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SILVIA E LE BORSETTE VERDI racconto (651) di Dino Secondo Barili

Post n°24657 pubblicato il 13 Luglio 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache

vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Sabato

651

I racconti di Pavia / Londra

Silvia e le borsette verdi

Silvia, una splendida quarantenne, alta, bionda, occhi verdi, gambe dafine del mondo, un anno fa, ha deciso di dare una svolta alla propria vita.Quando una donna compie quarant’anni e si accorge di “non” avere mai avuto unattimo di respiro… tranne correre… si rende conto che è il momento di cambiareregistro. Infatti, Silvia, correndo prima per raggiungere la Laurea, poi, per il postodi lavoro… infine per il ruolo di Dirigente di una Agenzia Commerciale diMilano…era arrivata …ad una crisi di nervi. La quarantenne, oltre a correre,cosa aveva fatto? Nulla o quasi. Nulla di ciò che avrebbe voluto fare. Avere unamore, per esempio, e farsi una famiglia con dei figli. Invece, no. Ecco perchéa vent’anni aveva rinunciato a coltivare l’amicizia con Fausto, suo compagno discuola. Fausto era uno splendido ragazzo… ma aveva un difetto. Era intelligente,aveva tanti sogni… e nemmeno un soldo. A vent’anni, i sogni abbondano (i soldi,no). La vita è una scommessa… una puntata al tavolo verde. Solo dopo che iltempo è passato tutto ritorna in mente … come in un film. Silvia, aquarant’anni si era fatto l’esame di coscienza ed aveva rivisto il film dellasua vita. L’unica scena che si ripeteva all’infinito era… correre. Un anno fa,però, ha detto “basta”. Una mattina di sabato si è guardata allo specchio… enon si è piaciuta. Si è chiesta “…ed io sarei questa donna? E no. Io non sonola donna che vedo allo specchio. Quella che vedo dentro di me… è un’altra”Chiamò la sua amica Parrucchiera, Elisa, che ne sapeva una più del Diavolo, espiegò il suo problema. Bisogna sempre avere una amica fidata. Elisa era tropposveglia per non aver capito. Intervenne. “Silvia… ci penso io. Prima di tuttonuova acconciatura e nuovo look… poi, un passo alla volta” Dopo il trattamento…Silvia non era più la stessa donna di prima. Si era guardata alla specchio e siera vista nei panni di una nuova donna pronta a spiccare il volo. Dove? Versonuovi lidi. Non certamente ad inacidire tra le quattro mura di un Ufficio,oppure a discutere le stesse cose cento volte. Silvia aveva ripreso a sognare. La Parrucchiera Elisasembrava il trombettiere che suonava la carica… con una fantasia senza limiti.“Silvia ora preparati ad incontrare il tuo Pigmalione. Colui che ti faràdiventare una Diva” Silvia si immaginava di trovarsi di fronte ad un uomo dafar perdere i sensi. Invece, no. Si trovò di fronte a un nano, alto uno ecinquanta o poco più. Più piccolo di lei di venti centimetri. Brutto come lanotte…con una macchina fotografica più grande di lui… e tre a tracolla. Sichiamava proprio Pigmalione e quando parlò, Silvia, rimase di sasso. “Fanciulla,lascia fare a me… Per te ho in tasca il contratto per un servizio fotograficoper la pubblicità di una marca di borsette per donna. Non devi fare altro cheseguirmi, stare ai miei ordini, fare ciò che ti dico e non chiedere mai ilperché” Per una quarantenne, Dirigente di un Ufficio Commerciale a Milano, èstata come una doccia fredda. Nemmeno i suoi Capi l’avevano mai trattata cosi.Eppure, da donna avveduta, Silvia sapeva che quello era il personaggio chel’incuriosiva, l’attraeva, l’affascinava. Pigmalione aveva qualcosa di magiconelle sue parole e nei suoi gesti che meritavano attenzione e considerazione.Del resto il fotografo aveva bisogno di trasformare Silvia, “nell’oggetto deldesiderio” di molte donne. Sette Capitali: Roma, Parigi, Madrid, Lisbona,Vienna, Berlino, Londra. E perché? Per un pieghevole stampato in milioni dicopie. Cosa c’era di più magico? Pigmalione sapeva come fare. Silvia, chiese unmese di ferie …. chiuse la bocca e non parlò più. Voleva solo vedere come sisarebbe svolta l’avventura. Il “nanetto” aveva vinto ancora una volta. Nellasua carriera di fotografo nessuna donna aveva mai detto di no. Dopo una mesedove Silvia aveva fatto tutto ciò che le era stato ordinato… ecco il risultato.Centinaia e centinaia di fotografie una più bella dell’altra dove sullo sfondocomparivano i luoghi simbolo delle sette Capitali e Silvia… con una borsettatra le mani. Il fotografo si era divertito a ritrarla nelle posizioni piùoriginali, nei momenti più impensati. Per esempio… mentre osservava unaborsetta verde. Cosa aveva di magico quella borsetta? Si sarebbe potutoscrivere un libro sulle emozioni che quella borsetta esprimeva. Un mese dopo,però, era tutto finito. Pigmalione ha “tirato le somme” presente Elisa. Parlò.“Silvia, sei stata brava. Hai fatto tutto ciò che ti ho ordinato in modoperfetto e questo è il risultato. Ricordati una cosa. Questo è il ricordo cherimarrà di ciò che è stato un mese nelle sette Capitali più belle del Mondo.Potrai sempre rivedere te. La vita, però, è vita …La vita continua giorno dopogiorno. Se vuoi immortalare te stessa e dare un senso alle fotografie delleborsette… dipende da te. Dalla tua voglia di vivere… Domani, io Pigmalione,partirò con una nuova Silvia… perché questo è il mio mestiere. A te non restache innamorarti di un uomo splendido. Ho voluto farti una sorpresa. Questa serasarai mia ospite al Ristorante delle Sette Leghe. Oltre a me, Elisa e te … cisarà anche il Dott. Goffredo… il cinquantenne che mi ha ordinato il serviziofotografico. Quello che accadrà questa sera …dipende tutto da te”. Nessuno deitre parlò. (I lettori di questo Blog, ormai abituati ai colpi di scena… possonoimmaginare cosa è avvenuto quella sera stessa. Anzi, potrebbero scriverlo acommento del presente racconto).(651) 

 
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