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C'ERA UNA VOLTA ... LA SAGRA DI SAN ROCCO A BEREGUARDO (PAVIA) racconto 1 di Dino Secondo Barili

Post n°25261 pubblicato il 21 Agosto 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache

vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)

racconti di Bereguardo (Pavia)

1

C’era una volta … la Sagra di San Rocco

C’erauna volta … la Sagra di San Rocco a Bereguardo … anzi, c’è ancora. Era unabellissima festa e a Bereguardo venivano (a piedi) anche dai paesi vicini. Ora,però, i tempi sono cambiati. Non ci si muove più senza automobile, moto obicicletta super accessoriata (non sempre). Per esempio, parecchi Bereguardiniaspettavano San Rocco per invitare a pranzo i parenti che abitavano lontano,anche nei paesi della Lomellina. Era l’occasione per rinsaldare i legamifamigliari e altro. Si sa che da cosa nasce cosa. Spesso dal “pranzo di SanRocco” nascevano nuove idee e nuove opportunità. Sessant’anni fa, nel 1956,nella casa del Signor Domenico a Bereguardo, era tutto pronto per il “pranzo diSan Rocco”. La Signora Maria aveva preparato il cappone arrosto e altreprelibatezze. Il Signor Domenico aveva pronto delle bottiglie di vino … dafavola. Gli ospiti erano tre. Il cugino Ottavio di Garlasco con sua moglieMargherita e la figlia Donata. Il pranzo era una scusa per combinare unmatrimonio in grande stile. Infatti, il Signor Domenico aveva un figlio solo …Armando, che a quarant’anni non aveva ancora trovato la donna di suogradimento. Perché non tentare con Donata? … vent’anni, figlia del cuginoOttavio di Garlasco, ricchissimo proprietario terriero della Lomellina? Primadel “pranzo di San Rocco” la Signora Maria aveva fatto il lavaggio del cervelloal bell’Armando, figlio unico, scapolone impenitente, farfallone di primacategoria, quarantenne un po’ viziato. “Ricordati Armando che questa è l’ultimatua possibilità. O sposi Donata, figlia del cugino Ottavio di Garlasco … o resti“righignon” (scapolo) per tutta la vita” Armando si fece il segno della croce…”e se poi Donata è racchia e brutta? La devo digerire per tutta la vita?” LaSignora Maria alzò la scopa facendo finta di usarla …”Armando … a letto … ledonne sono tutte belle alla stessa maniera”. Il bell’Armando fuggì via velocecome il vento per evitare qualche scopata sulla testa da sua madre. Mentremadre e figlio bisticciavano il Signor Domenico era sulle spine. Stava persuonare il mezzogiorno ed il cugino Ottavio non era ancora arrivato. Quando lepersone sono attese … non arrivano mai. L’ansia stava per fare brutti scherziquando sulla strada del Fiume Ticino, all’altezza del Cimitero apparve unalussuosa carrozza trainata da un cavallo bianco. Veniva da Garlasco e portavail cugino Ottavio, la moglie Margherita e la nipote Donata. Anche ilbell’Armando se ne accorse e furbescamente si nascose per dare, non visto, unaprima occhiata alla (probabile) promessa sposa. Si vede subito quando l’offertaviene blandita. Ottavio aveva fatto le cose in grande. La carrozza, il cavalloerano uno spettacolo. Ottavio, Margherita e la figlia Donata … eleganza e lussoda lasciare a bocca aperta. Gli occhi di Armando si fermarono subito su Donata… che era stupenda. Una Dea. Alta … bionda … occhi azzurri … seno da farperdere i sensi … il resto era  frutto dell’immaginazione(e non solo) del bel quarantenne che di donne ne aveva avuto a iosa. Di frontea Donata, però, Armando era rimasto di stucco. Una donna così non l’aveva maiavuta … e poi … aveva vent’anni  e vent’annisono vent’anni. Lo scapolone impenitente andò subito in estasi, non ha capitopiù niente … adesso o mai più!  Corsesubito da sua madre e … “Mamma, mamma, Donata è donna che fa per me … di a papàche la sposo subito”. La Signora Maria conosceva suo figlio come le sue tasche.Ne conosceva vizi e virtù. Cercò di calmarlo. “Armando, calmati. Siediti atavola e comportati da persona civile, educata. Lascia fare a tuo padreDomenico che di queste cose ne sa più di te. Soprattutto, non guardare Donatacome se la volessi svestire e mangiare. Ogni cosa a suo tempo” Il Signor Domenico,infatti, sapeva che il cugino Ottavio era un osso duro. Insieme alla figlia …avrebbe avanzato altre richieste. Infatti, dopo aver elogiato il cappone, ilpranzo, il vino, l’aria di Bereguardo, la Sagra di San Rocco (che non avevavisto) … a tu per  tu con il SignorDomenico … il cugino Ottavio giocò le prime carte. “Certo che se Armandosposasse Donata sarebbe … un bell’affare. Tu ed io potremmo avere dei nipoti …e due più due fa quattro” Domenico capì che bisogna parlare di dote, cioè “iodo una cosa a te … e tu cosa mi dai in cambio?” Domenico voleva chiudere lapartita senza tirarla troppo per le lunghe. “Cosa vorresti dire?” Ottavio andòsubito al sodo. “Domenico, io do in moglie a tuo figlio, mia figlia Donata conuna bella dote … tre Cascine in piena attività … e tu cosa ci metti?” Il SignorDomenico non poteva offrire altrettanto, ma non voleva fare brutta figura. Fecefinta di bere un bicchiere di vino e parlò … “Ottavio hai ragione. Anch’io devofare la mia proposta. Se mi segui in cantina … ti faccio vedere” Ottavio eDomenico scesero in cantina deve c’erano grandi botti di vino di prima qualità… ma il cugino Ottavio si mostrò scettico. “Troppo poco … dicono che iBereguardini sono pieni di soldi … ma qui vedo solo vino anche se di ottimaqualità” Ormai, il Signor Domenico aveva fatto il grande gesto. Mancava solo ilcolpo da maestro. “Ottavio, si dice anche che solo i Bereguardini sanno quantoè ricco un Bereguardino …” Aprì il coperchio di una botte ed … era stracolma dimonete d’oro, oro nuovo di zecca. “Ed ora cosa ne dici?” Il cugino Ottaviorimase senza parole. C’era tanto oro da compare dieci Cascine.  “Affare fatto” sentenziò Ottavio di Garlasco.La voce corse a Donata e Armando che, seduti uno accanto all’altro siguardavano negli occhi e aspettavano il via per la grande corsa della vita. LeSignore Maria e Margherita (future consuocere) dissero la loro. Prima di dareil via alle danze … una parola. “il primo figlio deve chiamarsi “Rocco … comela Sagra di San Rocco … su questo non si discute” (racconto 1  di Dino Secondo Barili)

 
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