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PARIGI racconto (485) di Dino Secondo Barili

Post n°14588 pubblicato il 27 Luglio 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Lunedì

Come cambiare aria a Parigi (485)

La sessantunenne Patrizia, si era stancata delle solite amiche. Gianna, Franca, Rosetta erano le amiche di sempre, con le quali Patrizia parlava, andava a fare la spesa al mercato di Piazza Petrarca a Pavia e, al sabato sera, giocava a burraco…Un anno fa, Patrizia, sentì il desiderio di “cambiare aria”. Si fa presto a dire “cambiare aria”, ma ci vuole determinazione e ragioni precise. Per esempio. Patrizia era vedova da un paio d’anni… Le amiche, Gianna, Franca e Rosetta, l’avevano aiutata a superare il momento critico. Di questo la sessantunenne ne era grata. Le amiche, si sa, hanno pregi e difetti. Rosetta, 62 anni, era sempre “immersa” nelle malattie… Le conosceva tutte e di tutte conosceva i rimedi. Franca, 60 anni, faceva uno sforzo al giorno…per mangiare. Con il mangiare risolveva tutto. Gianna, sessant’anni, non era sposata. Non ha mai avuto un uomo suo…e l’argomento uomo era “argomento misterioso”. Per Gianna esisteva solo il “gossip”. La Tale ha lasciato il marito. La Tal altra si è innamorata del Capo Ufficio. Insomma, discorsi vuoti… senza né capo, né coda. Una donna che non ha mai avuto un uomo suo… non può capire cosa significhi veramente “un uomo”. Patrizia, si. Dopo la morte del marito aveva reagito bene, ma ne sentiva la mancanza. Diceva dentro di sé… “Non tutti gli uomini sono mascalzoni. Ci sono anche degli uomini che hanno qualità eccezionali, indiscutibili…il cui valore non è legato all’amore come tale, ma al fatto che sono creativi. Una la fanno e l’altra la pensano. Era quella qualità che Patrizia inseguiva. La sessantunenne aveva un sogno. Fare un viaggio a Parigi… Non da sola… e meno che mai con le amiche Gianna, Franca e Rosetta. Come fare? Un anno fa, nel mese di dicembre Patrizia cominciò a pensarci. Avrebbe voluto passare l’ultimo giorno dell’anno a Parigi. A volte non basta avere aspirazioni… bisogna anche saperle realizzare. A Parigi, Patrizia, ci era già stata una volta. Vent’anni prima. Un anno prima di conoscere il suo defunto marito. Allora lavorava in un Ufficio a Milano ed aveva come collega Doris, una sua coetanea… tutta fantasia e creatività. Per l’ultimo dell’anno (di vent’anni prima) voleva andare a Parigi… ma non da sola. Patrizia, aveva chiesto alla Collega se era disposta a fare il viaggio nella città più “pazza” del mondo. Accettò. Fu una vacanza da sogno… Allora, però, aveva quarant’anni… Un anno fa ne aveva venti in più. Il desiderio era troppo forte. Nel mese di dicembre dello scorso anno, Patrizia cercò l’indirizzo e il numero di telefono dell’ex-collega di vent’anni prima. La ricerca ebbe successo e in breve le due “amiche” si ritrovarono. Si diedero appuntamento a Milano in Galleria. Presero un caffè… e tra una confidenza e l’altra Patrizia propose “il viaggio a Parigi per l’ultimo giorno dell’anno”. “Per fare cosa?” – chiese Doris (ma aveva già intuito la risposta) – “Per rivivere quei momenti di vent’anni fa…” fu la risposta di Patrizia. La decisione fu subito presa. Le due sessantenni cominciarono a fantasticare e progettare il viaggio. Parigi è la città della trasgressione per eccellenza. Patrizia e Doris volevano “trasgredire”. Si prepararono come due “enigmatiche quarantenne” e partirono alla conquista della città più pazza del mondo. A mezzanotte, dell’ultimo dell’anno, di un anno fa, Patrizia e Doris erano nei pressi della Tour Eiffel “immerse in una folla anonima”. Poco prima della mezza notte le due sessantenni si sentirono chiamare “Patrizia”. “Doris”… Era due gagliardi Signori che si trovano poco distanti da loro… Erano Giovanni e Giacomo. Gli stessi “baldi giovanotti” con i quali le sessantenni avevano passato l’ultimo giorno dell’anno di vent’anni prima. Seguì un’indimenticabile notte d’amore … con molti più e nessun meno. Inutile descrivere i particolari. Patrizia e Doris erano perfettamente certe che… “le occasioni perdute non hanno scusanti”.Parigi non perdona. (485)

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Commenti al Post:
annamariamennitti
annamariamennitti il 27/07/14 alle 20:25 via WEB
Il semaforo per esempio per il napoletano non rappresenta un mezzo che disciplina la civile convivenza automobilistica. Di fatto rappresenta un abbellimento luminoso e deve essere considerato come un affronto alla propria autonomia motoria. Il semaforo rosso significa via libera, mentre il semaforo verde paradossalmente genera più prudenza. Riguardo ai sensi unici, lunico senso unico che esiste qui è quello in cui procede l'autovettura. Il diritto di precedenza poi, non è dovuto ma va conquistato sul campo. Più che altro esiste il dovere di prendersi la precedenza.
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giocatta7
giocatta7 il 28/07/14 alle 09:38 via WEB
Ciao annamariamenniti. Mi è piaciuto molto questo tuo commento. Sembra fatto da Totò.
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annamariamennitti
annamariamennitti il 27/07/14 alle 21:01 via WEB
Che differenza fa venti anni prima venti anni dopo l'importante che non si sono fatti perdere l'occasione di trascorrere almeno qualche notte con Giovanni e Giacomo a Parigi, visto come stavano le cose ...a proprio vero che meglio un uovo oggi che una gallina domani....notte Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/07/14 alle 09:04 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. Tuttavia bisogna ammettere che (vent'anni prima ... o vent'anni dopo)Parigi è sempre Parigi ...e incendia i cuori ... e non solo. Dino
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 28/07/14 alle 06:57 via WEB
CIPOLLE--Le cipolle sono state inizialmente coltivate in Egitto, prima come cibo per gli schiavi che venivano costretti a lavorare nella costruzione delle grandi piramidi, e in seguito quasi adorate per via della forma circolare e per i cerchi concentrici, il cui significato era rappresentato dalla vita eterna. A riprova della grande importanza riservata alle cipolle nell’antico Egitto, sappiamo che nelle orbite oculari della mummia di Ramses IV sono state trovate tracce di cipolla. Le cipolle erano anche uno degli elementi introdotti all’interno del corpo mummificato dei Faraoni, e servivano a tenere lontani i batteri e a conservare la mummia. Furono invece i Romani ad introdurre le cipolle nel Vecchio Continente, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove la cipolla è presente quasi ovunque. Ciao Teresa
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 28/07/14 alle 07:11 via WEB
DELIO TESSA----Nasce nel 1886 a Milano, in via Fieno, in casa di ringhiera. Milanesi sono entrambi i genitori; Arsenio, il padre, è un bancario. Il nome Delio è quello del nonno. Nel 1895 trasloca in via Olmetto e nel 1925, alla morte del padre, in viale Beatrice d'Este 17. Si laurea in legge nel 1911, con un po' di ritardo, un po' perchè spesso malaticcio, ma forse anche per il poco interesse a questi studi, rivolgendo invece le sue simpatie alla filosofia, al cinema, alla musica, alla poesia, cui si dedica già in età giovanile, muovendosi nella tradizione milanese di Maggi e Porta, ma innestandovi modi e spiriti della poesia francese decadentista e espressionista, rielaborati però in maniera del tutto personale e curando al massimo la musicalità e le sonorità dei versi. I temi preferiti della sua poesia sono quelli della vita quotidiana del cittadino, ma anche della drammatica realtà della prima guerra mondiale nonchè quella degli "emarginati della società" (prostitute, ladri ) Carlo Linati lo descrive così: "non molto alto, minutino, sorridente da una faccetta lievemente rosata, un dente d'oro nella bocca vizza e, dietro gli occhiali (era miope) ballettanti, un po' malsicuri nella loro orbita, quei suoi occhi grigi ed acquosi, da cordiale allucinato". Vestiva un po' "demodé": nella bella stagione: pantaloni di tela bianca, solino (colletto di camicia staccabile), cravatta, maggiostrina sulle ventitrè. Se era nuvolo, portava sempre sul braccio la vecchia ombrella di suo padre. D'inverno invece indossava un paletò color tané (tabacco) La sua carriera professionale non fu una gran carriera, poca la clientela, solo sufficiente a fargli sbarcare dignitosamente il lunario. E per arrotondare si dedicò anche ad una attività giornalistica prima in provincia, poi nel Canton Ticino, dove collaborò anche con la Radio della Svizzera italiana. E poi, nel '36 collaborò al quotidiano "L'Ambrosiano" che riuniva molte delle migliori firme della nostra letteratura, con scritti gustosi, malinconicamente umoristici su figure o scorci della città, poi raccolti sotto il titolo "Ore di città". Schivo di temperamento, e' vissuto da scapolo, appartato, dopo una delusione sentimentale, col conforto della famiglia e di pochi amici che gli sono stati vicini sino alla fine (purtroppo precoce poiché una setticemia, provocata da un ritardato intervento ad un'infezione ad un dente, lo portava via il 21 settembre 1939). Per sua volontà fu sepolto in un campo comune di Musocco, ma nel 1950 il Comune di Milano gli decretò gli onori del Famedio(Cimitero Monumentalel di Milano) e, successivamente, gli intitolò una strada, da corso Garibaldi a piazza delle Crociate. Oggi Delio Tessa è considerato il più grande poeta dialettale del '900. Buona giornata Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 28/07/14 alle 07:47 via WEB
27 luglio --BUGS BUNNY--È il coniglietto più famoso dei cartoni animati. Bugs Bunny è un’astuta lepre grigia con orecchie lunghissime, dentoni sporgenti e una passione sfrenata per le carote. Bugs Bunny dal 1938, anno della sua nascita, ha conquistato il cuore di molti bambini, ma anche di molti adulti .Bugs Bunny, in Italia debutta negli anni Quaranta con il nome di Lollo Rompicollo.Debutta per la prima volta il 27 luglio 1940 nel cartone animato “Una lepre selvatica". La lepre, fin dalla prima apparizione, conquista il pubblico e diventa protagonista di numerosi episodi . La sua carriera vanta numerosi successi, tanto che negli anni Sessanta debutta in un programma televisivo, a lui dedicato, The Bugs Bunny Show e nel 1988 fa anche una comparsa nel celebre lungometraggio “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.A differenza dei classici conigli, spesso anche paurosi, Bugs Banny è un tipo molto tranquillo e pacifico, nulla lo turba e schiva le difficoltà . Può scoppiare una guerra, crollare il mondo, ma Bugs non rinuncia a rosicchiare una carotina all’ombra di un albero (riprende quella dell’attore Clark Gable nel film Accadde una notte). . Già, perché nonostante sia molto intelligente, non ama faticare. Ma c’è di più. Per quanto sia simpatico, è anche un imbroglione. La sua frase tipica, che negli anni si è trasformata in un vero tormentone, è “Che succede, amico?” e puntualmente viene esclamata godendo della disfatta del suo avversario Nel 1997, proprio come un grande presidente, lo troviamo su un francobollo, che diventa subito un oggetto da collezione, oltre che uno dei francobolli più comprati negli Usa.Ciao Teresa
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 28/07/14 alle 08:12 via WEB
Ciao Dino, la sedia ci accompagna nella vita. Ci segue nel lavoro, determina il nostro posto. Abbiamo bisogno di fermarci, riposarsi, guarire... sedersi. Ma la sedia è anche uno strumento per stare con gli amici, la famiglia, i colleghi è una forma di riposo e meditazione.Ciao Teresa
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