Post n°15777 pubblicato il
07 Ottobre 2014 da
dinobarili
LA MATITA
di
Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il
06/10/14 alle
14:25 via WEB
MATITA---Le matite sono classificate con il sistema europeo nel quale lettere e numeri ne identificano la durezza e quindi il tratto che lasciano sulla carta. La scala prevede tre lettere H, F e B. La H identifica una matita dura (quanto dura lo indica il numero a fianco della lettera H). La F identifica una matita a punto fine, di media durezza. La B identifica il colore, più il numero a fianco della lettera B è alto, più la matita lascia un colore tendente al nero e largo.Durante le prime missioni della NASA, gli astronauti americani usavano matite. La mina di queste matite poteva spezzarsi facilmente causando situazioni di pericolo, quando la parte staccata fluttuava per la cabina in assenza di gravità. Si racconta infatti di come l’impossibilità di utilizzare una normale penna a sfera (causa l’assenza di gravità nello spazio e quindi la mancanza di pressione dell’inchiostro sulla sfera, dovuto proprio alla sua naturale gravità terrestre) abbia indotto a utilizzare come strumento di scrittura nello spazio la matita. Ma la grafite ha un’elevata conducibilità elettrica e un’alta infiammabilità, e ciò ha creato problemi. Paul Fisher, nel luglio del 1965,. progettò una penna a sfera con una cartuccia d'inchiostro pressurizzato. La penna con lo speciale refill pressurizzato, poteva scrivere in condizioni estreme: gravità 0 - sott' acqua - temperature estreme ( -35° / +120° ).La penna Fisher fu usata per la prima volta a bordo dell'Apollo VII, nel 1968. Ciao Teresa Ramaioli
|
|
|
Ciao Dino, la storia non è cosparsa solo di grandi scoperte, opere di famosi maestri . Esistono anche piccole invenzioni utili alla vita quotidiana che hanno contribuito a trasformare il nostro modo di vivere. Nicholas Appert (Châlons-en-Champagne, 17 novembre 1749 – Massy, 1º giugno 1841) è stato un inventore francese. A lui si deve l'invenzione del metodo per la conservazione ermetica dei cibi. Appert era un venditore di dolci. Dopo anni di sperimentazioni, nel 1810 Appert presentò la sua invenzione al governo francese che gli diede la scelta fra l'iscrizione di un brevetto o un premio di 12000 franchi. Appert scelse il premio e lo stesso anno pubblicò L'Art de conserver les substances animales et végétales. Questo fu il primo ricettario sul moderno metodo per la conservazione dei cibi tramite le bottiglie con chiusura ermetica. In seguito riempì le bottiglie con i più svariati alimenti: carne, pollame, uova, latte e piatti pronti, bastava levare l'aria e chiudere ermeticamente la bottiglia con un tappo, la bottiglia doveva essere avvolta in una tela e successivamente immersa in acqua bollente fino a quando il cibo non fosse cotto. La "Casa di Appert" divenne la prima fabbrica di alimenti in vasi di vetro al mondo. Da ricordare che ciò accadde circa cinquanta anni prima che Louis Pasteur dimostrasse che il calore era in grado di uccidere i batteri. Il metodo di Appert era molto semplice da realizzare, si diffuse velocemente e fu sperimentato con grande successo durante le campagne napoleoniche. Nell'agosto del 1810, un inglese, Pierre Durand, brevettò un suo metodo, utilizzando, questa volta, dei recipienti di stagno, realizzando l'attuale conservazione dei cibi in scatola. Nel 1812 Bryan Donkin e John Hall presero in considerazione entrambe le invenzioni e iniziarono a produrre delle conserve. Ciao Teresa |
(Rispondi)
|
|
|
|
|
|
Giulio Natta nacque a Porto Maurizio, in provincia di Imperia, il 26 Febbraio 1903 da Francesco Maria, magistrato, ed Elena Crispi. Diplomatosi ad appena 16 anni al Liceo classico Cristoforo Colombo di Genova, frequentò il biennio propedeutico in matematica nella stessa città. Nel 1921 si iscrisse al corso di laurea in Ingegneria Industriale al Politecnico di Milano e l'anno successivo divenne allievo interno all'Istituto di Chimica Generale del Politecnico, fu assistente del professore Bruni. Si laureò in ingegneria chimica nel 1924, a 21 anni di età. Nel 1925 Natta accettò una borsa di studio a Friburgo in Brisgovia, in Germania, presso il laboratorio del professor Seemann, entrando in contatto con il gruppo di lavoro di Hermann Staudinger che si occupava di macromolecole. Natta intuì l'importanza e le potenzialità delle macromolecole e tornato a Milano iniziò uno studio sulla struttura cristallina di polimeri. Fu professore incaricato di Chimica generale al Politecnico (1925-1932) , tenne un corso di chimica fisica presso l'Università di Milano (1929-1933). Nel 1933 vinse il concorso alla cattedra di Chimica Generale dell'Università di Pavia, dove rimase fino al 1935, quando venne chiamato a ricoprire la cattedra di Chimica Fisica dell'Università La Sapienza di Roma. Nel 1937 ricoprì la cattedra di Chimica Industriale al Politecnico di Torino. L'anno successivo ritornò al Politecnico di Milano, alla cattedra di Chimica Industriale, che lasciava nel 1973, dopo 35 anni. Ciao teresa |
(Rispondi)
|
|
|