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LA FOTO CURIOSA DEL GIORNO

Post n°3603 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da psicologiaforense

CHI MI HA VISTO?

Che nessuno faccia la spia!

Questo ippopotamo (Hippopotamus amphibius) perfettamente camuffato da montagnetta di fango, non vuole proprio essere scovato. Forse si sta nascondendo da un coccodrillo o magari da un suo simile. Perché a discapito della loro aria un po' "sorniona" gli ippopotami sono animali aggressivi e i combattimenti per la conquista delle femmine sono molto frequenti e sanguinosi tra i maschi. E come spesso accade nelle lotte tra "guerrieri", meglio morire che perdere.

 
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Commenti al Post:
bibiosa
bibiosa il 26/01/10 alle 20:04 via WEB
fortissimo questo post
(Rispondi)
 
bibiosa
bibiosa il 26/01/10 alle 20:05 via WEB
gli ippopotami (Hippopotamus amphibius),adorano dormire durante le ore più calde del giorno, riservando alle ore notturne tutte le altre attività, come mangiare. Questi animali dalla dieta vegetariana sono in grado di perlustrare fino a 33 chilometri d'acqua in una sola notte.
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 26/01/10 alle 20:36 via WEB
Si è a lungo ritenuto che la famiglia degli ippopotami avesse origine dallo stesso ceppo da cui derivano, da un lato, i suidi (maiali, cinghiali ecc.) e, dall'altro, i ruminanti (per esempio, cervidi e bovidi). Gli studi più recenti sulle origini degli ippopotamidi suggeriscono che ippopotami e cetacei condividano un antenato comune semi-acquatico che si sarebbe differenziato dagli altri Artiodattili circa 60 milioni di anni fa, per poi dar vita, circa 54 milioni di anni fa, a due branche distinte , da una delle quali si evolsero i cetacei, probabilmente a partire dalla proto-balena Pakicetus e da altri Archaeoceti. Su tali basi gli ippopotami avrebbero maggiori affinità con le balene di quante non ne abbiano con gli altri artiodattili.
(Rispondi)
 
bibiosa
bibiosa il 26/01/10 alle 20:08 via WEB
queste graziose bestioline sono tre, anche quattro tonnellate di muscoli che si possono trasformare in una mortale macchina da guerra, pronta a scattare per la supremazia del territorio o per conquistare una femmina. I due contendenti si affrontano muso conto muso, cercando di azzannarsi. Quando ci riescono, i canini - lunghi fino a 40 centimetri - hanno facilmente la meglio sulla pelle che è spessa soltanto (!) 5 centimetri. Spesso la lotta termina con la morte di uno dei due contendenti. L'ippopotamo è lungo fino a 4 metri e nonostante la mole riesce a compiere grandi spostamenti, "nuotando" per 20 o 30 chilometri in modo molto curioso: si muove sul fondo dei fiumi o dei laghi, in apnea (finanche a 6 minuti), saltellando come un astronauta che passeggia sulla luna. Una bella fatica, compensata da laute cene: in una notte riesce a "divorare" fino a 60 kg di erba.
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 26/01/10 alle 20:37 via WEB
giustissimo
(Rispondi)
 
bibiosa
bibiosa il 26/01/10 alle 20:08 via WEB
mi sono documentata!
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 26/01/10 alle 20:37 via WEB
si vede!
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 26/01/10 alle 20:38 via WEB
In tutti i territori in cui vive, questo animale contribuisce alla sopravvivenza di numerose altre specie, e l'apporto all'ecosistema del suo habitat è notevole. Spargendo il suo sterco concima infatti le praterie e il fondo dei fiumi, nei quali di conseguenza le creature acquatiche trovano una grande abbondanza di principi nutritivi. Nelle regioni in cui questi animali vivono numerosi, i pesci si riproducono in gran quantità e diversi ungulati utilizzano pascoli altrettanto ben concimati. La densità ideale sarebbe di 7,7 animali per chilometro quadrato. Oltre a ciò, vi è un bell'elenco di specie che utilizzano il dorso di questo animale come luogo "di soggiorno": uccelli (ombrette, sgarze, guardabuoi), tartarughe d'acqua dolce e persino piccoli coccodrilli. L'abitudine dell'ippopotamo di strappare l'erba raso al suolo nelle sue zone di pascolo contribuisce a evitare gli incendi di savana in un raggio di tre chilometri lungo le sponde dei corsi d'acqua. Oltre a risparmiare le macchie di alberi, quando consuma il pasto, questo animale le preserva così anche dal fuoco: per di più, le piante possono moltiplicarsi e alcune specie che finirebbero per scomparire si conservano in vita. Il che a volte causa seri guai agli ippopotami: infatti alberi e cespugli possono invadere progressivamente i pascoli provocando di conseguenza la scomparsa dell'animale. Lungo le sponde del fiume Mara, in Kenya, si verificano sicuramente dei cicli biologici (così lunghi che è difficile seguirli) prateria-foresta-ippopotami: lo sviluppo delle piante fa allontanare gli animali privati dell'erba, ma attira gli erbivori con un regime alimentare meno ristretto, come gli elefanti. Il ciclo può poi ricominciare: gli elefanti mangiano gli alberi, le cui fasi di ricrescita sono più lunghe, lasciando posto all'erba che attira gli ippopotami. Attualmente una delle due rive del fiume è molto più boscosa e gli ippopotami sono perciò piuttosto rari. A quanto pare, quindi, questi animali potrebbero facilitare la crescita degli alberi divenendo essi stessi responsabili della propria scomparsa.
(Rispondi)
 
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