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IL COMMENTO: GIORNATA DELLA MEMORIA

Post n°3611 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da psicologiaforense

IL COMMENTO

RIPENSARE LA  SHOAH

Gli ebrei non furono esiliati o cacciati come in altre guerre. Furono sterminati. Erano considerati microbi, non esseri umani, e l'idea di massacrarli si trasformò in un'ossessione. Il loro eccidio fu un esempio di crudeltà e di follia senza precedenti nella storia umana e deve ancora essere studiato e analizzato. La shoah acquista dunque una dimensione universale. Innanzi tutto per via dello sforzo sisifico di trasformare quel numero – “sei milioni” di morti - in altrettanti individui con un nome, un'identità, una biografia, un volto e una storia. E come accade sempre quando dal generale si passa al particolare, la tragedia di una nazione diventa tragedia universale, giacchè gli ebrei si rivelano prima di tutto degli esseri umani. Ma anche la malvagità dei nazisti trascende un contesto specifico e diventa oggetto di studio in quanto malvagità umana. E questo a favore di una migliore comprensione della natura umana in un mondo tecnologico ultra moderno in cui le capacità di sterminio si fanno sempre più raffinate. Gli ebrei si trovano ora immersi in un abisso di dolore per la tragedia della shoah che trova un'eco emotiva e intellettuale non solo fra i sopravvissuti e i loro discendenti ma anche fra le nuove generazioni. Ma un nuovo stadio li attende: quello dell'analisi intellettuale volta a capire perchè mai tutto questo sia avvenuto. Come mai non abbiano visto il baratro che li attendeva, non abbiano compreso l'interazione patologica fra loro e il mondo della diaspora. Sarà un'analisi storica dell'identità ebraica che ha inizio solo ora e che un tentativo di comprensione più universale della shoah non potrà impedire.

 
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