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TEMPO DI ALBICOCCHE di Teresa Ramaioli

Post n°24487 pubblicato il 04 Luglio 2016 da dinobarili
 

TEMPO DI ALBICOCCHE  di Teresa Ramaioli
 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 03/07/16 alle 21:51 via WEB
TEMPO DI...ALBICOCCHE----L’albicocca, considerata in passato frutto rarissimo, sembra che fosse apprezzata già quattromila anni fa dagli imperatori cinesi. Proveniente dall’Asia Centrale questa pianta si diffuse, dopo le conquiste di Alessandro Magno, sulle rive del Mediterraneo e conosciuta in Europa grazie ai Romani. Furono gli Arabi a diffondere la coltivazione dell'albicocco attorno al X secolo, per scopi gastronomiche e farmacologici. Oggi è coltivato dovunque vi sia un clima abbastanza caldo. La buccia del frutto varia dal giallo pallido al rosso aranciato. La sua polpa, profumata, è nutriente, ricca di sali minerali e vitamine, utili nella terapia delle anemie, dei difetti della vista e del mal d'orecchi. Nella cosmesi popolare l’albicocca è indicata anche alla cura della pelle. L’olio ottenuto dai suoi semi, racchiusi nel nocciolo, è molto efficace sia per il trattamento delle smagliature che delle rughe. Le albicocche possono essere consumate fresche, secche, sciroppate e anche sotto forma di succo. Ai più golosi ricordo che la marmellata usata per farcire la squisita torta Sacher, una delle più grandi delizie del mondo, è proprio di albicocche. I maggiori benefici offerti da questo frutto si ricavano proprio durante la stagione della raccolta che va da maggio a luglio, scegliere i frutti con colore vivo e profumati, evitando quelli troppo acerbi che non svilupperanno mai il sapore del frutto maturo. L’albicocca è molto deperibile, per questo è consigliato conservarla in frigo e consumarla entro una settimana. A causa della loro facile deperibilità vengono conservate e trattate in diversi modi: essiccate, sciroppate, usate per produrre succhi, sciroppi, marmellate, mostarde, gelatine. In cucina sono usate nella preparazione di dolci, creme e gelati. Come spuntino o alla fine di un pasto sono ottime quelle fresche. Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 04/07/16 alle 16:40 via WEB
MILANO--- GIARDINI DELLA GUASTALLA--Giardini della Guastalla sono i più antichi di Milano. Si trovano davanti all'Università Statale di Milano quindi sono frequentati da studenti che amano trascorrerci la pausa pranzo , il tempo libero, per leggere o studiare nel tranquillo angolo verde Commissionato dalla contessa Paola Ludovica Torelli della Guastalla e terminato nel 1555, fu realizzato secondo lo stile del giardino all’italiana. Ospitava la fondazione benefica “Collegio della Guastalla”. Nel 1938 il Comune di Milano acquisì l’intero complesso e affidò il progetto di restauro all’architetto Renzo Gerla che si occupò soprattutto di riparare i danni subiti dalla struttura durante la prima guerra mondiale , quando il collegio venne utilizzato come ospedale militare. Il restauro botanico venne invece curato dall’ingegnere Gaetano Fassi Il l muro di cinta venne sostituto con una recinzione per offrire alla vista lo spazio prima nascosto Nel giardino troviamo :la peschiera, un gioiello barocco, con balaustre di pietra e ringhiera di ferro, formata da due terrazze in comunicazione tra loro attraverso quattro rampe di scale, che ha sostituito l’originario laghetto cinquecentesco;l’ edicola seicentesca contentente un gruppo di statue in terracotta –policroma; la “Maddalena penitente assistita dagli angeli” e un tempietto neoclassico opera di Luigi Cagnola; all’esterno del giardino una fontana all’angolo di via della Commenda con via San Barnaba. Specie arboree: acero argentato (Acer saccharinum), albero dei tulipani (Liriodendron tulipifera), arancio trifogliato (Poncirus trifoliata), cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica), faggio pendulo (Fagus sylvatica ‘Pendula’), farnia (Quercus robur), ippocastano rosa (Aesculus x carnea), liquidambar (Liquidambar styraciflua), tiglio selvatico (Tilia cordata); tra gli arbusti, eleagno (Eleagnus spp), pittosforo (Pittosporum tobira), cotognastro (Cotoneaster), nandina (Nandina spp), aucuba (Aucuba japonica), mahonia (Mahonia aquifoliu Gli alberi e gli arbusti presenti nel giardino sono stati dotati di cartellini che ne riportano il nome, fissati al tronco ad altezza d’uomo con un chiodo d’acciaio inox (che non danneggia l’albero, )Gli arbusti sono stati corredati di cartellini posizionati su supporto fissato nel terreno in loro prossimità. Il cartellino riporta il nome comune della pianta e di seguito il nome botanico, il descrittore, la specie e la provenienza. Buona passeggiata. DA Milano ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 04/07/16 alle 16:42 via WEB
LE ERBE DI SAN GIOVANNI----Un’usanza molto diffusa era quella della raccolta delle erbe di San Giovanni. Si pensava che chiunque si bagnasse con la rugiada durante questa magica notte si creava una barriera in grado di difendersi da ogni tipo di corruzione. Erbe di San Giovanni usate come talismani: l’iperico dai fiori gialli, da tenere sul corpo tutta la notte per proteggerci dalle sventure, e garantire sonni sereni, o fuori dalle porte per proteggere la famiglia; l’artemisia contro il malocchio; la ruta per le proprietà curative ,la menta bagnata dalla rugiada per una lunga vita; la salvia per proteggerci dalle creature malvagie;la verbena simbolo di pace e prosperità; cara alle streghe, era in grado di guarire dalle malattie;il ribes i cui frutti rossi sono chiamati anche bacche di San Giovanni;la mandragora, una delle piante più pericolose, molto cara alle streghe, la usavano per preparare filtri d’amore ;il rosmarino che, appeso con iperico e ruta alle porte delle case, teneva lontani diavoli e streghe;l’aglio, potentissimo talismano, se raccolto prima del sorgere del sole era particolarmente forte contro la stregoneria ;l’artemisia, preservava dai fulmini ed era amuleto protettivo contro il malocchio ;la lavanda, riposta a mazzetti nei cassetti e negli armadi, proteggeva la biancheria e anche tutta la famiglia ;la felce, donava capacità divinatorie, forze soprannaturali e sapienza (secondo le credenze il suo fiore si schiude solo la Notte di San Giovanni, resta visibile per un attimo e può essere raccolto solo dopo aver lottato con il diavolo);l’erba carlina, che serviva ad impedire il passo malefico della strega; se inchiodata alla porta di casa infatti, costringeva la strega a contarne con esattezza tutti i capolini. Con queste piante era possibile fare” l’acqua di San Giovanni”; se raccolte nella notte fra il 23 e il 24 giugno, messe in un bacile colmo d’acqua lasciato fuori casa per tutta la notte aveva il potere di aumentare la bellezza, preservare dalle malattie ma nello stesso tempo difendere dal malocchio, l’invidia e le fatture .Ciao Teresa Ramaioli
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