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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°17561 pubblicato il 22 Gennaio 2015 da dinobarili
 

MILANO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 21/01/15 alle 19:08 via WEB
Milano----Galvano Fiamma, frate domenicano è stato un cronista milanese. In una sua cronaca, racconta il momento nel quale i milanesi seppero con precisione l'ora. Nel 1335 i milanesi sentirono per la prima volta il suono di un "meccanismo" che segnava le ore. Dal campanile della chiesa di S.Gottardo in corte ogni ora, come stabilito da Azzone Visconti, un suono segnalava il passare del tempo. Questo orologio non era visibile, si faceva solo sentire. Divenne talmente famoso che la strada lì vicino prese il nome di Contrada delle Ore (oggi via delle Ore). Questo orologio non era visibile; ecco perchè molti ritengono che il primo orologio pubblico sia quello che apparve sul campanile di S.Eustorgio. Buona giornata Teresa Ramaioli

 

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 22/01/15 alle 17:43 via WEB
Ciao Dino, oggi , a pranzo, Emilia ha parlato della sua collezione di lattine. Incuriosita, ho voluto fare un passo nel passato, e sono andata a vedere da dove e da quando la storia della birra in lattine ha preso il via. Era il 24 gennaio 1935, quando la Gottfried Krueger Brewery (Gkb) mise in commercio le prime birre in lattina a Richmond, Virginia. Una novità contagiosa che in pochi mesi conquista altri 37 produttori negli Stati Uniti. E pensare che l'era del proibizionismo era terminata appena due anni prima. I primi tentativi di costruire le lattine avevano avuto luogo nel lontano 1909, ma non avevano condotto da nessuna parte. La birra non si adattava al nuovo involucro perché il contenuto eccessivo in anidride carbonica faceva esplodere le sottili giunture di latta. La soluzione arrivò nel 1933, quando vennero realizzate nuove latte che non esplodevano né rilasciavano ioni metallici nel liquido. Fu così che la Gkb scese a patti con la American Can per installare una linea di produzione sperimentale. Dopo che l'American Can ebbe sviluppato un processo di rivestimento che rinforzava l'interno della confezione, la Gkb produsse una prima partita di 2000 pezzi da far testare nel 1933 Il 91% dei partecipanti aveva apprezzato il gusto della birra.in lattina. Finalmente, il 24 gennaio del 1935 le lattine della Gkb fanno il loro esordio sul mercato. Sarà un successo senza pari, sebbene i giornali avessero liquidato la storia delle nuove confezioni dicendo che non sarebbero mai riuscite a rimpiazzare le bottiglie. Eppure, i nuovi contenitori erano ideali per il trasporto, oltre a essere più economici e sicuri del vetro. Gli altri birrifici fiutarono l'affare e si misero sulla scia dei pionieri della latta.. Con il passare degli anni, le lattine hanno subito diverse modifiche, a partire dal sistema di apertura. In origine, la sommità delle latte era completamente ermetico e per aprirla c'era bisogno di praticare un buco servendosi di una sorta di punteruolo. Le cose cambiarono agli inizi degli anni '60, quando Ermal Fraze introdusse l'apertura a linguetta verso l'esterno (quella che procura tagli sulle dita). L'apertura a pressione verso l'interno – più sicura, ma meno igienica – venne introdotta dalle bibite Pepsi negli anni '70. Nel 1958 l' alluminio arriva a sostituire il metallo nel confezionamento delle lattine. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 22/01/15 alle 18:40 via WEB
I quartieri medievali -Usciti dalla chiesa di San Teodoro, si imbocca lo stretto vicolo Terenzio che scende verso Porta Calcinara:, essa apparteneva all’apparato difensivo della città medievale della fine del XII sec. Il suo nome deriva dall’approdo sul fiume destinato alle imbarcazioni che trasportavano materiale edilizio, sabbia e ghiaia.. La cerchia muraria è stata ampliata successivamente nel XVI sec. Siamo nel quartiere digradante verso il fiume, col suo intrigo di viuzze acciottolate: via Porta Pertusi, con la casa degli Eustachi in prossimità del fiume, residenza del guardiano delle acque, che rappresenta un esempio di abitazione privata del Quattrocento, via Pessani, via Maffi, via Rovelecca. Quest’ultima costituiva un tempo il centro del ghetto riservato agli ebrei, che di sera veniva chiuso al passaggio. Risaliti quindi per via dei Liguri, cuore della vecchia Pavia, si arriva in via Cardano, lungo la quale affaccia, tra gli altri, l’ex monastero benedettino di San Maiolo del X sec., attualmente sede dell’Archivio di Stato, con un bellissimo chiostro cinquecentesco. Percorrendo via Cardano in direzione ovest, si giunge nella piazzetta di Sant’Agata al Monte costruita su di un’altura, dove ora ha sede l’Istituto Clinico Morelli, ma già dimora di un importante monastero. Saluti da Pavia a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 22/01/15 alle 18:41 via WEB
La chiesa di San Teodoro a Pavia Al centro del quartiere medievale dei pescatori sorge la chiesa romanica di San Teodoro del XIII sec., dalla rossa fronte in mattoni tripartita dai contrafforti, con alla sommità una loggetta cieca. L’interno è costruito secondo il modello delle chiese tardoromaniche dette “a sala” (per l’effetto, generato dall’altezza quasi uguale delle coperture, di ritrovarsi in un ambiente unico senza interruzione di spazi) con tre navate L’edificio, dedicato ad uno dei santi protettori della città, accoglie al suo interno numerose testimonianze votive: dagli affreschi romanici dipinti sui pilastri, ai cicli pittorici rinascimentali con le Storie di Sant'Agnese , riconosciuto dai critici al Bramantino, le Storie di San Teodoro del XVI sec. (1514), alla famosa Veduta di Pavia del primo Cinquecento (1522), importante testimonianza di valore topografico dell’aspetto della città nel Rinascimento. Suggestiva è la cripta seminterrata, con capitelli romanici scolpiti. Ciao , buona passeggiata a Pavia Teresa Ramaioli
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