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TINA ... E IL PRINCIPE AZZURRO racconto (965) di Dino Secondo Barili

Post n°19107 pubblicato il 25 Aprile 2015 da dinobarili
 

24 APRILE 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 24 aprile 2015 – Venerdì  - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

965

Tina …  e il Principe Azzurro

Il fiume Ticino è da sempre chiamato il “fiume azzurro”. Il titolo è ben meritato per le sue acque azzurre, per il suo lento fluire … per essere (da sempre) il fiume di tutti. E’ il fiume dei pescatori, dei cercatori di funghi porcini, ed ora, degli appassionati camminatori che percorrono i mille sentieri che si diramano sia sulla riva destra che su quella sinistra. Gli appassionati camminatori di oggi sono la nuova vita del fiume … appassionati come sono, dell’aria aperta, del contatto immediato con la natura, della storia di una via d’acqua che da novemila anni ha traghettato innumerevoli generazioni di uomini e donne … ed oggi, traghetta la nostra generazione. Ovvio, che percorrendo i sentieri del fiume Ticino, le persone non respirano soltanto l’aria … ma la sua storia, le sue leggende. Molti sentieri hanno dei nomi particolari. “Sentiero delle lumache”, “sentiero delle viole” …. A proposito di viole, le rive del fiume sono inondate di viole, pianta erbacea con foglie ovate e fiori violacei. A proposito del “sentiero delle viole”, essendo un antico sentiero,  c’era una leggenda che diceva. “Un giorno il “fiume Ticino” (chiamato anche Dio Ticino) si innamorò di una bellissima fanciulla che abitava in riva del fiume. Questa, però, era innamorata di un giovane mugnaio. Per sfuggire alle attenzioni del “fiume Ticino” la giovane fanciulla si addentrò nel bosco e si perse. Il “fiume Ticino” ci fece una malattia. Decise di trasformarsi in vento, il vento del Ticino … e di accarezzare e baciare tutte le donne che si affacciavano sulle rive del fiume. Tali baci sono anche detti “i baci del Principe Azzurro” perché il Ticino è il “Principe delle acque”. Detta così, sembra una delle tante leggende che passano di bocca in bocca, da generazione in generazione. Per i camminatori dei sentieri del fiume di oggi, invece, è un modo simpatico e piacevole modo per occupare il tempo durante le passeggiate. Un anno fa, la Dott. Tina appassionata camminatrice, cinquant’anni, single, bellissima, Dirigente di una Agenzia Commerciale nel milanese, abitante a Pavia, era insoddisfatta della vita che stava conducendo. Si era accorta che aveva dato troppo spazio ai problemi degli altri e aveva lasciato troppo poco spazio ai propri problemi personali … specialmente quelli sentimentali … e l’amore in particolare. Mentre stava camminando sul “sentiero della viole” lungo la riva sinistra del Ticino, Tina, se ne lamentava con la sua amica Roberta,  compagna di passeggiate. “Roberta è giusto aiutare il prossimo … ma il primo prossimo è sempre sé stessi. Se, per aiutare gli altri, si è insoddisfatti … non è una bella cosa” Roberta, Aveva capito al volo quello che aveva detto Tina. Lei stessa ci era passata. Quando, non si è a posto sentimentalmente, non si ha un “amore” proprio … difficile aiutare i propri simili. L’amore, però, non è un interruttore, che si spegne e si accende a comando. Per l’amore ci vogliono le condizioni ideali. Roberta voleva aiutare Tina e lo ha fatto in modo originale. “Tina … a volte basta il bacio del Principe Azzurro … per essere soddisfatti” … e raccontò la leggenda del fiume Ticino trasformato in vento (chiamato Principe Azzurro) che bacia le belle donne che passeggiano sulla riva del fiume. La bellissima cinquantenne era particolarmente insoddisfatta e delusa … Avrebbe voluto essere accarezzata e baciata … Ma da chi? L’uomo dei sogni non c’era … e trovarlo non è facile. Perché non approfittare … del Principe Azzurro? Nella vita, ogni situazione ha un suo rituale. Roberta spiegò a Tina che per essere baciata dal Principe Azzurro (il vento del fiume Ticino) è necessario coricarsi su uno spiazzo di viole … e chiudere gli occhi. Mentre ne parlava, Tina e Roberta erano giunte proprio in prossimità di un ampio spiazzo erboso … un vero e proprio tappeto di viole. “Ecco il posto giusto. Tina, puoi fare l’esperimento” Tina si coricò sul tappeto di viole e chiuse gli occhi …  Da quel momento la cinquantenne Tina cominciò a sorridere beatamente. Ogni tanto faceva delle smorfie di piacere … Così per parecchio tempo.  Siccome Tina non si svegliava dall’estasi di piacere in cui si trovava, Roberta la scrollò. “Allora, Tina, ti vuoi svegliare o no” La cinquantenne aprì a fatica gli occhi. “Roberta perché mi hai svegliata? Era troppo bello essere accarezzata e baciata dal Principe Azzurro” A quel punto Roberta capì l’antifona. “Allora, ci provo anch’io” Si coricò sul tappeto di viole e chiuse gli occhi … Ormai era fatta … la leggenda del Ticino aveva “colpito ancora” Del resto, quanto le persone si trovano in un ambiente ideale, tranquillo, sereno, a contatto con la natura … l’amore è ovunque … e per tutti. - Questo è il racconto 965 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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