soccorrere e aiutare i deboli», da «assicurare a qualunque persona», specie tenendo poi conto che «non esiste alcuna distinzione giuridica fra vite degne e non degne di essere vissute
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 28/02/10 alle 18:15 via WEB
PSICO?! Non ci hai fornito i dati di base, anni, situazione, rapporto nonno paralitico, ecc..
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 28/02/10 alle 20:52 via WEB
bambina piccola?
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 28/02/10 alle 18:26 via WEB
Genitori di circa 30 a. Sposati da 6. Figlia unica di anni 3 e mesi 5.Convivenza intollerabile. La moglie è ritorna a casa dei suoi, il marito occupa la casa coniugale. IL GIUDICE DEVE ANCORA PRONUNCIARSI. La bimba ha conosciuto il nonno dopo l'ictus e lo frequenta regolarmente, da sempre, con naturalezza. Appunto perchè lo ha conosciuto solo già paralitico. Sembra gli voglia bene. E' una bambina contesa e come tale soffre. Del resto nella guerra, da che mondo è mondo, alla fine pagano sempre i civili... non diversamente avviene nella guerra tra ex coniugi, chi paga sono i figli.
(Rispondi)
 
 
scoglioisolato
scoglioisolato il 28/02/10 alle 19:18 via WEB
Assolutamente d'accordo con ogni tua considerazione sviluppata nel post ed in questo commento.
(Rispondi)
 
 
 
scoglioisolato
scoglioisolato il 28/02/10 alle 20:25 via WEB
Chiedo scusa a Marina Corradi per aver attribuito a Psyco il suo editoriale.
(Rispondi)
 
 
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 28/02/10 alle 20:54 via WEB
Marina ne sarà onorata!
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
scoglioisolato
scoglioisolato il 28/02/10 alle 21:33 via WEB
Luigia: era solo una precisazione riguardo ai "diritti d'autore"....
(Rispondi)
 
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 28/02/10 alle 21:05 via WEB
eppure sei anche tu un "padre separato"....
(Rispondi)
 
 
 
 
scoglioisolato
scoglioisolato il 28/02/10 alle 21:38 via WEB
Non capisco per quale motivo sia stato frainteso.....
(Rispondi)
 
bibiosa
bibiosa il 28/02/10 alle 18:27 via WEB
chiarimenti illuminanti, c'è poco altro da dire
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 28/02/10 alle 20:54 via WEB
«Mia figlia non stia con il nonno disabile»
(Rispondi)
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 28/02/10 alle 21:06 via WEB
la tesi è sempre la stessa: il figlio sta male perchè vive con l'altro genitore.....
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 28/02/10 alle 20:55 via WEB
LEGGO SUI GIORNALI:
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 28/02/10 alle 20:56 via WEB
beghe vergognose tra coniugi in fase di separazione e chi più ne ha più ne metta, caro Scoglio
(Rispondi)
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 28/02/10 alle 21:08 via WEB
questa piccola bambina dalla nascita frequentava felicemente il nonno invalido. SOLO DOPO LA SEPARAZIONE IL NONNO DIVENTA PATOGENO
(Rispondi)
 
 
scoglioisolato
scoglioisolato il 28/02/10 alle 21:27 via WEB
Luigia: ho detto di condividere tutto quanto sostenuto nel post e nel commento! La richiesta di quel padre è vergognosa oltre misura!
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 28/02/10 alle 21:00 via WEB
QUESTO POST HA UN SENSO SE SI PRESCINDE DAI MISERRIMI INTENTI DEL PADRE(mantenere la casa coniugale, punire la moglie abbandonante, evitarsi assegni di mantenimento, ecc...)PICCINERIE SCHIFOSE. E se si guarda invece al caso generale: ai bambini va fatta vivere la realtà o vanno., al contrario, isolati in una ovattata vita ?
(Rispondi)
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 28/02/10 alle 21:08 via WEB
sarebbe un cospicuo errore educativo
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 28/02/10 alle 21:01 via WEB
SOTTO UNA CAMPANA DI VETRO?
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 28/02/10 alle 21:01 via WEB
PRIGIONIERI IN UNA SERRA?
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 28/02/10 alle 21:11 via WEB
NIENTE CAMPANE DI VETRO, NIENTE SERRE..... si educa con l'ascolto e con l'esempio (specialmente con l'esempio). E che esempio fornisce una madre che abbandona il proprio genitore invalido, così come altri abbandonano il cane in autostrada?
(Rispondi)
 
scoglioisolato
scoglioisolato il 28/02/10 alle 21:46 via WEB
Ripeto: la richiesta di quel padre è OLTREMODO VERGOGNOSA.
(Rispondi)
 
pippo_217
pippo_217 il 01/03/10 alle 02:12 via WEB
I bambini pensano ciò che vedono pensare dai grandi. Ricordo che da piccino, nel momento del trapasso della nonna malata, momento di cui io non capivo la valenza, mi adeguai, senza spaventarmi alla giusta, normale sofferenza rispettosa che leggevo sui volti e nelle parole dei grandi. Più tardi mi posi mille domande e con l'aiuto dei grandi elaborai in me il concetto.
(Rispondi)
 
anonimo.sabino
anonimo.sabino il 01/03/10 alle 09:59 via WEB
D'accordo: padre un po' stronzo e pessimo pedagogo. Ma che c'entra l'eutanasia? Mi pare tutt'altra cosa.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963