Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

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umorismo e satira

 

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« COSTUME, SOCIETÀ, SESSUA...LA RIFLESSIONE PER UN NU... »

TU IN CHE SITUAZIONI SEI? QUELLI CHE... IL MURO, IL BIVIO, LA NEBBIA, PSICOLOGIA, SCIENZA DELLA VITA, IL MALE DI VIVERE

Post n°8016 pubblicato il 12 Settembre 2014 da psicologiaforense

Ti trovi ad avere a che fare con problemi che sei incapace di gestire? Avverti confusamente una mancanza di autocomprensione e  di costruttività? Ti stai domandando: «Cosa mi capita?»; «Ora cosa faccio?»; «Come faccio?».

 

SCEGLIERE DI ESSERE RESPONSABILI DELLA PROPRIA VITA PER TROVARE LA FELICITÀ?

 

In  situazioni esistenziali di difficoltà solitamente si focalizza il pro­prio disagio su una richiesta circoscritta e abbastanza superficiale  rispetto al problema che si sta vivendo. Problema  la cui soluzio­ne, spesso,  viene demandata  a terzi con un atteggiamento delegante che si può  sintetizzare in TRE  fattispecie:

IL MURO.
Una persona che dopo un certo cammino si trovi davanti ad un muro per­ché la strada percorsa l'ha condotta in un vicolo cieco, non se la sente di invertire la marcia, tornare indietro, ricominciare daccapo. Chiede allora ad altri  che rimuovano o forzino l'ostacolo, che vi aprano comunque un varco o gli indichino un varco, che trovino almeno un'altra "via di uscita". PER SE STESSA INFATTI SOSTANZIALMENTE CHIEDE DI NON CAMBIARE NÉ LA PROPRIA STRADA NÉ LA PROPRIA DIREZIONE E DI NON "FATICARE" ULTE­RIORMENTE.

IL BIVIO.
La persona che si trova ad un bivio senza indicatori o con indicatori gene­rici ("per di qua - per di là") o equivalenti (ambedue le strade porteranno ... a Roma non sa decidere quale strada prendere). Chiede allora ad altri  la direzio­ne; che almeno questo soggetto a cui ci si rivolge faccia - come forse egli ha già fatto - un bilancio ma aggiungendo qualcosa su uno dei due piatti in modo che sia lui a far pendere la bilancia da un lato; e al limite che sia lui  a "sbilanciarsi" rispondendo al quesito: «Ma tu, quale strada prenderesti?». PER SE STESSO INFATTI  CHIEDE CHE NON SIA SUA, COMUNQUE, LA RESPONSABILITÀ DI SCEGLIERE.

LA NEBBIA.
Quando ci si trova in una nebbia fitta non è più questione di indeci­sione: non si sa nemmeno dove si è e non quale sia la via migliore. E chi non sa dove è, è come se almeno un poco non sapesse "chi" egli è. Allora, come un bambino, si chiede di essere presi per mano e portati fuori dalla nebbia, guida­ti.

 
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Commenti al Post:
villari1980
villari1980 il 12/09/14 alle 15:27 via WEB
Il problema è "cambiare". Quando io vado dal medico voglio che mi faccia passare la tosse non che mi ordini di non fumare più
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:11 via WEB
Sì, modificare il proprio stile di vita è un problema complesso. Se così non fosse, se fosse facile "cambiare" abitudini molte patologie (malattie cardiovascolari, diabete, obesità, ipertensione arteriosa, artrosi, sindrome delle apnee notturne ostruttive, malattie croniche del fegato, alcuni tumori, ecc....) non sarebbero così frequenti.
(Rispondi)
 
claude888
claude888 il 12/09/14 alle 15:30 via WEB
E facile cambiare stile di vita, scegliere, vincere l'indecisione.... se sai come farlo.
(Rispondi)
 
 
mark_marchi
mark_marchi il 12/09/14 alle 15:49 via WEB
Io trovo solo vicoli ciechi, sbatto contro il muro e poi mi siedo lì sotto il muro e aspetto che qualcuno mi aiuti.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:18 via WEB
eheheheh ci sono manuali in questo senso del tipo: "Cambiare stile di vita in 6 mosse per vivere più sani e più a lungo". Io non ho mai creduto nella biblioterapia ( curarsi leggendo libri). Però questi manuali che promettono di essere uno strumento di autoaiuto, di promozione e crescita culturale personale e collettiva, ecc... hanno un enorme successo editoriale.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:19 via WEB
Qui sopra rispondevo a Claude888
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:27 via WEB
Caro Mark_Marchi, le tue condotte sono comuni e ben note. Tecnicamente si parla di COAZIONE A RIPETERE cioè, in parole povere, affrontare i problemi sempre allo stesso modo che si è già dimostrato fallimentare
(Rispondi)
 
VER.ONICA
VER.ONICA il 12/09/14 alle 15:32 via WEB
Di fronte ad un problema si comincia a delegare da piccoli chiedendo che gli altri si sostituiscano a te
(Rispondi)
 
 
job1111
job1111 il 12/09/14 alle 15:54 via WEB
Più che in vicoli ciechi mi caccio in labirinti e una volta che sei entrato è arduo uscirne. Per fortuna c'è il custode che viene e ti guida fuori.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:35 via WEB
La collega Nicoletta Lastella scrive a questo proposito: " Un bambino autonomo non è solo frutto della generica buona educazione fornita dai suoi genitori, ma di strategie educative costruite nel tempo, sin da quando è piccolo. I genitori spesso pensano che il bambino ha bisogno di tutto e per questo intervengono continuamente sostituendosi a lui in ogni situazione che potrebbe far fare esperienza di capacità di autonomia. Sin da quando è piccolo un bambino ha bisogno di cure ma anche di modelli di persone che se la sanno cavare in ogni situazione e che pretendano che il loro figlio sia protagonista delle sue azioni e "sia del gruppo", ovvero capace di cavarsela come gli altri membri della famiglia."
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:36 via WEB
Qui le risposte cadono un po' a casaccio....
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 19:39 via WEB
Il messaggio che si deve dare sin da piccoli deve essere chiaro: mi fido di te, puoi farcela, sfida il mondo diventando grande!
(Rispondi)
 
VER.ONICA
VER.ONICA il 12/09/14 alle 15:42 via WEB
IO SONO NELLA SECONDA SITUAZIONE.La difficoltà sta tutta nell'idea che occorra cambiare per "togliersi dai guai" o comunque cambiare per mutare una situazione/problema che mi fa soffrire.
(Rispondi)
 
RicamiAmo
RicamiAmo il 12/09/14 alle 15:58 via WEB
Ritornare indietro non è possibile, bisogna affrontare i propri problemi, quando non si può da soli bisogna farsi aiutare, felice weekend Delia.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:41 via WEB
BRAVISSIMA:-))Si deve chiedere aiuto perchè, in questi casi, il soggetto ha sviluppato una percezione di sè e delle proprie relazioni che è parziale, spesso non realistica, inquinata o oscurata da elementi vari che fanno credere all'assenza di risorse e di soluzioni
(Rispondi)
 
zanna1999
zanna1999 il 12/09/14 alle 16:19 via WEB
Buon pomeriggio ,cara :-)
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:41 via WEB
Buona serata NAT:-)))
(Rispondi)
 
zanna1999
zanna1999 il 12/09/14 alle 16:27 via WEB
è un post che mi fa riflettere ancor di più di quello che faccio in questi giorni...
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:44 via WEB
Humani nihil a me alienum puto (Terenzio)
(Rispondi)
 
zanna1999
zanna1999 il 12/09/14 alle 17:05 via WEB
Muro. Devo assolutamente cambiare le mie abitudini se no sono spacciata…mentalmente.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:45 via WEB
TU stai cambiando di giorno in giorno e con ammirevoli capacità introspettive!
(Rispondi)
 
bahkty
bahkty il 12/09/14 alle 17:09 via WEB
La responsabilità non dovrebbe essere una scelta, dovrebbe invece esserci insegnata fin da piccoli... I potenti poi con chi se la prenderebbero tanto alla leggera?! ^_^
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:50 via WEB
Ciao. Per responsabilizzare le persone fin da bambini piccoli bisognerebbe bandire stili educativi improntati alla permissività, all'iperprotezione,al "laissez faire, laissez passer" ovvero tutte quelle condotte educative in cui l'adulto allevante si sostituisce al bambino.
(Rispondi)
 
anthos13
anthos13 il 12/09/14 alle 17:29 via WEB
Se la nebbia è dovuta a me stessa, mi piango addosso per un po' e poi reagisco, prendendo per mano la bambina che c'è in me (come ho sempre fatto) e le mostro il Sole. Se la nebbia riguarda le persone a cui tengo è più complicato.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 18:55 via WEB
PERFETTO! Diventare il "miglior genitore di se stesso". Proprio così. Se lo "smarrimento" riguarda un nostro caro, se è possibile, bisognerebbe aiutarlo a trasformare il suo vissuto dalla sofferenza e dalla confusione nel coraggio di esistere NONOSTANTE le difficoltà.
(Rispondi)
 
grazia.pv
grazia.pv il 12/09/14 alle 17:57 via WEB
Servirebbe un navigatore satellitare, poi ci si perderebbe lo stesso....chi non ha mai sbagliato direzione? Buona serata
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 19:05 via WEB
Buona serata carissima:-) Sì, la difficoltà di dare un senso alla propria vita, il vuoto interiore, la solitudine, il dubbio sulla propria identità, lo smarrimento del post-vita, il bisogno inappagato di amare ed essere amati, il condizionamento alienante di valori fittizi e disgregatori, il plagio di una cultura mistificante che spinge l'uomo ad avere e che si dimentica di farlo essere , la difficoltà di scegliere e quindi l'immobilismo psicologico, generano sofferenza e disagio con modelli di comportamento disfunzionali (negazione, rimozione, atteggiamento delegante, deresponsabilizzazione, ecc...).
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 19:42 via WEB
A volte i conflitti endopsichici bloccano l'agire umano e rendono l'uomo CONDIZIONATO AL PASSATO, CHIUSO AL FUTURO, ALIENO DA UN PRESENTE IN CUI NON SI RICONOSCE PIU'
(Rispondi)
 
g1b9
g1b9 il 12/09/14 alle 18:03 via WEB
Io penso che si deve valutare il problema, se non si può far nulla, meglio non pensarci più ed accettare quello che sta succedendo; se si può risolvere con l'aiuto, il consiglio di qualcuno e poi col mio impegno, allora non demordo, mi impegno anche con testardaggine. Buona serata ,mia cara! Felice fine settimana, Giuliana, con affetto:))
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 19:44 via WEB
Buona serata GIOVANNA:-)))
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 20:13 via WEB
La "regola" è questa: "Conosci te stesso. Possiedi te stesso. TRASFORMA te stesso".
(Rispondi)
 
NonnoRenzo0
NonnoRenzo0 il 12/09/14 alle 18:29 via WEB
Quando si sbaglia a prendere un treno si scende alla prima stazione...se ne prende un'altro e cosi via finche non trovi quello giusto...difficilmente trovi quello che ti prende per mano fino a che trovi quello giusto. Buon fine settimana Renzo
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 20:14 via WEB
Giustissimo procedi per "prove ed errori", non deleghi a terzi, ti assumi le tue responsabilità.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 20:25 via WEB
.... però, vedi, tutti i giorni ci si trova di fronte a "persone in difficoltà" che selezionano in partenza la domanda di aiuto (non chiedono, per restare al tuo esempio, l'orario dei treni, i binari, ecc..) ma vogliono che: « risolva i problemi che io ho e che lei troverà»; «Mi serve un professionista serio, mica un chiacchierone».
(Rispondi)
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 12/09/14 alle 20:04 via WEB
io sono responsabile della mia vita sempre e comunque...mi prendo tutto ciò che la vita mi da...ma "perdersi" può succedere e con un cammino ci si ritrova...siamo essere umani...ma spesso noi siamo responsabili del nostro male ma lo sono anche gli altri sai...buona serata a te!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 20:37 via WEB
Ti capisco perfettamente. Tu non ti trovi a massacrarti sempre sotto lo stesso MURO, pur venendo da vie diverse, non sei in un BIVIO e non ti trovi smarrita tra le nebbie senza punti di riferimento. In altri termini non sei una persona che si "siede" in attesa di qualcuno che la prenda in braccio e cammini al posto suo.
(Rispondi)
 
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 12/09/14 alle 21:22 via WEB
mi hai capito bene...da sola trovo la mia strada magari ci metto tempo ma la trovo...nella mia vita nessuno mi ha mai abbracciato e teso la mano, ho camminato da sola tra lacrime...è stato un bene stare da sola xchè non si finisce mai di lottare...però a volte una carezza l'avrei desiderata...diciamo che sono molto severa e mi punisco molto e so massacrarmi ma mai con gli altri...
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 20:56 via WEB
.... Vedi, però, che, invece c’è gente che RECLAMA un aiuto concreto ( e sono quelli, ad esempio, che ti capitano continuamente al pronto soccorso con "malattie immaginarie", ecc…) e non vogliono : 1) AVERE DATI DI REALTÀ SUL LORO DISAGIO E SULLA SITUAZIONE CONCRETA IN CUI SI TROVANO; 2) VEDERE CHIARO IN SE STESSI; CAPIRE COS'È CHE NON VA; 3) CAPIRE COME IMPOSTARE I PROBLEMI, ANCHE IN FUTURO E IN LINEA GENERALE, SAPERE COME SI FA A TRARSI D'IMPACCIO.
(Rispondi)
 
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 12/09/14 alle 21:24 via WEB
questa è un'altra realtà...ne so qualcosa...è difficile aiutarli se non si vogliono far aiutare sai...però se reclamano dovrebbero essere consapevoli che stanno chiedendo aiuto e dovrebbero farsi aiutare...ma la mente umana è difficile da capire e comprendere...
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 21:04 via WEB
PORTATE PAZIENZA, CI SONO PROBLEMI DI RETE CHE STANNO CERCANDO DI RISOLVERE!
(Rispondi)
 
Yaris167
Yaris167 il 12/09/14 alle 21:44 via WEB
Ottimo specchio trifasico di "realtà confusa". Nel primo non mi accorgo neppure di essere confusa; nel secondo giudico la confusione dipendente da una scelta non desiderata; la terza ho coscienza della confusione ma non so come uscirne. Il problema e' quasi sempre un conflitto interno.. Ma come accorgersi del conflitto?
(Rispondi)
 
 
Yaris167
Yaris167 il 12/09/14 alle 21:46 via WEB
Eccellente, my Lady! :-))
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 22:06 via WEB
Anzitutto, ROSSELLA, ogni individuo in consulenza (sia quello seduto sotto il MURO, sia quello al BIVIO o nella NEBBIA)sembra essere dominato da due componenti: a) una INADEGUATEZZA COGNITIVA, e quindi un oggettivo BISOGNO DI SAPERE; b) una INADEGUATEZZA ESISTENZIALE, cioè un "senso d'inadeguatezza", componente soggettiva che è nell'ambito DEL "SENTIRE" e non del "sapere".
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 22:06 via WEB
Di entrambe queste inadeguatezze il counselor dovrà farsi carico. O no?
(Rispondi)
 
 
Yaris167
Yaris167 il 13/09/14 alle 00:33 via WEB
Parlando di " Relazione d'aiuto", come Tu ben sai, mia CARA GIULIANA, in primis e' da sfatare, e non soltanto per il counsellour, l'erronea concezione che " aiutare" sia sinonimo di " farsi carico". Il processo della " relazione di aiuto" (singoli individui, famiglie, gruppi o istituzioni), infatti, si pone come opportunità e sostegno per facilitare (termine rogersiano) le personali risorse e promuovere il personale benessere per affrontare specifiche difficoltà o momenti di crisi, in un clima di trasparenza, autenticità, empatia..
(Rispondi)
 
 
 
Yaris167
Yaris167 il 13/09/14 alle 00:40 via WEB
...senza questi presupposti, la stessa relazione cliente ( termine usato da Carl Rogers per distinguerlo dal paziente) counsellor, risentirebbe di elementi di interferenza che ne suggerirebbero la chiusura..
(Rispondi)
 
 
 
 
Yaris167
Yaris167 il 13/09/14 alle 00:41 via WEB
Serena notte mia cara :-))
(Rispondi)
 
donadam68
donadam68 il 12/09/14 alle 22:35 via WEB
...intanto buona serata a te, dici bene tante sono le volte nella vita in cui si vede tutto nero o si viene invasi da una nebbia da cui non si sa come uscirne, ... i problemi nella vita reale son molteplici, ma vanno presi di petto mia cara, almeno questo è il mio pensiero, spesso se siam parte in causa del problema stesso; ... quella nebbia o muro iniziale dapprima insormontabile con forza e determinazione può essere pian piano scavalcato ...; sono dolcissima e molto sensibile, ma determinata abbastanza da prendere decisioni in merito , specie sulla mia vita e sulle situazioni che a volte mi possono creare dolore tale da impedirmi di vedere positività nei giorni a venire.... non sempre si ha la forza di prendere a due mani il coraggio, ma credo che tutti noi abbiamo in sè le carte giuste per poter superare quel bivio da soli o in casi estremi capaci di chiedere aiuto a chi ha capacità e competenze tali da poterci dar una mano se da soli proprio non ci si riesce, ma il mio motto é : VOLERE é POTERE, se si vuole dunque si può, basta ascoltarsi e leggersi in silenzio, rimboccarsi le maniche e con determinazione fare delle scelte per superar quel male di vivere e scavalcare quella muraglia con sù quei cocci aguzzi di bottiglia , ..ti lascio il mio saluto per una serena serata :)D
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 23:04 via WEB
Secondo la mia trentennale esperienza clinica non esiste processo di realizzazione umana che non passi attraverso un giusto atteggiamento nei riguardi della vita. Infatti se le premesse esistenziali che informano l'agire umano sono negative, tutto il vissuto dell'uomo ne viene contaminato e contraffatto.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 12/09/14 alle 23:06 via WEB
Capisci Carissima? La vita dell'uomo è frutto di una SCELTA, che prima di tutto presume la conoscenza di ciò che si sceglie. La scelta deve essere frutto della propria identità, che è quella che viene a stabilirsi quando l'uomo ha preso coscienza della sua globalità bio-psico-spirituale e ha reso attuali le potenzialità inespresse che in lui sono contenute. ALLORA LA SCELTA DIVIENE LIBERA, PERCHÉ NON È INFORMATA DALLA PROPRIA PROBLEMATICA IRRISOLTA E DALLE PROPRIE PROIEZIONI, le quali porterebbero a scegliere modelli socio-culturali precostituiti, ma diviene l'attuazione delle proprie istanze psicologiche e spirituali.
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 13/09/14 alle 18:09 via WEB
il fatto è che ho condotto una vita per "forza"..o così mi pare adesso! Quando stavo per arrivare all'arrivo e pregustavo un pò di libera uscita (pensa a un ergastolano che s'è fatto trent'anni), una signora(che Dio la protegga sempre) m'ha detto che dovevo fare altri dieci anni di reclusione!!Con la differenza che di solito all'ergastolsno scontano la pena e più di trent'anni non li fa mai. A me l'hanno allungata dalla sera alla mattina. Non a me sola s'intende, ma ci fosse almeno il lavoro!! A me hanno tolto anche quello, e sto qui a guardare chi apre, e chi chiude, e il lavoro diventa una condanna!! Con tanto di ammenda!! Perchè se non raggiungi il reddito, e non lo raggiungi, non solo ti senti avvilita, t'incolpi di cose inesistenti, ma devi anche dar ragione della DEFLAZIONE...che non credo d'aver creato io, ma che mi decurterà la pensoione!! Chiamalo MURO!! IO LI ODIO TUTTI!!
(Rispondi)
 
monellaccio19
monellaccio19 il 13/09/14 alle 18:13 via WEB
Non son degno di...voi, pertanto non commento. Mi limito solo a rilevare nel triduo, un comune denominatore: nei tre casi è ipotizzata sempre la presenza di persona/e che aiutino chi è in difficoltà di orientamento psicologico. Mi sembra un bene, molto spesso in simili diffficoltà, è difficile farcela da soli. Beh....na' cosina l'ho scritta...tanto non v'è bisogno di replica. Buona serata Giuliana.
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 13/09/14 alle 18:20 via WEB
Poi se in famiglia la stessa difficoltà è doppia, certo si vive male, cosa vuoi che cambi in un Paese ingessato e fatto a caste più dell'INDIA!! Ognuno qui difficilmente riesce a cambiare!! I raccomandati son sempre quelli, nei paesi piccoli si nota anche di più, o figli di politici, o figli di papà, e noti che per certi il posto è sempre pronto, per altri la strada è emigrare, così succedeva dopo la guerra, e così han fatto i miei parenti, così è ora! A 59 anni non mi ci vedo ad andare in Australia!!
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 13/09/14 alle 19:02 via WEB
in una cosa hai ragione, chi fa da sè fa per tre!!...che se aspettiamo che il governo ci risolva i problemi...hai voglia te!!..Ho imparato che chiunque va al governo pensa a risolvere prima i problemi suoi!! Però ti ringrazio, almeno tu cerchi di aiutare gli altri
(Rispondi)
 
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