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TARANTELLA di Annamaria Mennitti

Post n°15043 pubblicato il 23 Agosto 2014 da dinobarili
 

TARANTELLA 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 23/08/14 alle 14:38 via WEB
annamariamennitti il 23/08/14 alle 14:24 via WEB Narratore: Tarantella, tarantella tarantella di Pulcinella. Pulcinella era povero in canna e viveva in una capanna senza porta e senza tetto e la paglia era il suo letto. In quel letto poi dormivano in tanti: Pulcinella, sua moglie, i loro bambini, perfino il gatto! Pulcinella stava così stretto e scomodo che non riusciva a dormire, e spesso di notte andava in riva al mare e provava a pescare qualche pesce... Pulcinella:“Eh, sì, ma non prendo mai neanche un pesciolino, son senza fortuna!” Moglie di Pulcinella: “Senza fortuna e senza cervello!! Sono tre giorni che non mangiamo e tu balli la tarantella... Se questa notte non mi porti un pesce, per te saranno botte!” Narratore: Giunge la notte, non c'è la luna forse stavolta avrà più fortuna. Sente uno stratto: e in quel momento appare dal mare un pesce d'argento: con questo pesce, se non m'inganno, mangeranno per tutto un anno!

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annamariamennitti
annamariamennitti il 23/08/14 alle 21:10 via WEB
La storia inizia nel 1700 e vede una Napoli devastata dalla fame con la popolazione sempre più disperata e depressa. Tra questa gente ogni giorno passa il giovane Totò Sapore, un allegro e spensierato cantastorie senza il becco di un quattrino che, con chitarra e tamburo canta nei vicoli e nelle piazze della città e allieta gli animi della povera gente, che ogni giorno aspetta con impazienza lo spettacolino dell'esuberante ragazzo. Ma un giorno la vita di Totò cambia, accade quando Pulcinella gli dona quattro pentole magiche Le pentole magiche hanno la capacità di trasformare qualsiasi cosa, anche una scarpa vecchia, in un cibo goloso e squisito. Grazie a queste pentole Totò realizza il suo sogno: diventare il più grande cuoco di Napoli. Ed è a questo punto che la storia diventerebbe noiosa se non entrassero in scena i Cattivi. 'unica pecca che gli si può imputare è che per essere un film d'animazione italiano (bellissimo, alla faccia dei giapponesi), è un è pò troppo napoletanizzato e può risultare un pò difficoltoso per i bambini che non sono di Napoli. Tuttavia credo che questo sia stato necessario altrimenti la storia, ambientata tra i vicoli di Napoli, non avrebbe avuto molto senso. Inoltre i risultati parlano chiaro, Totò Sapore è stato apprezzato in tutta Italia, indifferentemente dal modo di esprimersi che i personaggi utilizzano
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