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L'EDITORIALE. LA BELLEZZA, FILOSOFIA, ESTETICA: RIFLESSIONI, IDEE, SUGGESTIONI E PENSIERI...PER UN ALTRO GIORNO

Post n°3687 pubblicato il 05 Febbraio 2010 da psicologiaforense

L'EDITORIALE

la bellezza è ovunque e noi ne abbiamo bisogno

 

Da almeno un paio di secoli si è diffusa tra gli studiosi di estetica e tra gli artisti stessi un atteggiamento di sospetto nei confronti della bellezza. Ciò nondimeno di bellezza continuiamo a parlare. 
Perchè ancora  abbiamo bisogno dell'evento miracoloso che ci restituisce la regolarità dell'essere. Bisogno  che  resta un'esigenza antropologica fondamentale.

A mio modo di vedere si può parlare di bellezza in sei diverse accezioni: beauty, l'oggetto del desiderio, in inglese; yapha, splendore, fioritura in ebraico; sundara, completo, santo in sanscrito; to kalòn idea, ideale in greco; wabi-sabi, umiltà, imperfezione in giapponese; hozho, salute, armonia in navajo.
La bellezza si rivela come una necessità perenne e non storicamente condizionata di quell'essere che è l'uomo a qualsiasi latitudine esso si collochi, in qualsiasi contesto culturale viva, in qualsiasi condizione conduca la propria esistenza. Siamo cioè agli antipodi rispetto alla tradizione della filosofia dell'arte che fa del bello un'esperienza privilegiata dell'europeo storicamente colto e scettico, il quale può apprezzare la bellezza ma forse ancor più concepire una sordida passione per l'orrido. La bellezza è in questo contesto una modalità del desiderio che si dice in molti modi e che si esprime in molteplici fattezze. Certo questo arricchisce notevolmente questo tipo di esperienza che viene a contemplare tanto la Crocifissione di Mathias Grunewald nella pala d'altare di Isenheim quanto l'artigianato navajo, come infine addirittura l'universo stesso. Il bello diviene così di principio infinitamente relativizzabile fino a contemplare davvero tutto, finanche ciò che tutti ci raccoglie e contempla: il cosmo.

Con ciò il bello somma al suo interno tutti i modi nei quali esso può essere detto, la sua variegata semantica e quella che eventualmente potrà ancora essere prodotta, con l'implicita premessa che possa essere apprezzata in tutte le sue manifestazioni in ogni parte del globo, da ogni suo abitante che la riconoscerà con disinvolta immediatezza. Non è forse troppo, troppo anche per la bellezza?

 

 
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