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CULTURA, RIFLESSIONI, PENSIERI, IDEE, SUGGESTIONI, IDENTITA' ITALIANA, LETTERATURA, ARTE, LINGUA,

Post n°3431 pubblicato il 27 Dicembre 2009 da psicologiaforense

RIFLESSIONE DELLA SERA



PINOCCHIO.... BURATTINO TRICOLORE

 

Benché nato in Toscana, Pinocchio sfugge a una caratterizzazione geografica; è più nazionale che regionale, non è tipicamente fiorentino, polentone o terrone. Come maschera non è né Pulcinella né Arlecchino. Pinocchio sfugge egualmente al contrasto tra l'Italia povera e l'Italia opulenta. La sua esaltazione di una vita da vagabondo tra scoiattoli e farfalle è un puro capriccio, la sua visione del lavoro dei campi arcadica, ma negativa…. una contraddizione, insomma, risolta in unità; e come tale affidata, nelle stagioni della critica (non solo letteraria), al succedersi delle più variegate, appassionate, esagerate identificazioni. Il burattino che ha attraversato le stagioni dell'esistere, senza mai perdere la sua essenza di mutevolezza, la sua capacità di adattamento anche alle situazioni più paradossali di una realtà addirittura scollegata dalla sua autentica essenza. L'eroe senza eroismi di una nazione che in sé si riflette e nei suoi personaggi si identifica, fornendo delle lettere – e quindi della sua tradizione anche meno illustre – un quadro sempre dinamico e suscettibile di miriadi di interpretazioni. L'ulteriore, misteriosa caratterizzazione di un libro che desta interesse anche nelle epoche del rifiuto di ogni linearità narrativa; anche nei tempi dell'emarginazione della consequenzialità stilistica; anche nelle mode imposte di processi narrativi sempre più costruiti a tavolino – o al computer – e sempre meno affidati alla dialettica dei personaggi con il mondo reale e immaginario attorno a essi costruito.

Per questo credo che PINOCCHIO  si possa assumere
a modello dell’identità italiana  

 
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Commenti al Post:
auroraml
auroraml il 27/12/09 alle 18:41 via WEB
difficile reperire, nell'ambito della letteratura nazionale, un personaggio più rappresentativo della complessa identità degli italiani
(Rispondi)
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 27/12/09 alle 18:44 via WEB
in una prospettiva attivista, una figura dinamica, curiosa, ficcanaso, irrequieta, incontentabile, in cerca continuamente di qualcosa di meglio
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 27/12/09 alle 20:11 via WEB
L'ITALIANO cara AURORA: l'eroe senza eroismi di una nazione che in sé si riflette e nei suoi personaggi si identifica, fornendo delle lettere – e quindi della sua tradizione anche meno illustre – un quadro sempre dinamico e suscettibile di miriadi di interpretazioni.
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 27/12/09 alle 18:42 via WEB
modello il Pinocchio della tradizione con la sua incredibile resistenza al tempo delle epoche, con la sua adattabilità – paradossalmente, anche linguistica – agli idiomi di tutto il pianeta.
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 27/12/09 alle 18:54 via WEB
una «italianità» così come sul personaggio è venuta costruendosi, e da se stessa mutando, nel corso dei decenni sommati al secolo e ben oltre.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 27/12/09 alle 20:13 via WEB
PENSA CARISSIMA AMICA al cammino della «fortuna» di Collodi, partendo proprio da quella triade (gli altri due, De Amicis e Salgari) che più o meno legittimamente si appropria della «rappresentanza letteraria» italiana tra la fine dell'Ottocento e i primissimi del Novecento.
(Rispondi)
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 27/12/09 alle 19:36 via WEB
che sia, al di là dell'apparenza di racconto per bambini, un testo profondo, non c'è dubbio. ricordo che in un libro memorabile il cardinal Biffi ne fece una lettura spirituale come metafora del percorso dell'anima, dal peccato alla salvezza
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psicologiaforense
psicologiaforense il 27/12/09 alle 20:15 via WEB
ACUTA OSSERVAZIONE AMICA MIA CARISSIMA!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 27/12/09 alle 20:16 via WEB
TI RIFERISCI .. "ODIO VIA COL VENTO" a Pinocchio riletto dal cardinale Biffi: "L'alto destino di una testa di legno". Altro che libro ateo! È un capolavoro teologico
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 27/12/09 alle 20:18 via WEB
DICE BIFFI: «Una prima illuminazione l'ebbi in terza liceo dalla lettura di un saggio di Piero Bargellini: Pinocchio ovvero la parabola del figliol prodigo. Poi vennero gli studi di teologia. La mia tesi di dottorato su "Colpa e libertà nella condizione umana" fu tutta debitrice al libro di Collodi. Solo che dovetti scriverla in linguaggio accademico, col risultato che fu apprezzata da tutti e letta da nessuno. Infine vennero i cupi anni Settanta».
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