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DANIELA racconto (400) di Dino Secondo Barili

Post n°21276 pubblicato il 27 Novembre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

400

Daniela

Gli alti e bassi della vita sono un fatto naturale e scontato. Anche quando il tran tran quotidiano sembra normale, ci sono sempre dei “malesseri indefiniti” che lasciano insoddisfatti e delusi. Un anno fa, era così anche per Daniela, trentacinquenne, single… nel senso che non aveva ancora trovato l’uomo giusto. Cosa fare? Il lavoro da solo non “paga”. La compagnia delle amiche … nemmeno. E’ il momento di inventarsi “soluzioni ad hoc”. Percorsi che solo la persona stessa cerca e (se fortunata) trova. Daniela lavorava a Milano, ma abitava a Pavia. Per lei il giorno meno piacevole era il sabato perché Pavia offre pochi momenti di svago. Cosa fare? Daniela non voleva ritornare a Milano anche il sabato mattina. Milano le bastava già dal lunedì al venerdì. Un sabato mattina di un anno fa, Daniela si alzò di buon mattino e si recò alla Stazione Ferroviaria di Pavia. Guardò “l’orario delle partenze”. Il primo treno in partenza da Pavia… era per Genova. Si mise in coda allo sportello della biglietteria. Prese il biglietto e partì. Se qualche persona, avesse chiesto a Daniela perché andava a Genova, e per fare cosa…la trentacinquenne non avrebbe saputo rispondere. Intanto era sul treno…e il treno camminava veloce. I pensieri di Daniela erano come il treno in corso… anzi, sembravano lava che fuorusciva da un vulcano. I pensieri… fuoriuscivano senza destinazione, senza un perché. A Genova Daniela comprò una guida rapida della città. Nella città della Lanterna era già stata varie volte e, grosso modo” la conosceva. Ora, però, tutto era nella sue mani. Tutto dipendeva da lei. Cosa fare? Si diresse al centro città per gustare un buon caffè. Non era ancora nel Bar e riconobbe un volto conosciuto. Era Cesare, il suo collega dell’Ufficio dove lavorava a Milano. Per Daniela è stato un sollievo. Non era più sola. E’ stato come vedere la luce … in fondo al tunnel. Con Cesare, la trentacinquenne, in Ufficio aveva solo scambiato qualche saluto. Ora, però, era il momento per qualche parola in più. Daniela si accorse che Cesare aveva un difetto: balbettava… aveva una specie di balbuzie di cui, il collega, se ne faceva un problema personale. Non ci fece caso. Cesare era un bell’uomo sui cinquant’anni. Cosa potevano essere le “balbuzie”? I due cominciarono a parlare. Il collega abitava a Genova ed era un appassionato di storia della città. Daniela lanciò la domanda. “Cesare, perché non mi accompagni a visitare la tua città? Io, non sono molto pratica … Mi piacerebbe conoscere Genova e le sue caratteristiche.” Era la prima volta che una donna, anzi, una bella donna, gli poneva una simile domanda. Ora, poteva raccontare la sua città, come “la vedeva” lui… il balbuziente. Cesare cercò di dominare le proprie emozioni. Pronunciò adagio le parole. Adeguò il flusso delle frasi con il proprio respiro. Cesare accompagnò Daniela per oltre un ora, tra vie, Piazze e antichi Palazzi. Una passeggiata a piedi… parlando ininterrottamente… senza che il “problema balbuzie” creasse problemi. Ormai erano al Porto Vecchio. Daniela si sentiva frastornata dalla quantità di notizie che aveva appreso su Genova. Chiese a Cesare se “era possibile” bere un caffè al tavolino di un Bar. Il collega si prodigò nel migliore dei modi. Daniela comprese, istintivamente, che poteva essere l’uomo di cui aveva bisogno. In quell’istante, un borsaiolo le strappo la borsetta dalle mani. La trentacinquenne si sentì perduta. Prima che fosse presa dal panico, Cesare, aveva già rincorso il farabutto. Gli aveva dato un manrovescio di quelli che non si dimenticano… e aveva riportato la borsetta alla sua legittima proprietaria. E’ stato proprio in quel gesto che Daniela, comprese che “in due… si ragiona meglio”. Ed è stato l’inizio di bellissima storia d’amore. (400)

 
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