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IL TEATRO DI RACHELE racconto (722) di Dino Secondo Barili

Post n°25213 pubblicato il 16 Agosto 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache

vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)

racconto del giorno

722

I racconti dell’estate

Il Teatro di Rachele

La ripresa del lavoro dopo le ferie di Agosto è sempre difficile epesante. Non per tutti... Per esempio… Per coloro che hanno degli obbiettivi laripresa delle attività è facile e piacevole. Un anno fa, la Dott. Rachele,trent’anni, bellissima, impiegata presso un Ufficio di Milano, abitante aPavia, non vedeva l’ora di riprendere il lavoro. Le ferie non le aveva neancheviste. Aveva fatto dei lavoretti nel suo appartamento di Pavia e aveva riempitoil suo “studio” di appunti delle “cose da fare”. La sua passione era il Teatro.Non il Teatro con la Tmaiuscola… quello che richiede grandi investimenti e un’organizzazioneall’altezza dei tempi. Il Teatro… come vita quotidiana, da fare casa per casa,ambiente per ambiente. Il Teatro, secondo la Dott. Rachele, è la vita stessadelle persone, delle cose che hanno vissuto, amato, desiderato. La trentenneaveva le idee chiare. Entrare in simpatia… con le persone. Creare “un ponte”…per creare un nuovo stile di vita. Detta così sembrava una cosa facile, ma difacile, a questo mondo, non c’è nulla… neanche il Teatro. Quando, però, unapersona vuole… può fare tutto. La Dott. Rachele, negli anni precedenti, avevafrequentato parecchi Corsi di Teatro a Milano, ma non era quello che voleva lei.Rachele voleva il contatto umano… far sognare. Dopo aver scelto e studiatoparecchi testi… ha deciso di scrivere lei stessa i copioni da recitare. Ledifficoltà non sono mancate, ma alla fine si è sentita soddisfatta. Un anno fa,poteva iniziare l’avventura: recitare in case private. Come fare? Semplice…attraverso il passa parola. Facile? Niente affatto. Ogni “produzione teatrale”ha bisogno di un pubblico utilizzatore. Per quello della Dott. Rachele eraindispensabile un “pubblico maturo”… dai quarant’anni in su, possibilmente appassionatodi teatro. Dopo i primi esperimenti, la trentenne ha avuto la fortuna di conoscereuna Signora del milanese, la Dott. Matilde,una settantenne … con la spirito di una quarantenne. La stessa Matilde, ingioventù aveva fatto “l’attrice” in una Compagnia di provincia…Una di quelleche mettevano in scena uno spettacolo all’anno e lo fanno girare per i teatridel territorio. Appassionati… dunque… di quelli che hanno il teatro nel sangue.La Signora Matilde,ha capito subito di quale pasta era la Dott. Rachele e l’ha assecondata in tutte le sue necessità. Anzi, èstata proprio lei, la settantenne a incitare la trentenne a spingersi nellarealizzazione dei suoi sogni. Siccome la Dott. Matilde era proprietariadi Appartamento di grandi dimensioni, con un Salone nel quale si potevanoorganizzare feste da ballo, si preoccupò di dare una mano alla trentenne. Ognisabato pomeriggio invitava nel suo Salone delle Feste parecchie amichesettantenni. Offriva loro the e pasticcini…e poi le invitata ad assistere al“Teatro di Rachele”, una performance nella quale la trentenne dava il meglio disé. La voce intanto aveva cominciato a diffondersi tra amici, parenti,conoscenti. Tutti volevano capire e vedere dove stava la novità… e la bellezzadi un esperimento del genere. Anche parecchi cinquantenni che in gioventùavevano amato il Teatro cominciarono ad incuriosirsi. Tra questi, il Dott.Raffaele, Presidente di un Club “Amici del Teatro” il quale si è messo incontatto con la Dott. Matilde.Insieme, i due organizzarono meglio il lavoro della Dott. Rachele creando uncircuito di appassionati di teatro. Anzi, il Dott. Raffaele creò lo slogan…“Sabato pomeriggio…tra the, pasticcini …e Teatro”. Si sa che le idee nuovefanno presto ad attecchire e ad attirare nuovi adepti. Al punto che è statonecessario creare una “lista d’attesa”. Infatti, il “Teatro di Rachele” peravere effetto doveva rimanere un’operazione amatoriale… destinata a far piacerealle persone senza secondi fini. La stessa Dott. Rachele, voleva mantenere ilsuo lavoro di impiegata Milano e continuare a divertirsi a fare Teatro. Si sa,però, che quando una persona realizza i suoi sogni … finisce sempre perincontrarne un’altra che ha le sue stesse idee. Durante una rappresentazionenel Salone delle Feste della Dott. Matilde, l’impiegata trentenne, ha fatto laconoscenza del Dott. Amilcare della Lomellina, un Signore benestante, cinquantenne,dal fascino superlativo, il quale ha preso una cotta solenne per “l’attriceamatoriale”. Il Dott. Amilcare, tenore di buon livello e discreta fama, eraanche il Presidente di un Club “Amici della Lirica” con la disponibilità di unavecchia Cascina disabitata in Lomellina. Cosa c’era di meglio di iniziare unanuova attività ricreativa teatrale? Così è stato. Si sa, però, che da cosanasce cosa… e Rachele e Amilcare si sono pazzamente innamorati l’un dell’altro…al punto che hanno deciso di sposarsi e vivere felici … cantando e recitando,per amici, parenti e conoscenti. - racconto 722  di Dino Secondo Barili 

 
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