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IL RISO di Teresa Ramaioli

Post n°24427 pubblicato il 01 Luglio 2016 da dinobarili
 

IL RISO  di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 30/06/16 alle 12:59 via WEB
Il riso - storia del canale Cavour- Le province di Novara e Vercelli, in Piemonte, sono oggi famose per la loro produzione di riso, tra le più importanti d’Europa. Questo è stato reso possibile tramite un’opera di canalizzazione che ha permesso di portare nei campi grandi quantità d’acqua necessaria a questa coltura. L’opera importante di questa rete di canali è costituita dal Canale Cavour, in onore del suo più importante promotore, il conte Camillo Benso di Cavour. L’opera era stata ideata da un agrimensore vercellese, Francesco Rossi, nel 1842, ma in seguito il conte di Cavour, al tempo Presidente del Consiglio del Ministri del Governo Piemontese, affidò il progetto all’ingegnere Carlo Noè. Realizzato tra 1863 e 1866, il canale è una straordinaria opera di idraulica. Negli 85 chilometri percorsi, da Chivasso, dove le acque escono dal Po, fino al Ticino, nei pressi di Galliate, si incontrano 110 ponti, 210 sifoni e 62 ponti-canale. Ai tempi in cui il canale fu costruito, le paratoie si azionavano con appositi meccanismi manuali da una galleria coperta, alta oltre 4 m e situata nella parte superiore dell’edificio. Il sistema dell’imbocco è completato da due canali scaricatori, uno serve ad evitare che i materiali galleggianti, come i tronchi d’albero sradicati dalle piene, finiscano nel canale. L’altro evita che vi entri acqua in esubero. In questo modo le acque che entrano nel canale non sono mai in eccesso, annullando così il pericolo di una piena, e non trasportano materiali che potrebbero risultare pericolosi. E’ grazie a questa imponente opera, e alla lungimiranza dei suoi ideatori, se l’agricoltura di queste due province è tanto fiorente. Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 01/07/16 alle 19:11 via WEB
MONASTERO DI CHIARAVALLE--MILANO--Guglielma è il nome italianizzato di una donna che da giovane fu chiamata Vilemina, da adulta Gulielmina, e che, nei documenti storici, gli atti di un processo scritti in latino medievale, figura come Guillelma o sancta Guillelma. Molti nomi per una donna dalla personalità grande e misteriosa. A Chiaravalle ha vissuto Guglielma, la donna simbolo della più grande eresia femminile del Medioevo.Guglielma la Boema è stata una delle principali protagoniste dell’eresia mistica femminile. A Milano venne venerata come una santa. Le uniche notizie ci giungono dagli atti del processo. Da questi si apprende che era figlia del re di Boemia Premislao I e di Costanza d’Ungheria ( gli storici non sono concordi su questo fatto). Giunse a Milano intorno al 1260 con un bambino. Da quel momento avrebbe dimorato in Bregogna e nella Pusterla Nuova, prima di stabilirsi definitivamente in una camera presso la parrocchia di San Pietro all’Orto, di proprietà del monastero di Chiaravalle, forse acquistata appositamente per lei. Qui muore il 24 agosto del 1281 o del 1282, mentre era in corso la guerra tra Milanesi e Lodigiani. Inizialmente tumulata nella stessa chiesa di San Pietro, circa un mese dopo la morte viene traslata (con una processione solenne che ha tutti i caratteri dell’ufficialità) nell’abbazia cistercense di Chiaravalle, dove il suo corpo viene lavato con acqua e vino, vestito con abiti fatti per l’occasione, e nuovamente sepolto. Qui rimane fino al settembre del 1300, quando gli inquisitori esumano i suoi resti per disperderli e bruciarli. Divenne un’oblata, cioè una laica che viveva nel vicino monastero di Chiaravalle. Aiutando i poveri e i malati, la sua parola e il suo esempio conquistarono un folto gruppo di seguaci che, appartenevano a famiglie milanesi importanti, come quelle dei Torrioni e dei Visconti. I monaci del monastero di Chiaravalle e le suore di Santa Caterina in Brera arrivarono a proporla, dopo la sua morte( 24 agosto 1281), santa e la cappella di Chiaravalle, in cui venne sepolta, divenne un luogo di culto. Guglielma lavorò presso l’abbazia di Chiaravalle divenne il punto di riferimento per molta gente, attirando l'attenzione di tutti, anche della Santa Inquisizione. Profetizzava un nuovo modo di pensare e cioè che Dio poteva essere trovato in se stessi, senza l’obbligato passaggio ecclesiale e per arrivare di fronte a Dio non era necessario attendere il giudizio universale. Questa forma di pensiero era molto pericolosa per i tempi, se poi veniva espresso da una donna... L'inquisizione arrivò tardi, Guglielma morì di morte naturale e fu seppellita proprio nel cimitero dell'abbazia di Chiaravalle. Per quanto riguarda la situazione politica milanese, la città nel 1300 è in mano a Matteo Visconti, “Signore” di Milano su nomina del Consiglio cittadino dal 1291 e vicario imperiale per la Lombardia dal 1294. Guglielma ebbe molti seguaci che cercarono di proseguire il suo messaggio, tra cui Maifreda che addirittura tenne messa nella Pasqua del 1300 in zona Brera con altre due donne diacone. In una successiva messa nella Chiesa di S. Maria Maggiore venne investita al ruolo di papessa. Questa volta il sant’Uffizio non solo non perdonò quest’affronto, ma ne approfittò per punire anche Guglielma . Il Vescovo Guido da Cocconato fece riesumare il cadavere di Guglielma e lo fece bruciare, insieme ai corpi vivi di Maifreda e dei suoi seguaci, in P.zza Vetra a Milano, di fronte a Sant’Eustorgio, dove si trovava allora le sede della Santa Inquisizione. Ancora oggi a Chiaravalle si trova la cappella dedicata a lei. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 01/07/16 alle 19:13 via WEB
LA PRIMA AUTOSTRADA D’ITALIA----Il progetto dell'autostrada nacque nella mente dell'ingegnere Pietro Puricelli .Nel 1922 aveva partecipato alla realizzazione del circuito di Monza, commissionato dall'Automobil club di Milano.e in seguito a questa esperienza, propose un progetto ideato l'anno prima: un collegamento tra Milano e i laghi di Como e Maggiore. Puricelli aveva le idee chiare, doveva essere riservata alle sole automobili, quindi niente carri, carrozze, biciclette o pedoni. Un'idea azzardata per quel periodo. L'ingegnere superò gli ostacoil anche di carattere burocratico. Per realizzare l'impresa fu necessario eseguire tremila espropri. Costata 90 milioni, secondo Puricelli si sarebbe dovuta ripagare con i pedaggi: 9 lire per le moto, da 12 a 20 per le auto, da 40 a 60 per gli autobus con uno sconto del 20 per cento per il biglietto di andata e ritorno.. Il 21 settembre 1923 a Lainate, l'autostrada fu inaugurata dalla Lancia Trikappa di Vittorio Emanuele III, accompagnato da Puricelli, e seguita dal lungo corteo di automobilisti Nel 1938 l'investimento iniziale era stato interamente ammortizzato, grazie ai mille veicoli al giorno che ben presto iniziarono a fare su e giù tra Milano e i laghi. Nei successivi due anni furono aggiunti i 24 chilometri della Milano-Como, la futura A9, e gli 11 della Gallarate-Sesto Calende, ora A8/A26. Una rete stradale modernissima per l'epoca, che attirò l’attenzione di tecnici e amministratori Dopo il 1923, tutte le altre autostrade costruite nel mondo vengono chiamate “autostrade” usando soltanto la dizione italiana coniata proprio da Puricelli. Ciao Teresa Ramaioli
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