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RIFLESSIONE DELLA NOTTE, I NOSTRI RAGAZZI DEL '99

Post n°8730 pubblicato il 14 Ottobre 2016 da psicologiaforense

È notizia di pochi minuti fa che il più alto numero di morti  fra gli adolescenti è causato dall’alcolismo.  Non è una informazione,   è un necrologio sociale che fa molto male. In diverse città  d’Italia esiste  una strada o una piazza  dedicata a  “I ragazzi del ‘99”, quei giovanissimi che nel  1917 dopo la sconfitta di Caporetto sono stati mandati a salvare il salvabile di una guerra orrenda cominciata male e condotta ancora peggio. Ma i nostri ragazzi del 99 quelli nati non alla fine dell’800 ma alla fine del XX secolo, quelli che oggi hanno meno di 18 anni: non avranno nè targhe stradali, né encomi, né medaglie eppure sono morti e muoiono anche loro in guerra . Una guerra sorda ed implacabile. Nessuno li manda al fronte: niente baionette né granate, niente pidocchi né amputazioni anzi  benessere, pulizia, vacanze e movida. Fare i moralisti sarebbe fin troppo facile e comunque non servirebbe a niente i loro generali sono alcool e droghe la loro guerra di posizione  sono le  ore ed ore consumate, come cantava Francesco Guccini, alla ricerca di qualche cosa che non trovano. Non bisogna generalizzare, è vero, molti costruiscono la loro vita nello studio e nel lavoro ed è una casa costruita sulla roccia. Troppi però lasciano la vita in trincee invisibili, figli del riflusso, cresciuti nel cinismo più bieco, abituati a sputare su  tutto e su tutti tranne che sul denaro. Sappiamo bene che il deserto va attraversato per quanto lungo possa essere il peregrinare. Dobbiamo confidare che acqua e manna non mancheranno neppure però fatica e stanchezza.

 
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Commenti al Post:
maraciccia
maraciccia il 14/10/16 alle 22:58 via WEB
Quante trincee invisibili..e guerre pronte a portarsi via i giovani..guerre sorde e implacabili..hai scritto bene..e una tira l'altra..
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maraciccia
maraciccia il 14/10/16 alle 22:59 via WEB
morire per alcool e droghe però è proprio da stupidi..
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Utente non iscritto alla Community di Libero
AURELIO il 15/10/16 alle 04:17 via WEB
Come vedono il futuro ? E come si vedono nel futuro? L'incertezza, la precarietà, l'ansia societaria, quanto incidono nella loro immagine in prospettiva? Quanto la precarietà - di vita e di lavoro - incide sulle loro scelte nel presente e sulla percezione degli anni a venire?
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Fiorella il 15/10/16 alle 04:19 via WEB
l concetto di "gioventù" indica oggi una fascia di età sempre più estesa, che si spinge ormai ben oltre la soglia dei trent'anni. Ciononostante nel nostro paese la quota dei giovani sul tolale della popolazione è in costante diminuzione. Cosa si nasconde dietro questi dati apparentemente contraddittori? Una condizione di vita altrettanto paradossale. I giovani hanno sempre meno risorse proprie, perché quelle (crescenti) di cui godono le ottengono dai genitori. Vivono quindi un po' come i nobili a Versailles: non manca loro nulla (in media), ma hanno perso ruolo e potere nella società, e (di conseguenza?) voglia di partecipare ed essere protagonisti. Non sorprende che un simile limbo crei situazioni di disagio anche gravi.
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geishaxcaso
geishaxcaso il 15/10/16 alle 09:30 via WEB
La voglia di ribellione e di differenziarsi dagli adulti credo che sia e sia sempre stato il modus vivendi dell'adolescenza, è un fatto di crescita, si cerca di trovare se stessi, misurarsi, varcare soglie, guadagnare libertà... i ragazzi di oggi non hanno limiti o barriere da superare, non devono guadagnarsi abbastanza fiducia per uscire al sabato sera e rientrare PRIMA della mezzanotte, comandano loro, senza averne la forza. Allora i limiti da superare li trovano in rete, chi scopa di più, chi fuma di più, chi beve di più.... Non è colpa degli adolescenti Giu', li mandiamo al massacro noi genitori ... Buon sabato ;)
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romamia17
romamia17 il 16/10/16 alle 18:53 via WEB
Notizie davvero allarmanti, d'una realtà, in ombra, che miete vittime...animolibero
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