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ISCRIZIONI NELLE SCUOLE BRITANNICHE: IL MODULO DISTINGUE TRA BIMBI ITALIANI, NAPOLETANI E SICILIANI

Post n°8717 pubblicato il 10 Ottobre 2016 da psicologiaforense

DIMMI DOVE SEI NATO E TI DIRÒ  CHI SEI


Agli italiani della Gran Bretagna che vogliono iscrivere i figli a scuola, cosa che si fa un anno prima, oltre alla nazionalità, viene chiesta anche la provenienza regionale. Oltre alla nazione di appartenenza gli italiani sono stati divisi tra italiani, napoletani e siciliani. Finora le categorie presenti sul sito governativo (che poi riportava a quello della scuola) erano sempre state molto chiare e semplici: britannico bianco, scozzese, irlandese o gallese; bianco europeo o altre nazionalità. Ora al posto di bianco europeo sono state aggiunte diverse opzioni e quando si arriva all’Italia compare questa scritta: Italian (Any Others), Italian (Napoletan) e Italian (Sicilian).

Il governo si è affrettato a spiegare che si tratta di un mero sondaggio volto proprio ad evitare che vi siano discriminazioni nelle iscrizioni.

AGGIORNAMENTO DEL 12 OTTOBRE 2016.


Siete italiani, napoletani o siciliani? L’incredibile domanda fa parte di un questionario che alcune scuole della Gran Bretagna hanno inviato alle famiglie dei nuovi alunni per l’anno scolastico iniziato da circa un mese. L’iniziativa aveva, in teoria, uno scopo non discriminatorio: stabilire l'area linguistica di appartenenza dei figli di immigrati per poter fornire sia ai bambini, sia eventualmente ai genitori, la necessaria assistenza nell’apprendimento dell’inglese.
Analizzando il modulo, si notano suddivisioni anche per i vari tipi di lingua punjabi, cinese, arabo. E l’elenco contiene una categoria anche per il sardo (sardinian), considerato una lingua a parte. Ma quale che fosse l’intento, il risultato è stato comunque di far sentire i nostri connazionali come se venissero “schedati” in base all’origine regionale. Come se esistessero almeno tre tipi di cittadino italiano: l’italiano-italiano, l’italiano-napoletano e l’italiano-siciliano. Qualche famiglia italiana ha segnalato la cosa alla nostra ambasciata di Londra e la protesta è stata immediata.
“L’Ambasciata d’Italia nel Regno Unito è intervenuta per richiedere la modifica di talune categorizzazioni regionali riferite all’Italia comparse sui moduli online per l’iscrizione scolastica in alcune circoscrizioni in Inghilterra e nel Galles”, afferma una nota dell’ufficio stampa della nostra sede diplomatica. “I codici presentati per la selezione dell’appartenenza etnica, utilizzati sui siti di alcune circoscrizioni scolastiche, indicavano infatti una scelta fra ‘italiano’, ‘italiano – napoletano’ e ‘italiano-siciliano’. L’Ambasciata ha protestato con le autorità britanniche, richiedendo la rimozione immediata di tali categorizzazioni”. Nella nota verbale di protesta si ricorda che “l’Italia è dal 17 marzo 1861 un Paese unificato”: un commento all’insegna dell’understatement inglese, cioè senza bisogno di gridare, da parte della nostra ambasciata, che in parole semplici suonerebbe come una tirata d’orecchi al ministero d’Istruzione britannico, non lo sapete che l’Italia non è più un’espressione geografica?
A caricare ulteriormente la polemica deve aver contribuito anche la decisione, solo pochi giorni fa, di escludere i ricercatori non britannici da un progetto sulla Brexit alla London School of Economics. Con la differenza che questa volta il Foreign Office britannico non ha esitato a chiedere scusa all'Italia "deplorando l'accaduto" e assicurando "un intervento perché vengano subito rimosse queste categorizzazioni non giustificate e non giustificabili". Il Foreign Office, tra l'altro, ha fatto sapere che "verificherà per quale motivo, in pochi e isolati distretti scolastici, siano state introdotte queste categorizzazioni, che peraltro non avevano alcuna volontà discriminatoria, ma semplicemente miravano all'accertamento di qualche ulteriore difficoltà linguistica per i bambini da inserire nel sistema scolastico inglese e gallese".
Alle scuse del Foreign Office segue la dichiarazione di un portavoce per esprimere il "rammarico" causato a Downing Street dall'errore "storico". “Il governo britannico - spiega anche il portavoce - acquisisce informazioni linguistiche come parte del censimento scolastico per assicurarsi che gli studenti di madrelingua diversa dall’inglese possano ricevere la migliore istruzione possibile nel Regno Unito. Ci è stata segnalata la presenza di uno storico errore amministrativo nei codici linguistici in uso fin dal 2006. Anche se tale errore non ha avuto alcun impatto sull’istruzione ricevuta dagli alunni italiani nel Regno Unito, il governo britannico esprime il proprio rammarico per l’accaduto e per le offese da questo eventualmente arrecate. Il ministero dell’Istruzione britannico ha modificato i codici in questione e da oggi tutti gli allievi di madrelingua italiana saranno classificati sotto un unico codice”.
Soddisfatto l'ambasciatore Pasquale Terracciano: "Si evita così il montare di una polemica su quello che è stato un errore dovuto a ignoranza e superficialità da parte di qualche isolato distretto scolastico più che a una reale volontà discriminatoria. E' importante evitare l'insorgere di equivoci nella fase delicata del post-Brexit". Prima delle scuse del Foreign Office, l'ambasciatore era stato molto duro nel denunciare "iniziative locali motivate probabilmente dall’intenzione d’identificare inesistenti esigenze linguistiche particolari e garantire un ipotetico sostegno. Ma di buone intenzioni è lastricata la strada dell’inferno, specie quando diventano involontariamente discriminatorie, oltre che offensive per i meridionali”.
Mentre il sottosegretario al ministero dell’Istruzione italiano, David Faraone, si era detto incredulo per il fatto che "ancora oggi siamo costretti ad affrontare pregiudizi di questo tipo. La scuola italiana ha superato da tempo questi stereotipi e in Italia, come nel Regno Unito, si deve lavorare per l’integrazione e la formazione delle generazioni future”.

 
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