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SOFFERENZA PSICHICA, NEVROSI E PSICOTERAPIA, DEPRESSIONE, ATTACCHI DI PANICO, FOBIE, OSSESSIONI

Post n°8914 pubblicato il 31 Dicembre 2016 da psicologiaforense

 

Il nevrotico è costretto a comportarsi ed a soffrire « come se» avesse commesso davvero una grossa COLPA, ma egli muterà  il suo modo di reagire appena « scoprirà» che era vittima di una sensazione, di una suggestione, di un errore valuta­tivo.  Come cambierà? Ecco un esempio: se di notte, in campagna, sento strusciare qualcosa in una gam­ba, ho diritto di strillare e saltare di paura se « cre­do » di avere una serpe attorno alla caviglia, ma mi tranquillizzerò se, accendendo un cerino, vedrò che la temuta serpe è solo un fuscello o un filo d'erba. Naturalmente, capire e scoprire i motivi del conflit­to nevrotico non significa procurarne la guarigione immediata. Sarebbe una magia, eppure questo con­cetto e molto diffuso, e vari nevrotici si lamentano, durante la psicoterapia, di stare ancora male benché abbiano “capito tutto”. E' chiaro che la presa di consa­pevolezza dei propri problemi inconsci è utile solo se seguita dall'adozione razionale di comportamenti nuovi, autentici, liberamente scelti ed attuati, non più infantili, senza inibizioni e senza timori. Solo la piacevole e vantaggiosa esperienza di queste nuove modalità di comportamento garantisce il pieno suc­cesso della cura.

Il nevrotico,   per guarire, dovrà rinun­ciare alla parziale e dolorosa difesa costituita dai sintomi; ma intanto ha paura di abbandonarla, poi­ché teme di precipitare nell'angoscia: è come un naufrago che, stanco, si aggrappa di notte allo sco­glio finalmente trovato che lo ferisce ad ogni onda e non vuole più lasciarlo an­che se, fattosi giorno, vede la riva a breve distanza.

CON LA PSICOTERAPIA il paziente compie l'affascinante ma faticosa ricerca del proprio mondo interiore: deve tradurre il linguaggio metaforico e simbolico con cui l'inconscio gli parla mediante i sintomi, i sogni, le idee. Lo specialista lo  aiu­ta, ma, in questa lavoro di traduzione egli si limita a poche spiegazioni: è poco più di una grammatica e di un vocabolario che il paziente può e deve adoperare da solo.

Si dice che la vera psicoterapia incomincia quan­do la seduta finisce, perchè il paziente deve elaborare da solo il materiale discusso in ogni seduta: la psi­coterapia è un trattamento difficile, impegna­tivo, è un'esperienza che si deve vivere profondamen­te, sentire con intensità, desiderare con entusiasmo; altrimenti è inutile. I denigratori vorrebbero sminuirla  dicendo che è solo una “cura con le parole”. A tal proposito non si dimentichi che il disagio psichico ( depressione, attacchi di panico, nevrosi, ossessioni, fobie, ecc…)  è una patologia che nasce e vive sul piano delle emozioni e del pen­siero e non può essere curata che trattandola sullo stesso piano psicologico.

 
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