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The Fivelands

Post n°179 pubblicato il 03 Aprile 2007 da lubely


Abbiamo trascorso un week end lungo alle Fivelands, le Cinque Terre. Giusto per staccare un po' la spina e tirare il fiato dopo un periodo molto intenso, e nell'attesa di affrontare un secondo periodo ancora più intenso.

Ho avuto modo di riflettere su quattro cose che in questi giorni mi hanno colpito:

A) Giovedì sera, prima della partenza. Ero immerso ad occhi chiusi nella vasca da bagno. Uno di quei bagni che più che lavarti lasci passare il tempo. In quel mentre entra Chiara, che mi chiede: "Fai il bagno?". Inutile spiegarle che le cose che si possono fare da soli, in una vasca da bagno piena d'acqua, non sono poi tantissime. "Sì". E lei: "Ah. Ciao. Attento a non cadere nella fogna". Ancora ora non so se fosse una genuina preoccupazione dovuta alle sue parche conoscenze di idraulica domestica, o se per motivi a me ignoti abbia trovato un modo garbato per darmi dello stronzo. Preferisco di gran lunga la prima ipotesi.

B) Alla stazione di Manarola, una delle Fivelands, l'addetta alla stazione ha lungamente annunciato che il treno delle "undici e sedici proveniente da Milano" era in ritardo di 10 minuti. Poi, quando ripeteva l'annuncio in inglese, parlava di un treno delle "eleven seventeen". Che quel minuto di differenza sia stato un omaggio al fuso orario, o che non sapesse dire sedici in inglese?

C) Sempre l'erede ha passato la giornata di domenica a cantare "Tu scendi dalle stelle". Ci conviene insegnarle una canzone dedicata alla Pasqua, posto che ne esistano, o trovare il modo di metterla avanti di quattro mesi?

D) Mentre stavamo su un bus elettrico che portava da una Fivelands ad una frazione, l'autista ascoltava la radio. E, mentre cercavo di mantenere un equilibrio precario tra borse e passeggino, sento lo speaker dire che tal Bagnasco in qualche modo ha equiparato Dico e pedofili e incestuosi. La mia prima reazione è stata quella di individuare le telecamere, perché altro non poteva essere che una puntata di "Scherzi a parte". Invece no. Era vero. Certo, poi i suoi accoliti si sono prodigati nel dire che era stato male interpretato, che è colpa di chi ha travisato le sue parole. Allora, appena ho potuto mi sono andato a leggere il suo intervento. Vero. E' stato travisato. Non ha detto che sono la stessa cosa. Ha detto che dai Dico si può trascendere alla pedofilia e all'incesto. E quel che è peggio, qualcuno ha anche avuto il coraggio di dargli ragione. Questo dimostra che al peggio non c'è mai fine. Che se Ruini era deteriore, il suo successore è ancora più urfido.

Non frequento gli ambienti della chiesa, causa overdose giovanile, allorquando, data una sorta, chiamiamola così, di esuberanza, i miei mi avevano riposto in un collegio di salesiani. Lì dentro, il mio lavoro più grande (a parte pregare, durante i momenti di preghiera collettiva, perché la Diccì vincesse le elezioni, ma tanto all'epoca non sapevo cosa fosse la Diccì) era stato distinguere tra forma e sostanza. Perché sulla sostanza ci siamo sempre trovati: la pace, la non violenza, l'amare il prossimo, il prestare più attenzione agli ultimi di qualunque latitudine. Perfettamente d'accordo, tant'è che queste cose me le sono sempre portate dietro e dentro. Sulla forma, invece, avevo grossi problemi. Molte cose mi sono sempre sembrate riti che devi fare per fare vedere agli altri che tu sei di quella parte. E anche questa contrarietà alla forma me la sono sempre portata dietro e dentro. Il gerarca Bagnasco, invece, mi sembra che sia molto attento alle forme, poco o nulla alla sostanza.

Non frequento l'ambiente della chiesa, frequento gente che lo frequenta. E leggo nei loro occhi e nei loro discorso un forte senso di imbarazzo per le cose che accadono. "Non siamo così, non siamo così", mi ripetono. Conoscendoli non ho difficoltà a credergli. Però loro non contano. Contano i funzionari della chiesa, quelli con segretari e autisti, quelli che non hanno problemi a trovare un piatto pieno e che non si devono sporcare le mani. Quelli che hanno dimenticato cosa voglia dire essere prete (e in questo concordo con quanto detto dalla Russo Jervolino). Sarò fatto male io, ma questa gente mi fa schifo.

L'otto per mille, memore degli spot che passavano in tv, con i missionari in Africa e i preti del profondo sud che si fanno un culo quadro per strappare qualcosa per i loro ragazzi, mi sono sempre piaciuti. Però, adesso, basta. Il mio otto per mille prenderà altra destinazione. E anche mia figlia prenderà una destinazione che non sia quella dell'oratorio. Perché non voglio che qualcuno le insegni il non rispetto per il prossimo, a mettere una riga tra noi e gli altri, a odiare chi non la pensa come te. Se proprio dovrà odiare qualcuno, che impari a odiare quelli come Bagnasco.

Un paio di cose mi consolano: che quando anche Bagnasco finirà i suoi giorni terreni, e busserà alla porta del Paradiso, Gesù Cristo in persona lo prenderà a calci in culo, per manifesta incapacità ad interpretare le direttive del boss. Che quelli che credono alle stronzate affermate dal Bag. di cui sopra sono una massa di vermetti squallidotti, che si ammazzano dalle pippe e poi si pentono, salvo poi ricominciare ad ammazzarsi dalle pippe. Che a confronto del Bag. anche Buttiglione (che un bel giorno, quando doveva diventare commissario europeo, ha detto cosa pensava di donne e gay, e gli hanno dato il benservito. Ma almeno lui, resosi conto della minkiata, non si è trincerato dietro un "sono stati fraiteso". Ha pagato le conseguenze di quel che pensava) sembra un gigante. E questo è tutto dire.

 
 
 
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UNA QUESTIONE DI MANI

Capita di trovarsi
nelle condizioni di avere
bisogno di una mano.

In genere qualcuno c'è.
Io ne ho avuto bisogno.
Le mani ci sono state.
Adesso le mie,
assieme a quelle
di tanti altri,
sono nel
"Blog for Africa".

Lo trovate qui accanto,
a sinistra.

Sono lì.
In attesa di altre mani....
 

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