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MILANO LA BASILICA DI SANT'AMBROGIO di Teresa Ramaioli

Post n°14959 pubblicato il 18 Agosto 2014 da dinobarili
 

MILANO

LA BASILICA DI SANT'AMBOROGIO 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 18/08/14 alle 09:14 via WEB
Basilica di Sant’Ambrogio--Milano-- Fondata nel 386, la basilica è l’edificio sacro più rilevante della Milano medievale. Al piano superiore su una facciata delimitata da due archi, vi è incastonata una scacchiera di sette caselle per sette, posta in diagonale. Sotto di essa compare una triplice sottolineatura. E’ solo un adornamento, oppure il disegno nasconde un qualche significato. La scacchiera ricalca la pianta radiocentrica della città che ha per centro il Duomo circondato da tre evidenti anelli di vie principali, traccia delle grandi cerchie di mura che un tempo delimitavano la città. Dentro Sant’Ambrogio, poste sul muro di sinistra appena entrati, si trovano due scacchiere bicromatiche (altre due sono presenti esternamente), secondo molti simboli legati ai Templari. Infatti il gioco degli scacchi arrivò in Europa proprio dalla Terrasanta, importato dai soldati che tornavano dalle crociate. Si dice che i pavimenti del Tempio di Salomone (sulle rovine del quale alloggiavano i Templari in Palestina) fossero disegnati proprio di quadrati bianchi e neri, come simbolo della contrapposizione del bene e del male, dell’istinto e della ragione. La predilezione di Ambrogio per questa basilica che lui stesso fece costruire presso l'area cimiteriale cristiana, dove desiderò essere sepolto ,è intuibile da un passo della lettera che indirizzò alla sorella Marcellina dove afferma che era sua abitudine recarsi quotidianamente al cimitero dei martiri passando accanto al Palazzo Imperiale. Il cimitero si trovava fuori le mura della città, vicino all'attuale via san Vittore. Nei primi secoli questo cimitero era di uso pagano, ma dal IV secolo, dopo l'editto di Costantino , la situazione mutò e fu possibile anche ai cristiani seppellire i loro morti con riti pubblici. Era un luogo frequentato abitualmente tanto che ben presto si arricchì di piccoli edifici. Ambrogio aveva fatto seppellire nel 378 il fratello Satiro. L'edificio un secolo dopo sarà abbellito con mosaici così belli da venir chiamato San Vittore in Ciel d'Oro ,più tardi sarà incorporato nella basilica. Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 18/08/14 alle 19:49 via WEB
SANT' AMBROGIO -MILANO-- Nella navata centrale della basilica, sulla sinistra accanto al terzo pilastro, montato su una colonna in porfido d’Elba,c'è un serpente di bronzo. La leggenda narra che sia stato forgiato dalle mani di Mosè per difendere il suo accampamento dai serpenti del deserto. Chiunque fosse stato morso, guardando il serpente di metallo, avrebbe avuto salva la vita. Il serpente arrivò nella Basilica di Sant’Ambrogio per mano di Arnolfo, arcivescovo milanese, che intorno all’anno mille, si recò a Costantinopoli per condurre dall’imperatore Ottone III la sua promessa sposa bizantina. Alcuni storici sostengono che il serpente venne prelevato da un monumento collocato al centro dell’Ippodromo della capitale dell’impero bizantino. Una volta collocato nella basilica, i milanesi accorsero per ammirarlo e in breve venne considerato un oggetto magico con proprietà taumaturgiche. Molti toccavano il serpente per guarire dalle malattie intestinali e le donne deponevano i loro bambini malati all’ombra del serpente. Carlo Borromeo, lo considerava fonte di superstizione, ne vietò il culto. La leggenda narra che il giorno del giudizio universale il rettile prenderà vita e striscerà verso la Valle di Josafat dove le mani di Mosè lo forgiarono. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 19/08/14 alle 09:00 via WEB
LA CRAVATTA---Accessorio di abbigliamento maschile, simbolo di eleganza per eccellenza, la cravatta, è un capo che non può mancare nel guardaroba di ogni uomo. Questa esigenza di avvolgersi della stoffa intorno al collo è da ricercare fin dalle origini dell’antichità. Già gli antichi egizi usavano legare un lembo di stoffa attorno al collo dei propri cari defunti tramite il nodo di Iside, in segno di protezione. L’origine della cravatta risale al II secolo d.C., ed è da attribuire ai legionari romani stanziati nelle regioni del Nord Europa che, per motivi igienici e climatici, indossavano una striscia di stoffa detta “focale”, legata attorno al collo con un nodo. A vantaggio di questa tesi, troviamo una raffigurazione sulla Colonna Traiana del 113 d.C., eretta per celebrare le vittorie di Traiano sui Daci fra il 101 e il 106 d.C. In seguito, la cravatta appare in Francia, esattamente dopo la Guerra dei Trent’anni (1618-1648), durante la quale viene sfoggiata dai mercenari croati in tessuto di lino bianco o rosso. Indossata originariamente dai soldati per proteggersi dal freddo, la cravatta appare in Francia durante il regno di Luigi XIII. All’epoca, dei soldati croati sono arruolati dal re di Francia; portano attorno al collo un foulard annodato. Si suppone d’altronde che la parola cravatta (in francese cravate) sia una deformazione della parola croato (in francese croate). Attorno al 1650, la cravatta si installa al collo ed alla corte del re Luigi XIV. Vengono aggiunti dei merletti e dei nastri di seta. La moda si diffonde in tutta Europa. Indossata dai ricchi , la cravatta ha attraversato i secoli successivi, assumendo nuove forme. Con la rivoluzione del settore tessile introdotta dall’era industriale, fa la sua apparizione una cravatta più funzionale, più lunga e più stretta. Chiamata cravatta alla marinara, questo accessorio entra nella storia e resta ancor oggi la base delle cravatte moderne. Nel 1926, Jesse Langsdorf, inventore newyorchese, ha l’idea di tagliare il tessuto della cravatta in diagonale, confezionandola in tre parti.Ciao Teresa Ramaioli
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