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Post n°8661 pubblicato il 10 Luglio 2016 da psicologiaforense
Pensieri sulla vita perchè la vita è intrisa di pensieri e i pensieri spiegano la vita... pensieri sulla vita per fermarsi su idee corrose dalla banalità e riscoprirvi un senso sotteso e per svegliarci nello stupore della realtà... pensieri sulla vita per ritrovare la propria interiorità... LE MODERNE TORRI DI BABELE La pena dell’incomprensione tra gli esseri umani Tutti conoscono il racconto biblico della torre di Babele. Vi si narra di uomini che in un tempo remoto parlavano una sola lingua ma che finirono per non comprendersi più, divisi da mille idiomi differenti, proprio mentre costruivano la grande torre che doveva arrivare fino al cielo. Dio aveva voluto punire così il loro peccato di superbia. La torre non fu mai terminata perché coloro che ci lavoravano non riuscivano più a capirsi e andò in rovina. La pena dell’incomprensione tra gli esseri umani è forse la più dolorosa che ci sia perché è come se da quella discendessero tutte le altre. Lo sperimenta chiunque di noi nella vita quotidiana ed è un fatto tanto più penoso quanto più vicine ci sono le persone che dovrebbero capirci o che dovremmo capire e che può capitare di sentire all’improvviso ostili e intraducibili come se davvero non si parlasse più la stessa lingua. Vale allora la pena di chiedersi quando questo accade se ancora una volta non siano la superbia e l’incapacità di prestare ascolto a costruire le nostre torri di Babele quotidiane.
Commenti al Post:
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Guido il 10/07/16 alle 13:44 via WEB
Un post di grandissima attualità: solitudine, incomunicabilità, disagio del vivere in un mondo dove apparire e mostrarsi è ormai divenuto l'impegno più comune (e forse il solo)
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psicologiaforense il 10/07/16 alle 14:05 via WEB
Grazie. E' vero che oggi conta molto di più l'apparire che l'essere...
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psicologiaforense il 10/07/16 alle 14:06 via WEB
Ho scritto altrove: SI FA PRESTO A DIRE.... "COMUNICARE" E
"COMUNICAZIONE"
I gesti, gli sguardi, il tono della voce, formano messaggi che definiscono profondamente quanto viene detto (o non detto) a livello esplicito e spiegano, ad esempio, se una comunicazione ha un senso amichevole o conflittuale, serio o scherzoso, pericoloso o innocuo.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 10/07/16 alle 14:06 via WEB
.....Messaggi espliciti, sottintesi, indiretti, gestuali, combinandosi realizzano apprezzamenti, squalifiche, critiche, che vanno a consolidarsi o, spesso, a destabilizzare le relazioni. Ed è appunto la difficoltà nell'identificare quei segnali che dovrebbero dire a un individuo di che genere è un messaggio che fanno naufragare nell’ambiguità di senso e nella palude dei fraintendimenti le comunicazioni tra due o più persone.
(Rispondi)
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maraciccia il 10/07/16 alle 14:46 via WEB
...ma come fai..?..leggi il pensiero?..e comunque io c'ho rinunciato da tempo a capire...e detta fra me e te..preferirei di gran lunga starmene da sola che anche solo provare a tradurre una parola a qualcuno. Ognuno capisce solo ciò che vuol capire..non è nemmeno una questione di incomprensione. Ho compreso benissimo io e altrettanto hanno fatto loro.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 10/07/16 alle 16:26 via WEB
Questo è il tuo momento! Le risposte sono tutte nelle tue mani (ti scrivo in pvt).
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lascrivana il 10/07/16 alle 14:46 via WEB
Sai cosa più mi fa rabbia? Si proprio rabbia come i cani. Il fatto che tutti stiamo cadendo in questo gioco crudele che è la rassegnazione a un mondo privo d'ideali e di valori. E' più forte di me. E' un boccone amaro che faccio fatica a ingoiare; quasi come a voler con un colpo di bacchetta magica far sparire quel che tu ben dici in questo post. Io, ne mio piccolo, ci provo a scappare dalla torre di babele.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 10/07/16 alle 16:28 via WEB
Carissima ti capisco perfettamente ma la salvezza del nostro mondo si trova nel cuore delle persone,nella loro umiltà, responsabilità e capacità di riflessione
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dinobarili il 10/07/16 alle 15:29 via WEB
Bellissimo post. Molto attuale. Quando le persone studiano troppo finiscono per non comprendere e non comprendersi più. Ogni persona si sente al centro del mondo, unica e assoluta. Pensa di essere diventata un Dio ... e rimane sola a parlare con sé stessa ... a rimirare la propria immagine riflessa nello specchio. Potrebbe solo dire ... "un pover uomo tu sei" ... perché gli uomini veri ... ridono, cantano, amano ...e sanno che sono solo gli ATTORI sul PALCOSCENICO DEL MONDO (in questo momento) ... dove il REGISTA E' DIO. Dino
(Rispondi)
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marcella.988 il 10/07/16 alle 16:36 via WEB
Bisogna comunicare per pacificare. Essere portatori di pace nelle diversità dei costumi, delle etnie, dei credo religiosi, del colore della pelle, delle differenze generazionali
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psicologiaforense il 10/07/16 alle 16:38 via WEB
Hai ragione! La strada della pace, se ha i suoi massimi responsabili nei reggitori dei popoli, può trovare in noi preziosi collaboratori, se diventiamo capaci di far maturare - in una sempre più ampia opinione pubblica - il desiderio di una civile e pacifica convivenza. La palestra per questa maturazione è la vita quotidiana. ln essa si verificano, sia pure in dimensione ridotta, le stesse tensioni, gli scontri dolorosi di passioni, di interessi, di mentalità, di partiti, di affetti. Ne nascono odio e incomprensione.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 10/07/16 alle 16:39 via WEB
....Esiste infatti, persino tra blogger o vicini di casa una conflittualità permanente, che ben conosciamo, radice di molti problemi. Il compito di disarmare i cuori e di aprirli a migliori relazioni con gli altri, nel rispetto della giustizia; ecco un contributo concreto che ci è richiesto per la costruzione di una possibile pace futura! Isolare psicologicamente i violenti, rimuovere le cause di dissensi, difendere - anche in minoranza - i diritti dei deboli e degli oppressi: ecco una serie di impegni che dovremmo assumerci. Non possiamo rimanere spettatori inerti, o spaventati dell'isolamento in cui siamo chiamati a vivere.
(Rispondi)
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MALEDETTA ESTATE il 10/07/16 alle 20:57 via WEB
Crisi globale, banche che rovinano i clienti, economia in malora, disoccupazione, criminalità, immigrazione selvaggia, guerra tra poveri, corruzione, borse allo sbando, Europa inconsistente, brexit, terrorismo, innocenti trucidati. E la chiamano estate/
questa estate senza nulla/
ma non sanno che sopravvivo/
ricordando sempre la lira/
il profumo del mare/
non lo sento non c'e' piu'....
(Rispondi)
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 00:16 via WEB
Una elencazione impietosa: tanto inquietante quanto dettagiata e precisa:-)
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 00:18 via WEB
No, la colpa principale è ripetere sempre lo stesso "copione di vita". E' un po' come i docenti che dicono di aver insegnato per 40 anni ma, in realtà troppo spesso, hanno insegnato un anno solo per 40 volte. MARA ti dice niente?
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maraciccia il 11/07/16 alle 23:40 via WEB
..si, purtroppo speso è così, e non solo per gli insegnanti..
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mrjnks il 10/07/16 alle 22:28 via WEB
Sempre interessanti e attuali i tuoi atgomenti, apprezzo sopratutto la tua capacità nel sintetizzare un argomento molto ampio e complesso, curiosamente anche io mi sono espresso in merito, certamente con altro stile, imparagonabile al tuo, ma certo che coglierai comunque il senso delle mie, felicità sempre
(Rispondi)
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 00:19 via WEB
Grazie, ma come sei esagerato! Sono passata a leggerti anche poco fa:-))
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mrjnks il 12/07/16 alle 01:54 via WEB
Che dire, punti di vista addizzionati a momenti decisamente no, come dire .. torri che crolano, buon proseguo, Kris
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diogene51 il 10/07/16 alle 22:52 via WEB
E' proprio così, è per orgoglio, ci sono persone, anche a noi vicine, che hanno una esagerata opinione di sé e si rifiutano di parlare con gli altri.
(Rispondi)
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diogene51 il 10/07/16 alle 22:57 via WEB
L'orgoglio è forse il sentimento più stupido, perché ignora la comunanza di tutti gli esseri umani...
Buona serata, Giuliana!
(Rispondi)
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 00:35 via WEB
Infatti, come rileva giustamente anche il mio Amico Umberto Galimberti l'orgoglio è la consapevolezza del proprio valore e delle proprie possibilità che, quando è contenuto nei giusti limiti rafforza l'autostima e facilita l'assunzione di responsabilità. In caso contrario è sintomo di un'ipertrofia dell'IO o di una compensazione di sentimenti di inferiorità che si traducono in disistima per il prossimo, isolamento e alterazione dei rapporti sociali e affettivi.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 00:37 via WEB
Grazie RENATO, buona settimana entrante. Questo è il primo mese di luglio che passi da pensionato anche se continui le tue attività...
(Rispondi)
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 00:13 via WEB
Sì, perchè Carissima MARINA, ognuno di noi ha un suo modo particolare di comunicare: il tono, le parole, i gesti, le frasi ricorrenti... E' chiaro che le forme della comunicazione possono anche esprimere la nostra personalità o situazioni di disagio e di conflitti.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 00:14 via WEB
In altro post, come forse ricorderai, ho elencato le "
NOVE FORME DI COMUNICAZIONE":
1. LA FORMA TRADIZIONALE
Sono vincolata alle regole della vita sociale: tutto deve soddisfare gli standard del buon gusto. Conosco a memoria il modo di gestire una serie di argomenti che sembrano "neutri" in una discussione che sta diventando scomoda. Non mi sfogo o inceppo.
2. LA FORMA DELL'ABITUDINE
Mi muovo sul sentiero delle buone maniere, cioè del "politicamente corretto". Ma ho una scintilla che salta fuori di tanto in tanto che mi fa dire anche parole ineleganti, come a voler dimostrare e sottolineare qualcosa.
3. LA FORMA RAZIONALE
Comunicare mi sembra il modo ideale per esercitare l'arte della persuasione. I miei discorsi sono spesso lunghi monologhi complessi: voglio essere certa d'aver spiegato bene. Questo atteggiamento riflette il dominio della ragione: è tutto nella mente.
4. LA FORMA ANSIOSA
Il mio stile per comunicare è caratterizzato dal timore di non farmi sufficientemente capire, apprezzare, approvare. E’ un susseguirsi di domande, scuse, correzioni. Un modo di esprimermi che rivela tutta la mia insicurezza.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 00:15 via WEB
.... 5. LA FORMA DEPRESSA
Parlo poco e con voce bassa mista a paura. Non trovo mai un buon argomento di conversazione che m'interessi per più di cinque minuti ... a volte mi contengo per non esplodere o scateno un'aggressività repressa e colpevole.
6. LA FORMA REPRESSA
Ciò che conta per me è il controllo. Mai una parola di troppo, mai un gesto sbagliato. Blocco l'espressività per fermare la carica emotiva che è in me.
7. LA FORMA SOSPETTOSA
Parlo spesso servendo mi di metafore e proverbi che appartenevano alla mia famiglia d'origine e pongo attenzione a ogni gesto e a qualsiasi sguardo ed espressione, per sottolineare come valide le
mie ragioni. In questo modo la comunicazione con gli altri viene compromessa dai miei pregiudizi.
8. LA FORMA EGOCENTRICA
Tendo a metter mi al centro di ogni tipo di comunicazione. Spesso parlo in prima persona e mi piace raccontare aneddoti e cose che mi sono successe. In questo modo corro il rischio di togliere spazio agli altri: in pratica non do vita a un vero dialogo.
9. LA FORMA SPONTANEA
Si tratta di un modo di comunicare liberamente, in modo naturale. I miei pensieri arrivano direttamente al mio interlocutore, senza filtri. Lo sguardo, i gesti, sono risorse che mi danno fiducia. È la strada migliore per una comunicazione veramente efficace.
(Rispondi)
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geishaxcaso il 11/07/16 alle 23:14 via WEB
:D credo di essere un mix tra la forma dell'abitudine e la forma spontanea.... cosa ne pensi?
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ilkappafl il 11/07/16 alle 03:18 via WEB
...infatti qualcuno aveva detto: "l'Inferno e' l'impossibilita' della ragione"...ciao Psiko...K
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allegra.gioia il 11/07/16 alle 07:36 via WEB
buongiorno..la vedo passare spessissimo su i miei blog e quelli dei miei amici, talmente spesso che visto che lei non si degna a lasciare un saluto lo faccio io che sono educata..gioia sempre
(Rispondi)
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 11:09 via WEB
Buongiorno, guarda che non c'è l'obbligo di commentare o salutare. Il blog è fatto per essere letto e a me piace leggere. Tutto qui.
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allegra.gioia il 11/07/16 alle 11:35 via WEB
quindi il dialogo è uno strumento di comunicazione..dal latino cum = con, e munire = legare, costruire e dal latino communico = mettere in comune, far partecipe, benissimo allora se a lei piace leggere e non è un obbligo lasciare un saluto, continui pure io non sono in accordo -ma io sono solo molto giovane- e forse devo fare esperienza magari osservando i tanti navigatori e imparando questo uso particolare,che per mia fortuna non è usato da tutti..grazie della chiara risposta Signora..gioia sempre
(Rispondi)
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LA.QUARTA.LUNA il 11/07/16 alle 09:43 via WEB
Spesso delle incomprensioni cercate e volute, con tutto ciò che ne consegue.
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 11:12 via WEB
Sì anche perchè come dice, tra il serio e il faceto, Fabio Volo : " La tv ci ha diviso, il cellulare ha cambiato i rapporti, i lettori mp3 aumentano l’incomunicabilità...."
(Rispondi)
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gabbiano642014 il 11/07/16 alle 10:55 via WEB
Buongiorno...Negli fili spezzati della comunicazione,il non comprendere odierno delinea i sintomi della confusione o dell'indebolimento del pensiero? L'esaltazione del potere,dell'apparenza hanno portato all'irrigidimento del pensiero,che cosa occorre per promuoverlo?Una torre di Babele che permetta l'esistenza della comunità,oltre al potere della superbia una vera costruzione dello spirito,l'essenza della comunicazione.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 11:16 via WEB
BRAVA! L'essenza della comunicazione, dici tu. Cioè passare dalle parole al dialogo.
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 11:17 via WEB
Il dialogo non è semplicemente una forma di comunicazione privilegiata che attraversa le distanze tra l'io e il tu, alla ricerca di quella tensione unica (ma non univoca), unitaria (ma che salvaguarda la dualità), che appartiene a ciascuno di noi. E che svela noi a noi stessi, proprio mentre incontriamo l'altro.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 11/07/16 alle 11:19 via WEB
... quindi il dialogo è uno strumento di comunicazione: la comunicazione, a sua volta, può creare la comunione. Ovvero un'autentica relazione interpersonale, per cui l'uno dona all'altro non solo quello che sa; non solo quello che ha; ma quello che è.
(Rispondi)
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nina.monamour il 11/07/16 alle 12:22 via WEB
Buongiorno la superbia affonda le sue radici nel profondo dell'uomo, che è sempre teso alla ricerca e all'affermazione della sua identità, la quale non è qualche cosa che si elabora al proprio interno, ma è qualche cosa che ciascuno negozia nel rapporto con gli altri, da cui attende il riconoscimento. Il bisogno di riconoscimento nell'essere umano è fortissimo, forte al pari di altri bisogni più esistenziali. In sintesi
avere un concetto talmente elevato di sé da negare la propria condizione di creatura. E anche su questa piattaforma vi è un bel pò di gente superba. Buona giornata Giuliana.
(Rispondi)
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