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Post n°7917 pubblicato il 28 Maggio 2014 da psicologiaforense
I LABIRINTI DEL MALE. FEMMINICIDIO, STALKING E VIOLENZA SULLE DONNE E I BAMBINI La violenza nell' ambito familiare è una pratica prevalentemente maschile. Gli studi dimostrano che le vittime principali dei maltrattamenti sono ancora una volta i bambini, specialmente quelli di età inferiore ai sei anni. Segue nell' ordine la violenza dei mariti contro le mogli. Anche le donne, però, possono essere tra coloro che nell'ambito familiare ricorrono alla violenza, diretta in questo caso contro i bambini piccoli o il marito. Di fatto il luogo più pericoloso della società moderna è la casa. In termini statistici un individuo, indipendentemente dall' età e dal sesso, ha molte più probabilità di essere aggredito in casa propria che per strada di notte. Un omicidio su quattro avviene tra membri della stessa famiglia. Perché la violenza domestica è così comune? Si tratta qui di un interrogativo che chiama in causa diversi ordini di fattori. Uno di questi è la combinazione fra intensità emotiva e intimità personale caratteristica della vita familiare. I vincoli familiari sono di norma carichi di una forte emotività, in cui spesso si mescolano amore e odio. Un secondo ordine di fattori è dato dal fatto che all'interno della famiglia una notevole dose di violenza viene in pratica tollerata e addirittura approvata. L'accettabilità culturale di queste forme di violenza domestica è espressa dalla vecchia canzoncina: A woman, a horse and a hickory tree / The more you beat' em the better they be. (UNA DONNA, UN CAVALLO E UN NOCE PIÙ LI PERCUOTI, MEGLIO È). Circa il 25 per cento degli italiani di entrambi i sessi pensa che un marito possa avere le sue buone ragioni per picchiare la moglie. La violenza familiare, tuttavia, riflette anche modelli di comportamento violento più generali. Molti dei mariti che picchiano mogli e bambini hanno precedenti di violenza in altri contesti. Uno studio condotto da ]effrey Fagan e dai suoi collaboratori su un campione nazionale di mogli picchiate dai mariti ha dimostrato che più della metà di questi ultimi si comportava in modo violento anche con altri.
Commenti al Post:
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blumannaro il 28/05/14 alle 21:56 via WEB
Ogni "convivenza" più è lunga più è a rischio se ci sono le basi perché possa degenerare. Giustamente citi l'ambiente famigliare, al secondo posto ci metterei il posto di lavoro (la cronaca è piena di colleghi che si azzuffano o peggio). Stranamente, per fortuna, da noi in parte si salva la scuola, non abbiamo fenomeni estremi alla Columbine.
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psicologiaforense il 29/05/14 alle 07:57 via WEB
Le dispute che scoppiano nell' ambiente domestico possono scatenare antagonismi che non verrebbero vissuti nello stesso modo in altri contesti sociali. Quello che sembra soltanto un piccolo incidente può precipitare in una guerra senza esclusione di colpi tra coniugi o tra genitori e figli. Un uomo tollerante verso l'eccentricità di altre donne può infuriarsi se sua moglie parla troppo nel corso di una cena o rivela particolari intimi che egli desidera tenere segreti.
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coloridivita il 28/05/14 alle 22:40 via WEB
Picchiare la propria moglie, quando si litiga o quando si ritiene di aver ragione è da vili e da violenti. Purtroppo queste situazioni familiari sono molto più diffuse di quanto non si pensi e ogni giorno, tra le mura domestiche, si cela l'orco. E' importante anche far comprendere alle donne vittime di abusi familiari che chi ci ama non ci fa del male e se un uomo comincia ad alzare le mani è importante denunciare, rendere nota la situazione per ricevere aiuto da familiari, amici e dalle autorità competenti. Un abbraccio Giuly, un post importante che dovrebbe far riflettere su molte questioni.
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psicologiaforense il 29/05/14 alle 08:00 via WEB
Da lungo tempo, la famiglia ha i suoi critici. Nel diciannovesimo secolo numerosi pensatori proposero la sua sostituzione con forme di vita maggiormente orientate in senso comunitario. Alcune di queste idee furono messe in pratica e uno dei tentativi più noti in tal senso fu la comunità di Oneida, nel New England, fondata verso la metà del diciannovesimo secolo e ispirata alle convinzioni religiose di ]ohn Humphrey Noyes. In base ad esse, ogni uomo era sposato con ogni donna della comunità e tutti si consideravano genitori di ogni bambino. Dopo varie difficoltà iniziali, il gruppo crebbe fino a comprendere circa trecento persone e sopravvisse più o meno trent'anni prima di sciogliersi. Da allora sono state fondate molte comuni in numerosi paesi occidentali. Negli anni Sessanta sorse una grande varietà di gruppi che spesso vivevano adottando liberi rapporti sessuali e la responsabilità collettiva nell' educare i bambini. Un piccolo numero di questi gruppi esiste tuttora.
Il più importante esempio attuale di vita in comune è quello dei kibbutz israeliani.
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Kitham_Worth il 28/05/14 alle 22:54 via WEB
Diciamo che nel caso di infanticidi il colpevole è quasi sempre la madre. Proprio di recente, una 20enne è stata arrestata per avere abortito clandestinamente al settimo mese, e qualche tempo prima una donna lasciata dal marito ha ucciso a coltellate le sue tre figlie. Peccato che questi episodi, sempre più frequenti negli ultimi anni, non destino altrettanto scalpore.
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psicologiaforense il 29/05/14 alle 07:55 via WEB
Alcune indagini indicano che le mogli picchiano i mariti quasi con la stessa frequenza con cui si verifica la situazione opposta. La violenza femminile, tuttavia, è più contenuta ed episodica di quella maschile e ha molto meno probabilità di provocare danni fisici permanenti. In realtà, la regolare brutalizzazione fisica della moglie da parte del marito non ha equivalenti in termini simmetrici. Anche gli uomini che maltrattano i bambini, inoltre, sono più inclini delle mogli a farlo in modo continuativo, provocando lesioni durature.
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Kitham_Worth il 29/05/14 alle 12:40 via WEB
Anche un semplice schiaffo è una forma di violenza da CONDANNARE, o vogliamo far passare il messaggio che le mogli possono picchiare i mariti perchè tanto non gli provocano lesioni permanenti? :-
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monellaccio19 il 29/05/14 alle 08:41 via WEB
Come si può commentare con serenità e lucidità un argomento così ripugnante? Le belve sono sempre state tra noi, la letterature e la storia hanno riempito pagine sui loro comportamenti e le loro nefandezze. Eppure, oggi avvertiamo il problema con una paura diversa, quasi a sapere che una ci sia troppo vicina. Questo fenomeno, purtroppo, è generato dalla sottocultura massificata in cui siamo precipitati. Altri valori hanno sostituito quelli saldi di un tempo, altri nuovi hanno spazzato il campo a favore di coercizione, violenza e spregio del prossimo. Un gioco delle parti che ormai si diffonde a macchia d'olio, una valutazione sempre poco attenta al problema come del resto l'attualità impone: non c'è troppo tempo, c'è già altro di cui occuparsi. Tutto incalza con ritmi insostenibili e questo tipo di violenza becera e infima, a parte i talk televisivi, resta un normale crimine come ne apprendiamo a bizzeffe ogni santo giorno. Hainoi!
Buon giorno Giuliana.
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desaix62 il 29/05/14 alle 14:02 via WEB
E' chiaro che nell'ambito familiare si innestano rapporti emotivi più forti che scatenano pulsioni direttamente proporzionali. L'aumento di questi tipi di fenomeni , secondo me devono essere messi in relazione anche alle difficoltà che si incontrano nella vita esterna alla famiglia, siano esse di carattere lavorativo, economico o sociale. L'ambiente familiare diventa lo sfogo di una violenza repressa.A nulla può quel vincolo d'amore che dovrebbe essere caratteristico di una famiglia
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g1b9 il 29/05/14 alle 18:05 via WEB
Come si fa a giustificare un marito che picchia la moglie? Mi viene quasi impossibile immaginare che qualcuno possa ragionare così e chi lo frequenta non riesca a capire quanto possa essere pericoloso. Probabilmente esistono delle realtà talmente degradate che chi vive nella normalità non riesce ad immaginare... anche se chiunque dovrebbe rendersi conto che non siamo bestie.
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g1b9 il 29/05/14 alle 18:06 via WEB
Buona serata dolce signora!
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