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« AMICHE TOSSICHE, CATTIVE...RIFLESSIONE DELLA NOTTE »

LA SENTENZA DI CASSAZIONE, È REATO FINGERE DI ESSERE SINGLE

Post n°8676 pubblicato il 12 Agosto 2016 da psicologiaforense

Per la Suprema Corte, far credere all'amante di essere single o divorziato quando non è vero è un reato punibile penalmente e non si tratta certo di «bigamia» ma di «sostituzione della persona». Integra infatti il reato di cui all'articolo 494 del codice penale colui che negli anni si sia attribuito un falso stato libero (separato, divorziato o non legato da un matrimonio religioso) per avviare e mantenere una relazione affettiva....


IL FEDIFRAGO È REO DI ALTA INFEDELTÀ E VA CONDANNATO


La Suprema Corte di Cassazione  con  sentenza n. 34800 del 10 agosto 2016  ha stabilito che costituisce reato  farsi passare per single quando non è vero confermando la condanna a un uomo che aveva conquistato una donna dicendo di essere divorziato

QUESTI I FATTI:

Un uomo, regolarmente sposato, si innamora di un'altra donna facendole credere di avere intenzioni matrimoniali. La poveretta, ignara della reale situazione dell'amato, progetta il matrimonio, iniziando una convivenza e, dopo la frequentazione di un corso prematrimoniale, rimane incinta di un figlio. Il rapporto si interrompe quando, insospettita dai continui rinvii del grande evento, scopre che il compagno non solo e non soltanto non si era separato dalla prima moglie, ma questa aspettava pure un figlio.

Inizia così una battaglia legale fatta a colpi di procedimenti penali che hanno portato alla definitiva condanna del mistificatore che, dopo i primi sospetti della fidanzata e dei di lei genitori, era arrivato al punto di esibire certificati falsi che attestavano di avere ottenuto l'agognato divorzio. Ma i certificati altro non erano che dei documenti ottenuti con dei copia ed incolla creati dal computer.

 
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Commenti al Post:
maraciccia
maraciccia il 12/08/16 alle 12:14 via WEB
ahahahah...e che gli vuoi dire a uno così???...che fa copia incolla di documenti!!..ma ci sei o ci fai??..ahahah
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/08/16 alle 19:23 via WEB
ingannare l’amante Negli anni è diventato reato anche spiare il telefono del coniuge 704 0 12/08/2016 federico capurso roma Talvolta si crede tanto nella famiglia da averne due. Ora però, sentenzia la Cassazione, far credere all’amante di essere single o divorziato quando non è vero è un fatto punibile penalmente. Si tratta di «sostituzione della persona»: non basta però illudere il secondo partner di essere liberi da altri legami, si deve anche cercare un’utilità, come una convenienza economica o il semplice mantenimento di un rapporto sentimentale che altrimenti verrebbe perduto.
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 12/08/16 alle 12:14 via WEB
secondo me più che una condanna gli servirebbe un cura..ma forte!!
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/08/16 alle 12:41 via WEB
La sentenza di questo primo scampolo di agosto è esemplare perché condanna penalmente i finti celibi e tutti coloro che, per mantenere una relazione sentimentale o avere facili rapporti sessuali, non esitano ad utilizzare ogni mezzo illecito. Il vero problema è che in questa storia, la vittima non è solo la povera sventurata ingannata dal falso stato del fidanzato. Dietro le quinte, esiste anche la figura della moglie, altrettanto ingannata ed ignara di quello che il marito stava combinando. Moglie che era in attesa di un figlio.
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monellaccio19
monellaccio19 il 12/08/16 alle 12:28 via WEB
Beh se lo dice la Cassazione, c'è da crederci!!! Buondì.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/08/16 alle 12:42 via WEB
E la Cassazione, in tema di danni endofamiliari, entra spesso a gamba tesa. In plurime sentenze è stato definito reato sottrarre al partner il cellulare per spiarlo (proprio di recente la stessa Cassazione ha confermato la condanna a un uomo condannato per rapina per avere preso il cellulare della fidanzata per leggerne i messaggi) oppure utilizzare un «profilo» sui social network, con l'immagine di una persona inconsapevole, associata ad un nickname di fantasia. Come è reato, e quindi condannabile, chi si attribuisca un falso nome in modo da avviare una corrispondenza con chi non la avrebbe altrimenti concessa.
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canescioltodgl10
canescioltodgl10 il 12/08/16 alle 14:33 via WEB
Beh, visto per quanto tempo e in quali condizioni ha portata avanti la storia direi che la sentenza è anche mite...
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psicologiaforense
psicologiaforense il 12/08/16 alle 16:00 via WEB
Decisamente! Quello che conta però è l'aver affermato (al di là di ogni ambiguità) che le condotte in esame (frequentissime) integrano il reato previsto e punito dall'art. 494 del codice penale
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karin20
karin20 il 12/08/16 alle 19:25 via WEB
In questo c aso specifico, e tu lo evidenzi bene nel post, gli ermellini si sono trovati di fronte alla storia di un tradimento dai risvolti grotteschi. Lui, già sposato, aveva portato avanti a lungo una seconda relazione. All’inizio, il teatrino seguiva ancora il copione dei grandi classici dell’infedeltà: far credere all’amante di voler stare con lei, di essere separato e di avere concrete possibilità di ottenere un annullamento del precedente matrimonio.
(Rispondi)
 
karin20
karin20 il 12/08/16 alle 19:25 via WEB
Con il tempo, però, la liaison diventa una cosa seria e la trama della storia si ingarbuglia. Lei lo presenta alla sua famiglia, viene concepito un figlio e si intavolano i primi discorsi di matrimonio. Eppure, dalla Sacra Rota ancora non arrivano notizie. Piuttosto, iniziano a insorgere i primi dubbi sulle sue buone intenzioni. Messo spalle al muro e a riprova della sua onestà, si presenta dall’amante con l’agognato documento di divorzio. Peccato si tratti di un certificato posticcio creato al computer. La sua fortuna, in questo caso, è quella di non avere particolari abilità nella contraffazione di documenti, evitando così il reato di falso in atto pubblico. Per la Cassazione, infatti, si tratta di «falso grossolano». Lei nel frattempo, già insospettita, inizia a indagare. Scopre così che l’uomo non solo non è separato ma continua a vivere con la moglie dalla quale, tra l’altro, aspetta anche un figlio. E si finisce in tribunale.
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geishaxcaso
geishaxcaso il 12/08/16 alle 19:59 via WEB
Di c....ni che mantengono in piedi storie parallele è pieno il mondo, e anche di povere criste che ci credono, penso che causa della condanna siano state più che altro le autentiche e concrete carte false :/
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psicologiaforense
psicologiaforense il 12/08/16 alle 20:45 via WEB
Per la Cassazione "il delitto di sostituzione di persona appartiene al novero dei delitti contro la fede pubblica ma ha natura plurioffensiva, in quanto tutela anche gli interessi del soggetto privato nella cui sfera giuridica l'atto (nel caso l'attribuzione del falso stato) sia destinato ad incidere concretamente". E la nozione di vantaggio, come dimostra l'evoluzione della giurisprudenza, va ben oltre il mero concetto di utilità economica essendo interpretata "in termini piuttosto ampi, ricomprendendo qualunque forma di vantaggio, anche lecito e di natura non patrimoniale". Così, si è ritenuto, afferma la Corte, citando i vari esempi, integrato il reato nella condotta di chi crea un falso profilo sui social network usando l'identità di un altro soggetto al solo fine di avere più contatti (cfr. Cass. n. 25774/2014), e ancora di colui che si attribuisce un falso nome per corrispondere con soggetti che altrimenti non gli avrebbero concesso la loro amicizia (cfr. Cass. n. 36094/2006). Per cui, concludono dal Palazzaccio, "non si vede per quale motivo possa essere escluso dalla nozione di vantaggio l'avere instaurato o comunque mantenuto per un apprezzabile lasso di tempo una relazione affettiva e di convivenza". Il dolo era rintracciabile, dunque, nella menzogna dell'uomo sul suo stato finalizzata a mantenere una relazione affettiva altrimenti impossibile.
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diogene51
diogene51 il 13/08/16 alle 12:54 via WEB
La cosa dovrebbe interessare vari utenti di questa Community, buona giornata!
(Rispondi)
 
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