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ILARIO E LA NUOVA STAGIONE racconto (967) di Dino Secondo Barili

Post n°20480 pubblicato il 05 Agosto 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

967

Ilario e la nuova stagione

Nella storia dell’uomo non si è mai visto un’epoca con un’abbondanza di mezzi a disposizione come la nostra. Frutto dell’ingegno, della evoluzione storica e sociale … e dello sviluppo senza precedenti dei mezzi di comunicazione. Eppure, non si è mai visto un’epoca (la nostra) nella quale le persone sono  spesso insoddisfatte … Come se tutto il “Bengodi a disposizione” fosse solo il “supplizio di Tantalo” … il quale, legato alla rupe, vedeva l’acqua a portata di mano,  ma non poteva dissetare la propria sete. Tale insoddisfazione, nasce spesso dall’attività frenetica e ripetitiva, dall’eccessiva rincorsa al denaro, dalla mancanza di equilibrio tra azione e riposo … tra lavoro intellettuale e attività pratica. In sostanza, l’uomo pensa troppo … e fa troppo poca attività fisica. Un anno fa, ne sapeva qualcosa il Prof. Ilario, cinquant’anni, colto, mente sveglia, single, Docente di Lettere in un Liceo del milanese, abitante a Pavia. Non importa che una persona ami il proprio lavoro … Anzi, è proprio quando lo ama troppo che nasce una frattura … tra ciò che l’individuo sa (o pensa di sapere) … e l’ambiente circostante. Per esempio. La Scuola offre un ottimo supporto alle giovani generazioni, ma queste (in parecchi casi) preferiscono bighellonare a destra e a manca, sprecando irrimediabilmente il loro tempo … che è il vero (e solo?) “patrimonio” di cui dispongono. Tra la marea di contraddizioni che, un anno fa, affollavano la testa del Prof. Ilario c’era la sua crisi personale. Il Prof. Ilario era insoddisfatto. Motivo? Non aveva la sua donna del cuore. Veramente una donna c’era stata un anno prima … la Prof. Adelaide, ma anche lei era Docente di Lettere e, alla fine, i due parlavano sempre (e solo?) di lavoro. Ora, a cinquant’anni … il Prof. Ilario voleva qualcosa di nuovo, qualcosa che gli desse la carica, la spinta ad uscire dal tunnel in cui era finito. In questi casi, la soluzione migliore è parlarne. Con chi? Con chiunque … da tutti si possono ricevere validi consigli. Il Prof. Ilario ne parlò con la Portinaia del Palazzo in cui abitava, la Signora Adalgisa … una sessantenne che sapeva tutto di tutti. Approfittando di un incontro causale, il Prof. Ilario si sfogò. La Signora Adalgisa non aspettava altro. “Prof. Ilario, ho la ricetta che va bene per lei. Oggi pomeriggio, venga nel mio orto … le faccio vedere come si può vivere bene … senza farsi venire inutili mal di testa …” Il Prof. Ilario diventò curioso. “Cosa avrà mai da suggerirmi questa donna che, al massimo, avrà fatto la terza media?” A volte le persone pensano che i Titoli di Studio sono i passaporti del sapere … ma non così. Parecchie persone hanno il vizio (e la presunzione) di specchiarsi nel “Titolo” che hanno davanti al cognome … Non importa poi, se avranno letto (si e no) tre libri in tutta la loro vita. Il Prof. Ilario si presentò puntuale nell’orto della Signora Adalgisa la quale, con vecchio grembiule legato in vita e le mani sporche, stava interrando delle piantine di zucca. “Vede Prof. Ilario … questo è il momento buono per interrare le piantine di zucca …  seguirle giorno dopo giorno e vederle crescere fino a quando faranno i fiori e da lì spunteranno le zucche. Pensi … una piantina così è capace di fare quattro o cinque zucche di due chili l’una. Praticamente della zucca si mangia tutto. I fiori che si gustano fritti … il frutto vero e proprio … i semi della zucca che, abbrustoliti, si chiamano brustolini. E poi, c’è il detto popolare … “avere sale in zucca”, cioè ingegno e buon senso. Capire il valore del sapere e il contatto quotidiano con la natura. Ecco perché l’uomo, se vuole vivere felice, non deve mai perdere il contatto quotidiano con la natura … cioè l’orto. Solo così si vive bene in equilibrio con la natura e con sé stessi” In quell’istante, nell’orto dell’Adalgisa si presentò sua nipote, figlia di sua sorella. Una trentenne bellissima, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. “Prof. Ilario le presento mia nipote Carmen. Laureata in Lingue … sa tutto sulle più importanti città del Mondo, soprattutto Roma” Il Prof. Ilario, alla vista di una simile bellezza, per poco non svenne. Comprese al volo che il Destino gli aveva presentato la donna che aveva sempre sognato. Decise all’istante. “Dott. Carmen … devo fare una vacanza a Roma … cosa ne dice di farmi da guida?” Quando due persone si guardano negli occhi … sanno già dove vanno a finire. Anche Carmen cercava l’uomo del cuore … e il Prof. Ilario aveva tutte le carte in regola … in più c’era l’orto della Zia Adalgisa nel quale si poteva raccogliere frutta e verdura a volontà … e imparare un corretto rapporto tra vita intellettuale e natura. - (967)

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Commenti al Post:
camnisi1943
camnisi1943 il 05/08/15 alle 17:09 via WEB
Bella storia intrigante. Ciao Dino e buon pomeriggio, Camillo.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 06/08/15 alle 14:05 via WEB
Ciao Camillo - grazie del giudizio. Ogni storia ha un fine. piacere a chi legge. Buon pomeriggio. Dino
(Rispondi)
annamariamennitti
annamariamennitti il 05/08/15 alle 21:00 via WEB
E finito ormai il tempo quando il lavoro era solo nella fantasia ,lavorare poco e divertirsi molto Oggi tutto è cambiato bisogna stare attenti a non perdere ciò che si è costruito per cui è necessario arrotondare anche con la zucca altrimenti si fa la fine di Dedalo dove passava l'acqua e non gli permetteva di avvicinarsi per dissetarsi Oggi al supermercato non trovavo dove fosse un prodotto ho chiesto al magazziniere ,mi ha risposto con una gentilezza da rimanere incredula ....Ecco la paura di perdere il lavoro viva la zucca di Ilario ...ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 06/08/15 alle 14:07 via WEB
Ciao Annamaria - hai ragione. Oggi, ci vuole inventiva, coraggio, voglia di vivere. Il domani è una sfida. Buon pomeriggio. Dino
(Rispondi)
elvira.crisanti
elvira.crisanti il 06/08/15 alle 03:34 via WEB
Un saluto ed un abbraccio per augurarti buone vacanze !
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 06/08/15 alle 14:09 via WEB
Ciao Elvira. Grazie della visita. L'amicizia è un dono degli Dei. Buon pomeriggio. Dino
(Rispondi)
annamariamennitti
annamariamennitti il 06/08/15 alle 09:42 via WEB
ciao Dino, l'amore è una scuola di vita anche se il significato è diverso da ciò che sto per dirti ne approfitto della parola "scuola" Quando due decidono di stare insieme per tutta la vita dovrebbero andare a prendere lezioni ,no dal prete come si è soliti fare ,ma una scuola particolare scegliere anche i difetti passabili.. entrambi devono conoscere bene e pesarli se è il caso altrimenti scappare....con una sola parola"" Amore ti amo però preferisco rimanere e godermi la vita da sola" ok.non.è...allusione puramente casuale buona giornata Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 06/08/15 alle 14:11 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. Non si finisce mai di andare a Scuola. L'esperienza quotidiana ... è una scuola di vita permanente. Buon pomeriggio. Dino
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 06/08/15 alle 10:51 via WEB
CAROLINA INVERNIZIO---Figlia di Anna Tattoni e del cavalier Ferdinando, Carolina studia da maestra, come le sorelle. Da Voghera la famiglia si trasferisce presto a Firenze, dove il padre, funzionario di casa Reale, viene nominato direttore delle imposte. La vocazione della giovane studentessa si manifesta precocemente, e viene subito percepita come pericolosa: un suo racconto, pubblicato sul giornalino scolastico, suscita scandalo, facendole rischiare l’espulsione. I genitori, preoccupati dalle fantasie che le sue pagine rivelano, premono per il matrimonio con un nobile di Montevarchi, ma Carolina si sottrae e si dedica al lavoro. Nel 1877 Salani pubblica il secondo romanzo in volume della scrittrice, Rina o l’Angelo delle Alpi. Nel 1881 Carolina incontra l’uomo della sua vita, il romantico tenente dei bersaglieri Marcello Quinterno. Dopo un breve fidanzamento lo sposa, e pochi anni dopo gli dedica uno dei suoi romanzi più famosi, Il bacio di una morta: «Al distinto e colto signor Marcello Quinterno». Inizia così una tranquilla esistenza da signora borghese. A Torino, dove il marito dirige il panificio militare, la Invernizio si veste nelle migliori sartorie, riceve ogni lunedì, e il sabato va a pregare al Santuario della Consolata. Carolina continua a scrivere, fra i suoi titoli più noti, La gobba di Porta Palazzo, La maledetta, La sepolta viva, fino all’ultimo: Morta d’amore, del 1916 (ma ne usciranno tre postumi). Nessuna come lei si è attirata tanti insulti, forse a causa del successo, dell’amore dei lettori e soprattutto delle lettrici Carolina Invernizio muore di polmonite nel 1916; ha 65 anni, ma ne dichiara 58, barando sulla data di nascita. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 06/08/15 alle 11:05 via WEB
FRUTTA E VERDURA----Per avere una pelle splendente e mantenere un colorito gradevole e salutare è bene curare con attenzione la propria alimentazione.Frutta e verdura consumate con regolarità sono infatti in grado di garantire un colorito migliore rispetto a quanto ottenuto grazie all'abbronzatura.Includere nella propria dieta almeno tre porzioni di frutta e verdura al giorno, compresi kiwi, cavoli e carote, rappresenta la soluzione migliore per conquistare un colorito radioso. A confermarlo è uno studio condotta da esperti. I soggetti sottoposti a test sono stati fotografati prima dell'inizio e dopo la conclusione dell'esperimento. I ricercatori hanno potuto constatare come grazie all'incremento del consumo di frutta e verdura il colorito della pelle potesse migliorare. Tre porzioni di frutta e verdura da consumare ogni giorno sono sufficienti a rendere il nostro aspetto salutare e più attraente. Ciao Teresa Ramaioli
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