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LUCIA E IL SENTIERO DEL DESTINO racconto (707) di Dino Secondo Barili

Post n°14808 pubblicato il 09 Agosto 2014 da dinobarili
 

9 AGOSTO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 9 agosto 2014 – Venerdì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Sabato

707

I racconti dell’estate

Lucia e il sentiero del Destino

Un anno fa, la Dott. Lucia, quarant’anni, bellissima, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia, non sapeva come passare il mese di Agosto. Le ferie erano già iniziate e non aveva ancora deciso se andare al mare oppure in montagna. Veramente le cose non erano così semplici. La Dott. Lucia stava attraversando un periodo burrascoso della sua vita. Aveva chiuso la relazione con Roberto, suo fidanzato da sette anni, e non voleva ricominciare nuove relazioni. In Ufficio erano in corso dei cambiamenti e non aveva la benché minima idea di cosa sarebbe successo al suo rientro dopo le ferie. Risultato. Testa nel pallone …e aspettare per vedere. Agosto, però, non è un mese come gli altri. E’ il mese delle ferie. Il mese in cui una persona, anche se pensa di non fare nulla… fa sempre qualcosa. Per prima cosa, la Dott. Lucia aveva deciso di alzarsi presto al mattino e fare lunghe e salutari passeggiate sulle rive del fiume Ticino e in mezzo ai boschi. A Pavia ci sono tantissimi appassionati di questa attività. Basta recarsi alle sei del mattino al Ponte Coperto di Pavia per rendersene conto. Alla Dott. Lucia piaceva camminare… ma non da sola. Per fortuna che tra i camminatori ha incontrato la Dott. Lorenza, sua compagna di Università. Lucia e Lorenza hanno fatto subito coppia e le chiacchierate sono diventate il loro passatempo preferito. Il Ticino, però, è un fiume particolare. Non finisce mai di stupire. Dopo alcune passeggiate La Dott. Lucia sentì il desiderio di cambiare itinerario. Ne parlò con Lorenza la quale era di tutt’altro parere. Anzi, Lorenza aveva messo in guardia Lucia invitandola a non avventurasi da sola in mezzo ai boschi. A quarant’anni è difficile ascoltare i consigli… anche se ricevuti a fin di bene. Una persona di quarant’anni si sente adulta …e desidera fare di testa propria. Detto fatto Lucia decise di seguire un sentiero nel bosco che non aveva mai percorso. Il sentiero aveva un nome particolare: “Sentiero del Destino” Lucia era curiosa di sapere perché mai quel sentiero si chiamasse in quel modo. Una mattina, del mese di Agosto di un anno fa, la Dott. Lucia si avventurò da sola per il sentiero. Quando ci si avventura su un nuovo itinerario… mai percorso, si ha sempre un certo timore. Se poi… quel sentiero ha “un fascino strano e misterioso” diventa particolarmente intrigante. Intrigante, si… ma anche preoccupante. Dopo aver percorso alcune decine di metri, Lucia, cominciò a sentire delle voci… Pensò si trattasse di suggestioni e continuò il percorso. In effetti lungo il sentiero c’era una roggia. L’acqua scorreva rapida. Poteva essere l’acqua a produrre tali voci…pensò Lucia. Intanto la sua sensibilità era aumentata. L’udito in particolare coglieva ogni possibile suono. Lucia per l’attenzione eccessiva alle “voci”..aveva perso il senso del tempo. Le sembrava di aver percorso centinaia di metri. In effetti era solo all’inizio del sentiero. Cominciarono i dubbi. “Faccio bene o faccio male ad andare avanti?”. Stava cercando di darsi delle risposte… quando udì dei rumori strani. La quarantenne ebbe paura… Pensò di aver capito male …e proseguì il cammino. In quell’istante si accorse che un uomo era fermo su un ponticello di legno che attraversava la roggia. Lucia si fece forza. Chiese aiuto. “Scusi? Da quale parte porta questo sentiero?” Era una domanda di comodo… tanto per dire qualcosa. L’uomo parlò. “Ma tu, sei Lucia, la mia compagna di banco alla Scuola Elementare” Lucia si riscosse. Era Alfredo, il suo coetaneo e compagno di banco della quinta elementare. “Alfredo cosa ci fai tu qui?” la risposta non si fece attendere. “Lucia, a quarant’anni, un uomo dovrebbe aver già trovato la sua strada. Io, invece, non ci sono ancora riuscito. Un mese fa ho parlato con la Signora Giordana, Maga della Lomellina, la quale mi ha dato un consiglio. “Alfredo…una mattina di Agosto vai “sul sentiero del Destino”. Incontrerai una tua compagna di scuola. Percorrerai insieme a lei l’intero percorso ed avrai le risposte che cerchi” Ho ascoltato il consiglio. Ero dubbioso. Pensavo non accadesse… invece, sei proprio tu Lucia. Ora, non ci resta che continuare il cammino fino alla fine del Sentiero del Destino” Lucia si sentì sollevata. Non sapeva cosa l’aspettasse, ma il sentiero ormai non faceva più paura. Lucia e Alfredo erano quasi alla fine del percorso quando una vipera attraversò loro la strada. I due si fermarono allibiti. Non si erano ancora ripresi che una seconda vipera aveva seguito la prima andandosi a rintanare ai margini del bosco. Alfredo pensò subito ad “un segno del Destino. Volle vedere il luogo esatto dove le due vipere si erano rintanate. C’era una cassetta di ferro arrugginito. Alfredo l’aprì. Era piena di monete d’oro del 1500. Un tesoro. Una sorpresa. “Lucia, il tesoro è nostro … cosa potremmo farne?” La Dott. Lucia non ebbe dubbi. “Alfredo … facciamo ciò che il Destino ha previsto... Le alternative sono molto poche… anzi, quasi nulle” - Questo è il racconto 707, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

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Commenti al Post:
PAOLA11O
PAOLA11O il 09/08/14 alle 10:34 via WEB
Salve, che questo splendido giorno ci porti tanta gioia di vivere
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/08/14 alle 18:55 via WEB
Ciao - grazie del commento. Buona serata. Dino
(Rispondi)
annamariamennitti
annamariamennitti il 09/08/14 alle 12:33 via WEB
ciao Dino ,mi piacciono molto i racconti dove oltre l'amore anche le monete d'oro Lacia è stata una donna molto forte ,coraggiosa chissà cosa avrei fatto io al posto suo,da sola per il sentiero manco a pensarci....Però è giusto che Lucia ora goda , del benessere e poi dimenticavo c'è anche Alfredo..."La forza del destino" è al completo ....mi sa che le vipere portano bene ,,,cioè sono di buon auspicio Viva la vita ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/08/14 alle 19:00 via WEB
Ciao Annamaria - Hai ragione. Quando oltre all'amore ci sono anche i soldi è il massimo della felicità. Lucia e Alfredo ne sanno qualcosa. Buona serata. Dino
(Rispondi)
annamariamennitti
annamariamennitti il 09/08/14 alle 12:53 via WEB
annamariamennitti annamariamennitti il 05/10/13 alle 07:21 via WEB Vi ripeto che la frase "fuggi da Foggia " è permesso solo a noi foggiani,non vi permettete di divulgarla.. è solo perchè fa rima ...Amo la mia gente...sapete perché... perchè ho conosciuto le altre città .. Rispondi
(Rispondi)
annamariamennitti
annamariamennitti il 09/08/14 alle 13:10 via WEB
annamariamennitti il 18/07/13 alle 08:28 via WEB Spesso si parla di Foggiani illustri e dell’enorme contributo che questi hanno dato al mondo dell’arte e della cultura. Foggiani che hanno tenuto alto il nome di questa bistrattata città ! Però… Però… chissà perché di questi foggiani, ce ne ricordiamo sempre quando non ci sono più… "...La FOGGIA che vale..." vuole dare spazio e visibilità a tutti quei Foggiani “viventi” o comunque residenti che danno lustro alla città e che purtroppo non vedono riconosciuto il proprio merito. Raccogliamo in questo spazio le schede con le biografie personali dei concittadini che hanno legato il proprio nome alla città di Foggia e che si distinguono nel campo della cultura, dell'arte, dello sport, per l'impegno civico, imprenditoriale, ecc. pertanto meritevoli della stime che "...La FOGGIA che vale..." vuole loro tributare.
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annamariamennitti
annamariamennitti il 09/08/14 alle 15:53 via WEB
L'età federiciana Fondamentale per la storia di Foggia fu Federico II, il Puer Apuliae. Amava a tal punto la città che fece erigere, nel 1223, un maestoso palazzo imperiale, in cui spesso soggiornò con tutta la sua corte. Il Palatium, realizzato dal protomagister Bartolomeo da Foggia, si estendeva su una vasta area, nei pressi di via Arpi, e contemplava giardini con fontane e sculture e ampi saloni rivestiti di marmi. In questo edificio Federico istituì uno studium nel quale insegnò anche Michele Scoto, confermando per quegli anni un ruolo centrale della città nel territorio daunio. Del palazzo sopravvivono soltanto il pozzo (in massima parte ricostruzione di fantasia) e il sontuoso archivolto lapideo del portale d'ingresso, inserito in un prospetto esterno del Museo civico. L'iscrizione del portale, alto 7,40 m e largo 3,20, recita: Hoc fieri iussit Federicus Cesar ut urbs sit Fogia regalis sede inclita imp(er) ialis (Ciò comandò Federico Cesare che fosse fatto affinché la città di Foggia divenisse reale e inclita sede imperiale). Nel 1223 la capitale del Regno di Sicilia fu trasferita da Palermo a Foggia, poiché la posizione geografica assegnava alla Puglia un ruolo strategico anche rispetto.....
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annamariamennitti
annamariamennitti il 09/08/14 alle 16:04 via WEB
La dogana delle pecore L'evento centrale nella storia dell'attuale capoluogo dauno è legato alla transumanza. Per meglio controllarla e ricavarne delle rendite, nel 1447 gli Aragonesi sfruttarono la collocazione geografica di Foggia imponendo, mediante la dogana delle pecore istituita nella città, il pagamento di una tassa a tutti i pastori che recavano le proprie greggi nel Tavoliere. Simboli di questo istituto destinato a lunghissima vita sono i due Palazzi della Dogana, sedi ufficiali dell'autorità regia. Il vecchio è nei pressi del pozzo del Palatium federiciano, il nuovo, settecentesco, è oggi sede della Provincia. La Dogana fece arricchire notevolmente le casse regie ma impoverì gli agricoltori del Tavoliere meridionale, provocando la formazione di paludi nei campi abbandonati. Nel 1456 un terremoto devastò la città, e altri due sismi si verificarono nel 1534 e nel 1627.
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annamariamennitti
annamariamennitti il 09/08/14 alle 16:23 via WEB
La leggenda di Pizzomunno, che gli abitanti di Vieste si tramandano sin dall’antichità, ci narra l’appassionante storia d’amore di due giovani viestani: Pizzomunno e Cristalda. Si racconta che al tempo in cui l'attuale città era solo un villaggio composto da sparute capanne ed abitato da pescatori vi vivesse un giovane alto e forte di nome Pizzomunno. Sempre nello stesso villaggio abitava anche una fanciulla di rara bellezza, con i lunghi capelli color del sole di nome Cristalda. I due giovani si amavano di un amore sincero e senza tempo. Pizzomunno si recava ogni giorno sulla piccola spiaggia per andare in mare con la sua barca. Al largo, ammalianti sirene lo adoravano e intendevano sedurlo con i loro canti. L’uomo, fedele alla sua Cristalda, rifiutò più volte di divenire loro amante. Le sirene, gelose ed indispettite, decisero di punire il giovane uomo trascinando la sua amata Cristalda nelle profondità del mare, in modo da sottrarla a lui per sempre. Fu così che Pizzomunno fu pietrificato dal dolore e vide il suo corpo trasformarsi nel monolite che, ancora oggi, i visitatori di Vieste possono ammirare dalla piccola spiaggia che ne porta il nome. La leggenda vuole che i due giovani amanti si diano appuntamento allo scadere dei cento anni per rivivere la loro passione nel breve tempo di una notte.
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annamariamennitti
annamariamennitti il 09/08/14 alle 18:30 via WEB
Felicità Felicità ! Vurria sapè ched'è chesta parola, vurria sapè che vvò significà . Sarrà gnuranza 'a mia, mancanza 'e scola, ma chi ll'ha 'ntiso maje annummenà . traduco felicità vorrei sapere che è questa parola che significa forse perchè non sono andato a scuola ,ma chi l'ha sentito mai di nominare.....
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