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RUBICONDO E LA STATISTICA racconto (222) di Dino Secondo Barili

Post n°17519 pubblicato il 20 Gennaio 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

222

Rubicondo…il mal di statistica e

…come sentirsi povero e infelice

Ieri, a metà mattina, i soliti quattro pensionati pavesi, avevano appuntamento in un Bar di Piazza del Vittoria a Pavia. Giacomo (75 anni), Giuseppe (77 anni) e Francesco (80 anni) erano stati puntuali. Mancava solo Rubicondo (77 anni), il cui nome di battesimo era Mario, ma, visto che era nato “in carne”, vispo e allegro, il nome originale venne subito cambiato. Del resto quando una persona ha un bel modo di presentarsi, il nome corrisponde “di fatto” alla personalità dell’individuo. Rubicondo era nato e Rubicondo era rimasto. Ieri, i tre amici (Giacomo, Giuseppe e Francesco), attesero un quarto d’ora, ma Rubicondo non appariva all’orizzonte. Cominciarono a preoccuparsi. “Telefoniamo?” Suggerì, Francesco. “Aspettiamo … magari ha avuto un contrattempo” rispose Giacomo. Dopo mezz’ora, però, i tre amici cominciarono a preoccuparsi davvero. A chiedersi cosa fosse successo… “Non si sarà mica sentito male? Avuto un incidente?” Oggi, con quel che accade, è facilissimo pensare il peggio. In quell’istante comparve Rubicondo. Bianco come il latte, mogio, mogio… “Cosa ti è successo? Eravamo preoccupati.” – Rubicondo rispose controvoglia, faticosamente… “Quasi non volevo venire a prendere il caffè con voi. Ieri mi sono messo in mente di fare una ricerca su Internet. Mi sono messo in mente di sapere qualcosa in più sulle statistiche. Ho preso come riferimento quella dei redditi …e ho preso la prima sberla. Con la mia pensione sono ad un passo dalla povertà. Poi, ho guardato la statistica sul “quoziente benessere”… Non l’avessi mai fatto. Mi sono sentito un povero derelitto. A cosa sono valsi i miei quarantacinque anni di lavoro? Le tasse e contributi pagati? A cosa sono valsi a sacrifici per avere la proprietà di un piccolo appartamento con garage ed un’automobile? Niente. Anche mia moglie è rimasta male.” Giacomo, Giuseppe e Francesco rimasero allibiti. “E, tu… con i tuoi settantasette anni guardi ancora le statistiche?” – chiese Giuseppe – “Non essere ingenuo. Tutte le statistiche partono sempre da un “punto ipotetico” che non è mai quello che pensiamo noi poveri mortali. Gli studiosi di statistica… vivono su un altro pianeta. Non sanno cosa vuol dire lavorare, faticare una vita, allevare figli, risparmiare, farsi una casa e tutto quello che comporta. Loro (“gli statistici”) non considerano gli esseri umani come “persone umane” (che mangiano, dormono e qualche volta fanno all’amore). Per la statistica, noi siamo “numeri” e contiamo come numeri…Leggere le statistiche è come il “pollo di Trilussa”. C’è chi ne mangia dieci polli al mese… e chi nessuno.” Giacomo scrollò la testa e disse la sua. “A volte mi viene il sospetto che coloro che compilano le statistiche…non abbiano a cuore il benessere delle persone, ma dare loro delle “belle cariche depressive. Come se non fosse bastato l’inverno che ha fatto la sua parte.” Giacomo concluse. “Nella nostra attuale società, tra le altre malattie…Si chiama “mal di statistica”… ovvero come sentirsi poveri e infelici.” (222) -

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Commenti al Post:
Menser
Menser il 20/01/15 alle 14:57 via WEB
Simpatici i tre Signori anziani, ma perchè fasciarsi la testa , se una persona ha da vivere, dignitosamente, poi bisogna vedere cosa una persona pretende, ad una certa età basta il necessario, il superfluo , per Noi è passato di moda. Buona serata Ha tutti Paolo
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/01/15 alle 19:24 via WEB
Ciao Paolo - hai ragione. Però, gli anziani si preoccupano per i giovani. Dopo tante fatiche restano delusi quando i giovani buttano al vento un patrimonio di fatiche e speranze per una società migliore. Buona serata. Dino
(Rispondi)
DoNnA.S
DoNnA.S il 20/01/15 alle 15:34 via WEB
Povero Rubicondo! Meglio non pensare alle statistiche. Ma ringraziare apprezzando quello che si ha. Cercando di vivere al meglio sfruttando ogni cosa bella, piacevole e positiva che le giornate ci possano dare.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/01/15 alle 19:26 via WEB
Ciao Donatella - bel commento. Però, gli anziani si preoccupano più per i figli e i nipoti ... che per loro. Basta passare qualche ora in Piazza della Vittoria a Pavia per sentirne di cotte e di crude. Buona serata. Dino
(Rispondi)
alba.estate2012
alba.estate2012 il 20/01/15 alle 16:55 via WEB
Carissimo Dino, meglio non guardare le statistiche.. lasciano l'amaro in bocca.. meglio prendersi un caffè con gli amici e farsi qualche risata per vivere serenamente. Un abbraccio e buona serata, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/01/15 alle 19:30 via WEB
Ciao Antonella - vero, bisognerebbe "prendersi un caffè"... A volte, però, gli anziani di Piazza della Vittoria a Pavia preferiscono non prenderlo per il timore che vada di traverso. A volte, non hanno tutti i torti. Buona serata. Dino
(Rispondi)
 
 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 20/01/15 alle 20:26 via WEB
Mi dispiace...
(Rispondi)
franzkline
franzkline il 20/01/15 alle 18:58 via WEB
Le statistiche vengono fatte per creare malcontento e paura per il futuro. E' creato dai Governi per tenere a freno le persone. Purtroppo! Ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 20/01/15 alle 19:32 via WEB
Ciao Stefano, i numeri si possono leggere in tanti modi, però, con i numeri, a volte, le persone stanno male. Buona serata. Dino
(Rispondi)
menegi53
menegi53 il 20/01/15 alle 21:13 via WEB
Statisticamente parlando, gli errori spesso sono eclatanti e allora meglio lasciar perdere e pensare a qualcosa di più reale e dolce come... un caffè bevuto al bar con gli amici! Bravo Dino, un bel racconto e una ventata di verità attuale! Buona serata, ti abbraccio!
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 21/01/15 alle 09:01 via WEB
Ciao Giovanni - hai ragione. Meglio un bel caffè bevuto al Bar con gli amici. Però, devi ammettere che questa è la società dei "numeri". Ognuno, a torto o a ragione, per far valere le proprie ragioni ... da i numeri (della statistica). Buona giornata. Dino
(Rispondi)
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