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SALUTI DA PAVIA

Post n°19474 pubblicato il 13 Maggio 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

buon mercoledì 13 maggio 2015

 

 

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Commenti al Post:
alba.estate2012
alba.estate2012 il 13/05/15 alle 16:55 via WEB
Un abbraccio e saluti Cremonesi da Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/05/15 alle 19:23 via WEB
Ciao Antonella i saluti sono sempre un piacere ... Buona e felice serata. Dino
(Rispondi)
RicamiAmo
RicamiAmo il 13/05/15 alle 17:13 via WEB
Ciao Dino felice sersata anche a te con affetto Delia
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/05/15 alle 19:24 via WEB
Ciao Delia - le tue "ricette" sono deliziose. Dino
(Rispondi)
REGINA.LEONESSA
REGINA.LEONESSA il 13/05/15 alle 17:15 via WEB
Chic...
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/05/15 alle 19:25 via WEB
Ciao ... mi piace quel "Chic ..." Buona e felice serata. Dino
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semplicelucrezia
semplicelucrezia il 13/05/15 alle 17:17 via WEB
Saluti da Zena Dino ^-^
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/05/15 alle 19:26 via WEB
Ciao Lulu - Zena è una magnifica città. Saluti da Pavia. Dino
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 13/05/15 alle 17:56 via WEB
ALTARE DELLA PATRIA --ROMA--Il monumento a Vittorio Emanuele in Roma venne inaugurato, alla presenza della famiglia reale e dell’allora presidente del consiglio dei ministri Giovanni Giolitti, il 4 giugno 1911. Il più grande monumento nazionale, inaugurato in occasione del 50° dell’Unità d’Italia, celebrava “Il re galantuomo” morto il 9 gennaio 1878 e venne definito anche Vittoriano. La parte centrale del monumento, dove il 4 vovembre 1921 venne creata la tomba del milite ignoto, assunse il nome di “Altare della patria”, che ben presto connotò l’intero monumento. La storia dell’Altare della patria è indissolubilmente legata a Brescia, e in particolare ai comuni di Botticino e Mazzano, sede delle cave da cui venne estratto il marmo utilizzato per il monumento, e di Rezzato sede delle imprese che fornirono al governo italiano il materiale lapideo. La prima proposta di legge per erigere un monumento nazionale a Vittorio Emanuele II venne approvata già nel 1878: l’iter venne seguito dall’allora ministro dell’Interno, il bresciano Giuseppe Zanardelli. Vennero banditi due concorsi di idee per la scelta del progetto: il primo, nel 1880, alimentò le proposte più bizzarre e stravaganti. Il secondo, nel 1882, si conclude il 28 giugno 1884 con la scelta del progetto del conte Giuseppe Sacconi (1854-1905), marchigiano. La posa della prima pietra avvenne il 22 marzo 1885. Il progetto dovette misurarsi con grossi problemi di natura statica, costruttiva, architettonica, e subì numerosi rimaneggiamenti, il più importante dei quali venne approvato il 4 giugno 1890. Tutto ciò dilatò i tempi di realizzazione e i costi del monumento, che finì per costare 30 milioni di lire rispetto ai 9 inizialmente previsti. Dopo la Roma degli imperatori e la Roma dei papi, la terza Roma – la capitale del nuovo stato unitario – ha trovato nel Vittoriano il monumento-simbolo capace di eguagliare, per ambizione e dimensioni, il Colosseo e San Pietro. L’apertura di via dei Fori imperiali, avvenuta il 28 marzo del 1933, ha fatto del Vittoriano il punto di snodo di parate, cortei, manifestazioni. L’Altare della patria in un secolo di vita è diventato il fulcro di celebrazioni pubbliche, scenografia universalmente nota, elemento dell’identità nazionale, icona dell’Italia. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 13/05/15 alle 17:58 via WEB
ANTICHI MESTIERI---Sono numerose le professioni ambulanti scomparse, alcune delle quali molto curiose e che sono ancora nel ricordo di tanti anziani. Alcune me le ricordo per averle viste direttamente, altre le conosco per averne sentito parlare in casa e che mi hanno sempre incuriosito anche per i riferimenti dialettali con i quali erano citati. Ricordo che quando da piccola ritornavo a casa, magari con le mani sporche, mia madre mi diceva: Sembri un magnan!. Il "magnan" era l'ambulante che riparava pentole e che era sempre sporco di nero. Oppure quando parlavo a voce alta mi diceva: Strilli più di uno "strascee!". Lo "strascee" era lo stracciaio, girava nelle strade urlando per richiamare l'attenzione delle donne che erano in casa. Ritirava di tutto, stracci, ma anche rottami di ferro, ed in cambio dava aghi, ditali, candeggina, sapone, mollette per stendere la biancheria,spazzole per lavare, pettini. La particolarità di molti antichi mestieri era infatti di “urlare”,le loro proposte, nelle vie in prossimità delle abitazioni per attirare le massaie e gli anziani a casa. Sono molti i mestieri scomparsi, tra questi ricordiamo: El moletta, l’antico arrotino che girava per la città e i paesi, con il suo carretto di legno con una mola a pedale per limare coltelli, forbici. Prima delle sue urla, era il profumo che usciva dalla sua cesta che lo rendeva il più atteso :era El garzòn del Prestinèe (il garzone del panettiere) che consegnava il pane caldo. Quando le acque dei fossi erano pulite ecco El Ranatt (venditore di rane), le donne preparavano un piatto prelibato:il risotto con le rane. Ricordiamo anche El spazzacamin (lo spazzacamino), il ragazzino minuto che entrava negli angusti camini ed aveva sempre il viso nero dalla fuligine. Ciao Teresa Ramaioli
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