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ERMELINO racconto (462) di Dino Secondo Barili

Post n°21794 pubblicato il 25 Gennaio 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

462

Ermelino

Il momento della pensione è sempre portatore di novità. Ci sono uomini che ringiovaniscono…e uomini che invecchiano improvvisamente. Un anno fa, è stato così anche per il Prof. Ermelino, Docente di Lettere presso un Liceo milanese, abitante a Pavia. E’ ringiovanito! A sessantacinque anni aveva ricevuto la lettera dell’Istituto di Previdenza e si era sentito un “Re”. Mancavano ancora alcuni mesi alla fine dell’anno scolastico, ma aveva già deciso… “con lo spirito era in pensione”. Con lo spirito aveva già “passato il Rubicone” ed era pronto per una nuova “galoppata verso il futuro”, il suo futuro. Non aveva importanza che un anno prima era stato abbandonato dalla moglie. Ora, era solo. Solo, ma pieno di fantasie. Prima fra tutte quella di “scrivere un libro”. Già. Ermelino, ci pensava e ci aveva provato per tutta la vita, ma sua moglie (la donna che l’aveva abbandonato) non ne voleva sentir parlare. Tutte le volte che lui si metteva alla macchina da scrivere (il computer non lo sapeva usare), la moglie lo “precettava”. Un volta per una commissione, un’altra per qualche improvviso impegno. Insomma, guai a Ermelino se si fosse messo in testa di “scrivere un libro”. Per il Docente di Lettere di un Liceo del milanese era diventata una persecuzione, un modo per condizionarlo psicologicamente. Un anno fa, però, era arrivata la lettera dell’Istituto di Previdenza e la moglie aveva già fatto le valige. Lui era libero di gestire il proprio tempo come avrebbe voluto. Ermelino, aveva già impostato il proprio lavoro. Aveva passato parecchie ore presso la Biblioteca Civica Bonetta e quella Universitaria di Pavia. Aveva materiale da vendere. Subito dopo la pensione, un anno fa, l’ex - professore cominciò ad alzarsi alle quattro del mattino. Mettersi al lavoro e fermarsi solo al suono “della campana” di mezzogiorno. Nel giro un paio di mesi, il libro era fatto. Impaginato. Completo di indice e bibliografia. Ora, si trattava di trovare l’Editore e procedere alla stampa. In epoca di crisi economica è facile trovare piccoli Editori che fanno prezzi convenienti. Ermelino ne trovò uno che faceva a caso suo. L’Editore lavorava in Provincia di Pavia ed aveva la stamperia in proprio. Assistito dal grafico, il libro cominciò a prendere forma. Il sogno di Ermelino si stava realizzando. L’ex-Docente di Lettere era al massimo dell’entusiasmo e della felicità. Ora, aveva qualcosa di suo da mostrare ad amici, parenti e, soprattutto, agli ex -Colleghi che, già in pensione da parecchi anni, passavano la mattina al Bar… in attesa di chissà cosa. Ermelino, invece, era fiero del suo lavoro, di ciò che aveva fatto. Si trattava di un libro sugli scrittori pavesi dell’Ottocento e del Novecento. Ora, bisognava organizzare la diffusione del libro…e questa era materia nuova e mai tentata dal Professore di Lettere. Come fare? Ermelino chiese consiglio all’Editore il quale suggerì il nome di una giovane donna, Lucrezia, impegnata nell’organizzazione di eventi, quarantacinque anni, bellissima, single. Il primo incontro tra Lucrezia e Ermelino è stato come il “gatto e la volpe”… nessuno dei due voleva dire una parola in più del necessario. Sembrava un dialogo d’affari… Ma, quale è l’affare più grande tra un uomo e una donna? Ognuno dei due cominciò a studiare l’altro secondo il “proprio” punto di vista. Lucrezia aveva la possibilità di organizzare un’infinità di “incontri con l’Autore” (il suo pane). Ermelino, il Docente di Lettere, aveva al fianco la donna che aveva sempre sognato (anche da sposato), alta, bionda, capelli lunghi, occhi chiari… la quale portava tassativamente “il tacco dodici”. Il Professore si sentì rinato, ringiovanito, ringalluzzito. Alcuni mesi fa, il Prof. Ermelino era particolarmente euforico perché il libro andava a ruba. Al termine di un “incontro con l’Autore” il Docente si lasciò andare… “Lucrezia, con una donna come te (a letto) farei faville…” Si accorse di aver lanciato “una freccia” dalle conseguenze imprevedibili. Lucrezia lo guardò con occhi di sfida… “E perché non ci proviamo questa notte stessa? Mai rimandare a domani … ciò che si può fare oggi!” (Ogni lettore pensi al seguito … come meglio crede). -(462)

 
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