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« LA FOTO CURIOSA: Body PaintingDIVORZIATI, SEPARATI: E ... »

IL TRANS CHE DELINQUE DOVE LO METTO?

Post n°3618 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da psicologiaforense

A Empoli nasce il primo carcere per i trans

E' pronto il primo carcere per i detenuti trans. Entro un paio di giorni saranno conclusi i lavori di adeguamento del carcere Pozzale di Empoli dove già a fine marzo potrebbe essere trasferita la trentina di transessuali oggi ospiti in un’ala dedicata del penitenziario di Sollicciano a Firenze.

Il provveditore toscano dell’Amministrazione penitenziaria, Maria Pia Giuffrida, ha presentato la nuova struttura di Empoli incontrando i trans nel carcere di Sollicciano: «Mi sono sembrati tutti molto soddisfatti per questa novità». La struttura è ricavata da un ex carcere femminile a custodia attenuata. «Sono stati fatti adeguamenti al sistema idraulico e a quello elettrico, e sono stati ridefiniti i livelli di sicurezza dell’istituto che prima, essendo carcere a custodia attenuata, erano minori rispetto alle prossime necessità». In vista dell’arrivo dei trans sono anche stati avviati dei corsi di aggiornamento per il personale: «Ci saranno agenti di polizia penitenziaria donne ma la maggior parte saranno maschi». Proseguono anche gli incontri con la Asl. Inoltre, la struttura per trans avrà un orto e una biblioteca. Vi si svolgeranno anche attività scolastiche.

 
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Commenti al Post:
agostino88
agostino88 il 27/01/10 alle 19:19 via WEB
era un problema che non mi ero posto
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luigiarusso
luigiarusso il 27/01/10 alle 19:30 via WEB
non sei il solo
(Rispondi)
 
 
 
fmolinari
fmolinari il 27/01/10 alle 20:34 via WEB
bello, attualissimo, originale questo post
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adolfodgl5
adolfodgl5 il 27/01/10 alle 20:59 via WEB
questo blog tratta sempre con intelligenza e semplicità temi di rilevantissimo valore culturale e sociale
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 27/01/10 alle 19:21 via WEB
queste qui delle foto e i trans in generale in sezione maschile con gli ormoni che girano con la potenza di un ciclone... sarebbero violentate da tutti compresi i secondini
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 27/01/10 alle 19:31 via WEB
no, no.. vanno in isolamento e si evitano i "contatti"
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 27/01/10 alle 19:22 via WEB
le donne non le vogliono
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 27/01/10 alle 19:32 via WEB
non le donne, le DETENUTE
(Rispondi)
 
 
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 27/01/10 alle 21:02 via WEB
le detenute hanno altri problemi: carenti condizioni igieniche, sulla scadente qualità del vitto, per la presenza di topi nei cortili, di insetti nelle celle, per i sanitari rotti e per l’assistenza sanitaria inadeguata. Le detenute denunciano inoltre la mancanza di acqua calda da due mesi, le infiltrazioni di umidità, la scarsità di materiali per la pulizia, il malfunzionamento del riscaldamento, la rarità delle visite della Asl.
(Rispondi)
 
 
fmolinari
fmolinari il 27/01/10 alle 20:35 via WEB
e vorrei anche vedere
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 27/01/10 alle 19:25 via WEB
a Firenze hanno risolto così, e nelle altre città, a Napoli Il femminiello con chi sta? E nelle altre carceri?
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 27/01/10 alle 19:36 via WEB
per es. all'interno del carcere maschile della Dozza a Bologna la trans seglieva un detenuto e vivena assieme come una coppia. Poi la cosa non è piaciuta e sono tornati a modalità di isolamento
(Rispondi)
 
 
 
umberta8080
umberta8080 il 27/01/10 alle 20:18 via WEB
si seglievano un "fidanzato" ? MAH!
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 27/01/10 alle 19:37 via WEB
il problema coinvolge anche gay, travestiti, transessuali, viado, ecc.. molti di questi hanno malattie veneree se non l'AIDS
(Rispondi)
 
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 27/01/10 alle 20:10 via WEB
Un progetto pilota che si spera faccia scuola
(Rispondi)
 
 
 
umberta8080
umberta8080 il 27/01/10 alle 20:19 via WEB
bisogna stare attenti alla c.d. "PENA IMMATERIALE"!
(Rispondi)
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 27/01/10 alle 20:11 via WEB
Questo progetto pilota, che intende in primo luogo togliere da indebite restrizioni le persone trans detenute, che in quanto tali devono subire nelle carceri italiane diverse limitazioni e discriminazioni, si propone anche di favorire un'azione di presa in carico delle persone trans e di compiere, in collaborazione con le istituzioni e le associazioni un lavoro di integrazione e avvio all'occupazione.
(Rispondi)
 
 
umberta8080
umberta8080 il 27/01/10 alle 20:20 via WEB
Se c'è un istituto penitenziario in cui intanto gli agenti sanno con chi hanno a che fare perché hanno fatto dei corsi di preparazione, se ci sono carceri dove si consente la continuazione dei trattamenti ormonali e dove non si è discriminati è una buona cosa.
(Rispondi)
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 27/01/10 alle 20:15 via WEB
Si tratta di dare dignità alle persone, è una cosa buona. il problema della discriminazione delle detenute transgender sono penalizzate e oltre il reato devono scontare la loro identità sessuale. Ad esempio nel reparto G8 di Rebibbia ai trans erano concesse soltanto due ore di aria a settimana, con limitazioni di accesso agli spazi comuni come la biblioteca, con la giustificazione del pericolo della promiscuità. In realtà si trattava di una discriminazione, come anche la sospensione forzata trattamento ormonale, che scatena una serie di reazioni che sfociano nell'autolesionismo.
(Rispondi)
 
umberta8080
umberta8080 il 27/01/10 alle 20:20 via WEB
non c'è alcun dubbio!
(Rispondi)
 
 
flozanussi
flozanussi il 27/01/10 alle 20:26 via WEB
PLAUDO E MI COMPIACCIO: Questa iniziativa ha grandi possibilità, e d'altra parte non si può continuare a relegare i trans in isolamento nelle carceri
(Rispondi)
 
umberta8080
umberta8080 il 27/01/10 alle 20:24 via WEB
è stata un'idea geniale realizzare un carcere per soli detenuti trans. Non sarà un ghetto ma un'opportunità per evitarne l'isolamento nei penitenziari e dare a queste persone le motivazione per progetti di reinserimento sociale mentre scontano la pena
(Rispondi)
 
flozanussi
flozanussi il 27/01/10 alle 20:27 via WEB
le detenute donne non vogliono i trans e, per evitare problemi, i transgender non vengono tenuti nel reparto maschile: così nelle carceri vengono ricavati reparti dedicati ai trans. Ma questo diventa isolamento. Persino l'ora d'aria la fanno a parte
(Rispondi)
 
fmolinari
fmolinari il 27/01/10 alle 20:36 via WEB
un episodio denunciato da un trans detenuto a Baldenich, il carcere di Belluno. Il fatto si sarebbe verificato nei giorni scorsi. Secondo quanto denunciato dal transessuale, una guardia carceraria lo avrebbe costretto a un rapporto orale, abusando così della propria posizione di forza nei confronti del detenuto. A rafforzare la sua denuncia, il trans avrebbe consegnato un sacchettino dove aveva riversato il liquido seminale conseguente all’atto sessuale. [...] Il magistrato di turno, il sostituto Martina Gasparini, che preferisce non commentare la notizia, avrebbe dunque aperto un’indagine per verificare l’attendibilità della denuncia. [...] I detenuti transessuali occupano un’ala apposita nella casa circondariale di Baldenich, ristrutturata da poco in seguito alle disposizioni del decreto presidenziale di Carlo Azeglio Ciampi emanato dopo le rivolte carcerarie del 2000. In virtù delle cure ormonali cui vengono sottoposti per sviluppare e mantenere caratteristiche fisiche femminili hanno spesso reazioni particolari e vengono considerati detenuti a rischio.
(Rispondi)
 
scoglioisolato
scoglioisolato il 27/01/10 alle 20:43 via WEB
Il mio pensiero è andato alle due bambine di Favara, alle quali nessuna istituzione ha prestato la minima attenzione: eppure quella casa non era invisibile.......non serviva una perizia per vedere che non si reggeva in piedi.....
(Rispondi)
 
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 27/01/10 alle 20:58 via WEB
scoglio, e questo cosa c'entra?
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 27/01/10 alle 21:04 via WEB
La transessualità è la condizione di una persona affetta da disturbo dell'identità di genere, la cui identità sessuale fisica non è corrispondente alla condizione psicologica dell'identità di genere maschile o femminile e che, sovente, persegue l'obiettivo di un cambiamento del proprio corpo, attraverso interventi medico-chirurgici.
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 27/01/10 alle 21:05 via WEB
IL PROBLEMA NASCE DA MOLTO LONTANO.....
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luiginoluigina
luiginoluigina il 27/01/10 alle 21:13 via WEB
è vero
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 27/01/10 alle 21:06 via WEB
Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (Manuale di Classificazione dei Disturbi Mentali, IV edizione, redatto dall'Associazione Americana degli Psichiatri) e l'International Classification of Diseases (a cura dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, X edizione[1]), la persona transessuale soffre di "disturbo dell'identità di genere" o "disforia di genere" (DIG). Questo senso di distonia e disforia nei confronti del proprio sesso di nascita può svilupparsi già nei primi anni di vita, durante l'adolescenza o, più raramente, in età adulta. Il gruppo "Crisalide azione trans" al Gay pride di Milano, giugno 2004.Il termine "transessuale" è stato coniato nel 1949 dal dottor David Cauldwell (1897-1959), ma è diventato di uso comune dopo la pubblicazione del libro The transsexual phenomenon (Il fenomeno transessuale) del dott. Harry Benjamin, edito nel 1966, che è diventato ben presto testo di studio universitario, in quanto è il primo libro che indaga sulla transessualità con un approccio anche nosografico, affermando che si tratta dell'unica patologia classificata come psichiatrica a non essere curata psichiatricamente. Lo psichiatra infatti non "guarisce" la persona transessuale facendola nuovamente sentire a proprio agio con il suo sesso di origine, bensì avviando la persona a cui è diagnosticato il "disturbo dell'identità di genere" alle terapie endocrinologiche e/o chirurgiche per iniziare il percorso di transizione. Anna P, fotografato nel 1922 per il libro Sexual Intermediates, di Magnus HirschfeldTale discrepanza è da inquadrarsi nel fatto che per molti decenni fra la fine del 1800 e i primi venti anni del 1900 la persona transessuale veniva effettivamente sottoposta a tentativi di "guarigione", ovvero di scomparsa del "disturbo", sia attraverso la psicoterapia, sia attraverso la somministrazione di ormoni del proprio sesso genetico. Tali tentativi furono fallimentari e determinarono un numero elevatissimo di suicidi fra le persone transessuali che subivano tali trattamenti. Soltanto intorno al 1960 si iniziò a pensare che l'unica "guarigione" della persona transessuale si potesse ottenere adeguando il corpo alla psiche e non viceversa. Il movimento transessuale mondiale rifiuta l'inquadramento psichiatrico della propria condizione pur essendo consapevole del fatto che la propria condizione richiede l'intervento della medicina per trasformare la "disforia" in "euforia" o comunque in una stabilizzazione accettabile della qualità di vita.
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luiginoluigina
luiginoluigina il 27/01/10 alle 21:14 via WEB
bella ed esaustiva resocontazione "storica".
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emma.61
emma.61 il 27/01/10 alle 21:10 via WEB
FUORI... ad usufruire delle prestazioni di transessuali MtF sono per lo più uomini che si definiscono eterosessuali: ciò stimola ad una riflessione approfondita circa la definizione e la descrizione dell'orientamento sessuale. Un'interpretazione del fenomeno vede, nei fruituri della prostituzione transessuale, degli individui subordinati alle donne o addirittura impotenti nel rapporto sessuale con loro, i quali perciò desidererebbero che i ruoli sessuali fossero invertiti, fino al punto di desiderare che le donne avessero il pene e gli uomini la vagina; provando tuttavia repulsione nei confronti dei caratteri sessuali secondari maschili (il viso, la barba e la peluria), costoro propenderebbero per un corpo dai tratti fisici quanto più femminili possibile seppur comprensivo di pene. Non è d'altro canto un caso che statisticamente molti clienti, come riporta il Sabatini, richiedano alle transessuali che si prostituiscono di usare il loro membro su di essi in modo, appunto, virile e attivo, cioè da uomini. La figura più ambita a tal proposito, è efficaciemente individuata dalla terminologia anglofona come "She-Male", la donna col pene, individuo dai tratti, dalle movenze, dall'anatomia femminile, ad esclusione dei genitali.
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luiginoluigina
luiginoluigina il 27/01/10 alle 21:14 via WEB
hai proprio ragione
(Rispondi)
 
emma.61
emma.61 il 27/01/10 alle 21:11 via WEB
QUESTO ACCADE OGNI SERA E IN TUTTO IL MONDO ...IMMAGINIAMOCI COSA PUO' SUCCEDERE IN UNA PRIGIONE MASCHILE...
(Rispondi)
 
luiginoluigina
luiginoluigina il 27/01/10 alle 21:15 via WEB
questi sono derisi di giorno e invocati piangendo di notte
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