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SALUTI DA PAVIA

Post n°18416 pubblicato il 14 Marzo 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

buon sabato 14 marzo 2015


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alba.estate2012
alba.estate2012 il 14/03/15 alle 11:34 via WEB
Buon sabato e salutissimi da Cremona!!! Un abbraccio, Antonella
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dinobarili
dinobarili il 14/03/15 alle 15:04 via WEB
Ciao Antonella - Buona sabato a te ...e speriamo che il Sole resista. Buona serata. Dino
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/03/15 alle 12:49 via WEB
SANT’ ALBERTO DI BUTRIO-- L'eremo di Sant'Alberto di Butrio, sorge fra primi rilievi dell'Appennino Ligure, nella Valle Staffora dell'Oltrepò Pavese, in provincia di Pavia, in frazione Butrio del comune di Ponte Nizza, a 687 metri s.l.m., isolato in una chiostra di monti, tra verdi pascoli, castagni, querce e abeti. L'eremo di Sant'Alberto ha origini molto antiche. L’aspetto esteriore rivela le ristrutturazioni che si sono succedute nel tempo, l'interno invece ci porta indietro nel tempo e ci sentiamo pervasi da una sensazione di misticismo Considerata la perla dell'Oltrepò Pavese, l'abbazia fu fondata nell'XI secolo sui ruderi di una fortificazione romana dall'eremita sant'Alberto. Frate Ave Maria nasce a Pogli di Ortovero in provincia di Savona, il suo vero nome è Cesare Pisano, da ragazzo la sua vita cambia radicalmente quando giocando in paese con alcuni amici viene colpito involontariamente da un colpo di fucile ritenuto scarico perdendo la vista. Don Luigi Orione di Tortona lo ospita in un suo istituto assistito da una suora missionaria della Carità. Cesare Pisano attraversa un periodo molto difficile, ma sente crescere una particolare venerazione per la Madonna. E' l'anno 1923 quando entra a fare parte degli eremiti ciechi della Divina Provvidenza (fondato da don Orione), poi viene destinato in una isolata località allora poco conosciuta: l'eremo di Sant'Alberto nel comune di Ponte Nizza in valle Staffora (PV). In questo luogo Cesare Pisano, indossa la veste e prende il noma di frate Ave Maria datogli da don Orione. La sua grande umiltà, saggezza e disponibilità attira la venerazione di tantissime persone che desiderano incontrarlo per essere confortati, consigliati spiritualmente. Il 21 gennaio 1964 frate Ave Maria muore; un'immensa folla accorre ai funerali proclamandolo santo Le sue spoglie, venerate nell'eremo sono meta ogni giorno di pellegrinaggi Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/03/15 alle 12:51 via WEB
GENOVA---Via LUCCOLI---Il nome di Via Luccoli deriva dal latino luculi --- boschetti. Qui cominciava il bosco sacro al dio Sole e alla dea Luna; la via poi proseguiva lungo l'attuale salita Santa Caterina Da studi recenti, è emerso che, lungo il bosco si trovassero mulattiere attraverso le quali si arrivava sino all'attuale Piazza Fontane Marose e da lì una strada conducesse,ai valichi della Val Bisagno e della Val Trebbia. (direzione Nord-Ovest) Il boschetto , fin dai primi secoli del Medioevo, veniva usato da uomini e muli, e lungo il percorso della mulattiera si formò lentamente l'attuale via Luccoli.e si popolò. Fino al IX secolo le case erano malsicure. Le cose migliorarono nel IX secolo con i Carolingi; le mura da loro costruite non comprendevano il borgo corrispondente alle attuali Via Luccoli, Via Cairoli, Via Balbi ma , per difendere tale zona, dove erano sorte alcune abitazioni, fecero innalzare il Castelletto alle spalle dell'attuale Via Garibaldi. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/03/15 alle 12:52 via WEB
GENOVA –SAN GIORGIO--Ci sono bassorilievi nei vicoli di Genova che raccontano la grande devozione della città verso San Giorgio. Il legame della città con questo Santo ha origini molto antiche, quando in città stazionava una guarnigione dell'esercito bizantino il cui vessillo era appunto una croce rossa in campo bianco. Questa bandiera fu utilizzata dai pellegrini che volevano andare in Terra Santa e poi dai Crociati che dall'occidente si mossero per liberare Gerusalemme dagli infedeli. Si racconta che San Giorgio apparve ai crociati genovesi che stavano per dare il decisivo assalto a Gerusalemme, vestito di bianco con una grande croce rossa, incitandoli a seguirlo contro i saraceni. Il vessillo con San Giorgio, conservato nei secoli nell'omonima Chiesa, veniva consegnato alla nave ammiraglia della flotta delle galee genovesi prima che le stesse partissero alla volta di nuove conquiste per portare nel mondo il nome di Genova I capitani di galee che in queste battaglie si erano distinti per il loro coraggio, potevano ornare il portone del loro palazzo con l'effigie del Santo. I bassorilievi sopra i portali di alcuni palazzi dei vicoli (che a noi oggi sembrano rappresentare un segno di devozione verso San Giorgio), ricordano in realtà che lì era vissuto un valoroso genovese, un coraggioso capitano di galea,che ha contribuito a rendere grande Genova. Ciao Teresa Ramaioli
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