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CHIESA DELL'AUTOSTRADA di Teresa Ramaioli

Post n°24699 pubblicato il 15 Luglio 2016 da dinobarili
 

CHIESA DELL'AUTOSTRADA di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/07/16 alle 18:08 via WEB
CHIESA DELL'AUTOSTRADA---L’idea di costruire una Chiesa tra i campi, ma visibile ed accessibile dall’autostrada, venne all’Ing. Fedele Cova, fondatore della Società Autostrade e la localizzazione praticamente a metà strada tra Milano e Napoli, dunque a Firenze; e nel 1964, ad Aprile e ad Ottobre vennero inaugurate rispettivamente la Chiesa e l’Autostrada. La Chiesa è dedicata a S. Giovanni Battista, è stata costruita tra il 1960 e il 1963 su un progetto dell'architetto pistoiese Giovanni Michelucci. I materiali utilizzati sono pietra e cemento per le pareti ed il rame ossidato per il tetto. Marmo, vetro e bronzo sono stati usati per gli elementi interni. Questa chiesa è chiamata anche la Chiesa della Autostrada del Sole per la sua posizione tra l'Autostrada del Sole A1 e la A11 (autostrada Firenze-Mare). La Chiesa presenta elementi tradizionali e moderni: i primi sono la pianta a croce ed il rivestimento in pietra, i secondi sono il tetto concepito come una tenda e il rame usato per coprirlo.La forma è a tenda per evocare il passaggio dei pellegrini, e l’Autostrada diventava il simbolo dell’abbattimento delle barriere Nord-Sud. Sul sagrato si trova una lapide, in un unico blocco di marmo, con un’iscrizione commemorativa dei Caduti sul lavoro durante la realizzazione dell’opera.La chiesa è ideata come la tappa di un cammino umano che, suggerito dalla "strada", possa continuare anche all'interno della chiesa. "Mi sono reso conto che una tale costruzione- dice l'architetto Michelucci, quando accetta dalla Società Autostrade l'incarico - avrebbe potuto costruire , per se stessa, un luogo d'incontro tra uomini di ogni paese quando, provenienti da ogni parte del continente, percorse le nuove autostrade, sostano per una tappa quasi sempre inevitabile e necessaria a Firenze". Un luogo in cui ognuno possa fare una sosta per guardare dentro di sè , restare in solitudine, oppure unirsi nella preghiera con gli altri fedeli. Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/07/16 alle 16:40 via WEB
CAPELLI ROSSI---A differenza dei biondi e dei bruni, i capelli rossi non sono semplicemente una delle possibili tinte ,spesso diventano la causa di pregiudizi, di luoghi comuni. Alcune figure dai capelli rossi hanno una valenza positiva, basti pensare alla Sirenetta di Disney, a Jesssica Rabbitt, a Pippi Calze-lunghe, di fatto, le valenze negative associate all’avere le chiome fulve, persistono un po’ ovunque. Ai rossi è, generalmente, associato un carattere irascibile.Gli antichi egizi, hanno creduto che gli animali e gli uomini fulvi, avessero un legame speciale con il dio ‘Set’ e molti dei loro faraoni avevano i capelli rossi, Incluso Ramses, il più potente di tutti. Consideravano il rosso come colore premonitore di sfortune così molte fanciulle con la capigliatura fulva, sono state bruciate e non pochi rossi erano stati sepolti vivi. Gli antichi Greci credevano che le donne rosse si trasformassero in vampiri dopo la morte. Aristotele, le descriveva come emotivamente non-addomesticabili. Lo storico romano Cassio descrisse la regina guerriera britannica Boudicca come “alta e terribile di aspetto per la gran massa di capelli rossi”. Gli antichi romani pagavano un prezzo superiore per gli schiavi dai capelli fulvi. Nel Medioevo, il rosso era visto come il colore del Diavolo, e si pensava che un bambino nato con i capelli rossi fosse stato concepito durante il periodo nel quale la donna era mestruata. Durante l’Inquisizione spagnola, i capelli “color fuoco” erano testimonianza che la persona avesse rubato il fuoco dell’inferno e, perciò, doveva essere bruciata come strega. Nei primi anni del 1600, in Inghilterra, alla fine del regno della regina Elisabetta I era convinzione che le fate e le creature ultraterrene fossero rosse. Da allora, le persone dai capelli rossi sono state ritenute dotate di capacità insolite oltre che maliziose. In Danimarca è un onore avere un figlio dai capelli rossi. In Polonia, si crede che se si superano tre persone con i capelli rossi si vincerà alla lotteria. Il nome Russia significa “terra dei rossi” in onore del vichingo Rurik dai capelli rossi. I clown dai capelli rossi hanno origine proprio in Russia, la tradizione locale vuole che i capelli rossi siano indice di un temperamento focoso oppure di follia. Un proverbio dice : “Non c’è mai stato un santo con i capelli rossi.”Nella Bibbia troviamo personaggi con i capelli rossi e non godono di buona fama.Il termine Adamo è la parola ebraica che significa “ della terra rossa”, e Giuda viene raffigurato con i capelli rossi così come Maria Maddalena. In realtà i geni che determinano la chioma fulva sono molto complessi. Un bambino, per nascere con i capelli rossi, deve ereditare ben due di questi geni, uno da ciascun genitore. Il gene dei capelli rossi si può trasmettere anche se i due genitori non hanno i capelli rossi, ma sono portatori del gene, oppure se uno dei due genitori ha i capelli rossi e l’altro è portatore del gene. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 15/07/16 alle 16:44 via WEB
Il primo CRUCIVERBA comparve il 21 dicembre 1913 nel supplemento domenicale Fun del New York World. L’aveva inventata l’inglese, Arthur Wynne, che adottò uno schema a losanga, o a diamante. Ancora non c’erano le caselle nere per separare le parole della stessa riga o colonna, ma lo stesso Wynne creò questa convenzione, che decretò il successo del gioco ampliandone enormemente le possibilità e le dimensioni. Il sistema delle caselle nere impose schemi quadrati o rettangolari, che sono oggi praticamente universali. Il gioco si diffuse nel giro di un decennio in tutte le parti del mondo e in molte lingue Il primo cruciverba inglese è del novembre 1924, mese in cui fu pubblicato anche il primo schema francese. In Italia il primo “Indovinello delle parole crociate” comparve l’8 febbraio 1925 sulla Domenica del Corriere e nel 1929 è attestata per la prima volta la parola “Cruciverba”, forse inventata dall’editore e scrittore Valentino Bompiani. Il nostro paese vanta un precedente poco conosciuto: il lecchese Giuseppe Airoldi aveva pubblicato un primo piccolo schema di "Parole incrociate" il 14 settembre 1890 su Il Secolo Illustrato della Domenica, rivista edita da Edoardo Sonzogno. Il gioco consisteva in una griglia di dimensioni 4×4 nel quale ogni riga e colonna aveva una propria definizione. La paternità di Airoldi non viene riconosciuta perché nel gioco mancavano le caselle nere e, soprattutto, perché il suo schema non ebbe seguito. Buona giornata Teresa Ramaioli
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