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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°17389 pubblicato il 12 Gennaio 2015 da dinobarili
 

MILANO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 10/01/15 alle 12:48 via WEB
MILANO---Il vicolo è dedicato ai lavandai e non alle lavandaie, perché nell'Ottocento ad occuparsi del servizio di lavaggio erano gli uomini organizzati in una vera e propria associazione. Infatti, la confraternita dei Lavandai di Milano risale al 1700. Sant’Antonio da Padova è il loro protettore e a lui è dedicato un altare nella chiesta di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, ubicata a 100 metri circa dal Vicolo dei Lavandai, lungo l’Alzaia Naviglio Grande. Il ruscelletto (“el fossett” in lingua milanese) è alimentato dalle acque del Naviglio Grande. Un tempo le lavandaie, munite di secchio, sapone, spazzole e candeggina stavano inginocchiate sul “brellin” di legno, strofinando i panni sugli stalli di pietra e ancora visibili nel vicolo. Il detersivo usato dalle lavandaie era costituito dal cosiddetto “palton”, una paste semidensa a base di cenere, sapone e soda. L’atmosfera del luogo ha ispirato molti scrittori e storici della vecchia Milano, nonché poeti che a questo angolo dell’antica Milano hanno dedicato i loro versi. Da ricordare, la poesia “Vicol di Lavandée” di Luigi Cazzetta, vincitore nel 1964 del premio Carlo Porta e a cui sono dedicati i giardini di piazzale Gorini. Ciao Teresa

 

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/01/15 alle 12:01 via WEB
PAVIA--- Tra l’VIII e l’XI secolo, Pavia, centro politico del Regno Italico, fu anche il maggior emporio dei prodotti d’oriente e d’occidente: la navigazione fluviale, di cui si erano esperti i pavesi, la metteva in comunicazione con l’Italia del nord, Venezia e l’Adriatico. I pavesi fin dal IX secolo attraverso il Po arrivavano a Comacchio per rifornirsi di sale, ma le navi portavano a Pavia anche calce dal Lago Maggiore (entrava in città da Porta Calcinara),canapa per le fabbriche di corda e di sacchi, stoffe pregiate, spezie provenienti dall’Oriente e grano dalla Borgogna. La più antica area del mercato quotidiano è Piazza Duomo. In Piazza San Savino,l’attuale Piazza Cavagneria, si vendevano sandali nuovi , abiti usati e ferrivecchi di ogni tipo, ma si teneva anche un ricco mercato di pesce (temole, trote, lucci, anguille).In piazza del Lino si vendevano lino,fustagni. Biada e legumi venivano venduti sotto i portici del Broletto e nella seconda metà del 1500 il comune di Pavia acquistò la Casa Rossa dei Nobili Diversi per concentrarvi tutti i macellai che vendevano al dettaglio e avere così un maggior controllo sulle vendite impedendo abusi e frodi. Nel 1958 il tradizionale mercato cittadino di Piazza Vittoria venne spostato nei sotterranei : gli scavi portarono alla luce volte di fognature romane. Buona giornata Teresa
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/01/15 alle 12:02 via WEB
Teatro Fraschini di Pavia---Il Teatro dei Quattro Nobili Cavalieri - nome originario del Fraschini - venne pensato per contrastare i capricci del nobile Giacomo Omodei, unico proprietario a Pavia di un teatro, signore abituato a imporre i propri privilegi anche al pubblico, costretto a sottostare a inutili imposizioni, come l’attesa dell’inizio dello spettacolo fino al suo arrivo. Uniti nel 1772 nella Società dei Cavalieri, quattro nobili (il Conte Francesco Gamberana Beccarla, il Marchese Pio Bellisomi, il Marchese Luigi Bellingeri Provera e il Conte Giuseppe de’ Giorgi Vistarino) che condividevano l'amministrazione e la direzione del teatro, affidarono il progetto ad Antonio Galli da Bibbiena, rappresentante di un’antica e prestigiosa famiglia di scenografi-architetti. Il teatro dei Quattro Cavalieri inaugurò la sua prima stagione nel 1773, alla presenza dell'Arciduca Ferdinando d'Austria. Il teatro fu solennemente inaugurato il 24 maggio 1773 con l'opera Il Demetrio, composta dal compositore ceco Josef Mysliveček su versi di Pietro Metastasio. Dopo un secolo, tuttavia, a causa di spese troppo ingenti ed esigui ricavi, la Società rischiò il fallimento e conseguentemente la chiusura del teatro. Per evitare ciò, nel 1869 il Comune di Pavia entrò anche in proprietà materiale dell'edificio, che di lì a poco sarebbe stato rinominato Fraschini, in onore del tenore pavese Gaetano Fraschini. Simbolo della cultura e dell'aggregazione sociale pavese, il Teatro Fraschini è dal 1869 lo spazio comunale deputato alla produzione e fruizione di arte drammatica e musicale della città. Il Teatro, per il suo valore architettonico e artistico, è uno dei monumenti cittadini più prestigiosi Ciao a tutti gli amici del blog,Teresa
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